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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA XV ASSEMBLEA PLENARIA
DELLA CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

Venerdì, 28 aprile 1995

 

Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato,
carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore!

1. Saluto cordialmente tutti voi, che, giunti qui da ogni continente, avete preso parte alla XV Assemblea Plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Ringrazio, in particolare, il Signor Cardinale Jozef Tomko per le parole che mi ha rivolto e per l’instancabile impegno che, unitamente ai suoi Collaboratori, profonde nel promuovere l’attività missionaria e la fondazione di nuove Chiese. Sono grato, altresì, per le preziose informazioni fornitemi circa l’intensa attività del Dicastero e circa le problematiche relative all’animazione e alla cooperazione missionaria, sulle quali in questi giorni la vostra Assemblea si è soffermata. Vi ha sostenuto e guidato nel vostro lavoro la consapevolezza che la Chiesa “ha un unico fine: servire l’uomo rivelandogli l’amore di Dio, che si è manifestato in Gesù Cristo” (Redemptoris Missio, 2).

2. I temi dell’animazione e della cooperazione missionaria, come ho avuto modo di sottolineare nell’Enciclica Redemptoris Missio, sono entrambi essenziali al dinamismo della missione e ne costituiscono due aspetti complementari e fortemente connessi tra loro.

Il primo richiama alla mente il gesto di Dio, che, dopo aver plasmato l’uomo con la polvere del suolo, “soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gen 2, 7). Anche l’animazione missionaria raggiunge il suo obiettivo quando, in forza dello Spirito, ispira nel battezzato la coscienza del suo “status” di figlio di Dio e, suscitando in lui una fede più viva in Gesù, unico Salvatore, lo spinge ad essere testimone e missionario e ad esclamare con l’Apostolo: “Guai a me se non annunciassi il Vangelo!” (1 Cor 9, 16).

Alle soglie del Terzo Millennio, la missione deve diventare sempre più tensione, anelito, passione di ogni cristiano e dell’intera Chiesa, nella prospettiva di un’animazione che, facendosi educazione, informazione e formazione ad ogni livello, apre ad orizzonti universali ogni ambito dell’attività ecclesiale: dalla cura pastorale ordinaria alla missione ad gentes (cf. Redemptoris Missio, 33).

3. L’animazione prende corpo nella fattiva cooperazione, intesa come interscambio di fede e di grazia. Essa produce una solidarietà più alta, perché promuove lo “scambio di vita e di energie tra tutti i membri del Corpo mistico di Cristo” (Fidei Donum, 12) e, nascendo dalla comunione con Cristo, conduce ad un sentire cattolico, universale.

La cooperazione missionaria è, innanzitutto, evento di fede che pone al primo posto la preghiera, l’offerta della sofferenza e la testimonianza della vita, e si manifesta concretamente attraverso molteplici forme.

“La preghiera deve accompagnare il cammino dei missionari”, perché solo con l’aiuto dello Spirito Santo i missionari possono conoscere, vivere e testimoniare il mistero del Vangelo ed annunciarlo “con fiducia e franchezza” (Redemptoris Missio, 78).

Alla preghiera è unito il sacrificio, dono misterioso e quanto mai importante, perché completa quanto “manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1, 24). La disponibilità al sacrificio si esprime in maniera piena nel dono totale della vita da parte di tanti missionari martiri, come anche di recente è avvenuto.

A tal proposito, come non ricordare i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e religiose, i laici morti coraggiosamente nelle trincee del loro fedele servizio al Vangelo? Come non sottolineare inoltre che il sacrificio spirituale più gradito offerto dalla Comunità, con e nel sacrificio eucaristico, è quello dell’unità dei suoi membri? “Questo è il sacrificio dei cristiani: “Pur essendo molti siamo un corpo solo in Cristo” (1 Cor 10, 17). E questo sacrificio la Chiesa lo celebra anche con il sacramento dell’altare ben noto ai fedeli, in cui le viene mostrato che, in ciò che essa offre, essa stessa è offerta nella cosa che offre” (cf. S. Agostino, De Civitate Dei, X, 6; CCL 47, 279). Anche il cammino verso la piena unità dei credenti, indispensabile per la credibilità dell’annuncio del Vangelo, è parte integrante di questo sacrificio connaturale al Corpo mistico.

4. È tuttavia con “la donazione totale e perpetua all’opera delle missioni, specialmente negli Istituti e Congregazioni missionari maschili e femminili” (Redemptoris Missio, 79) che si raggiunge l’apice e il cuore della cooperazione. Qui essa diventa scelta radicale di amore per Cristo e per i fratelli, testimonianza e annuncio vibrante. Infatti, nella “vocazione speciale dei missionari ad vitam, [...] paradigma dell’impegno missionario della Chiesa, che ha sempre bisogno di donazioni radicali e totali, di impulsi nuovi ed arditi” (Redemptoris Missio, 66), la cooperazione diventa coinvolgimento pieno nell’opera dell’annuncio del Vangelo.

Un valido e prezioso contributo alla missione, frutto della creatività dello Spirito che sempre ringiovanisce la Chiesa, viene oggi dalla risposta generosa di giovani, di professionisti, di famiglie cristiane, di sacerdoti, di religiose e religiosi, che offrono parte della loro vita per la cooperazione missionaria nelle Chiese di recente fondazione. Tra queste, l’esperienza dei “presbiteri Fidei donum” manifesta sempre più la sua validità e fecondità. Essi, infatti, “evidenziano in modo singolare il vincolo di comunione tra le Chiese, danno un prezioso apporto alla crescita delle comunità ecclesiali bisognose, mentre attingono da esse freschezza e vitalità di fede” (Redemptoris Missio, 68). Questa forma di cooperazione missionaria deve costituire un obiettivo di ogni presbiterio diocesano, e innanzitutto dei Vescovi, da realizzare sempre in sintonia con il Dicastero missionario.

Lo sviluppo e la maturazione del laicato missionario adulto, a servizio della missione redentrice di Cristo e della Chiesa, è un altro segno promettente del nostro tempo, da accogliere con fiducia e da portare a maturazione. Infatti, come sottolineavo nell’Enciclica Redemptoris Missio, “nell’attività missionaria sono da valorizzare le varie espressioni del laicato, rispettando la loro indole e finalità: associazioni del laicato missionario, organismi cristiani di volontariato internazionale, movimenti ecclesiali, gruppi e sodalizi di vario genere siano impegnati nella missione ad gentes e nella collaborazione con le chiese locali” (Redemptoris Missio, 72).

Un’attenzione tutta particolare va riservata alla famiglia, ambiente privilegiato per la cura e l’accompagnamento delle vocazioni missionarie. La famiglia va incoraggiata a diventare soggetto di missione, cioè a sentire e a vivere la vocazione missionaria, anche mettendosi, completamente o per un tempo determinato, al servizio della missione ad gentes.

A tale proposito, rivolgo un particolare incoraggiamento a quelle Diocesi che si fanno carico di inviare alle Chiese locali di recente fondazione, oltre ai sacerdoti diocesani, anche laici adulti nella fede e ben preparati sostenendo, inoltre, spiritualmente e materialmente, il loro prezioso e generoso servizio.

5. Le diverse espressioni di animazione e di cooperazione missionaria trovano un momento forte di attuazione nella Giornata Missionaria Mondiale, affidata alla Pontificia Opera della Propagazione della fede.

Con essa si alimenta, altresì, la collaborazione al Fondo Centrale e Pontificio di Solidarietà, col quale il Papa può sostenere i missionari e le attività di evangelizzazione delle Chiese di recente costituzione: dall’aiuto ordinario ad oltre mille Vescovi, alla cura delle vocazioni indigene in oltre ottocento seminari, alla formazione di numerosi catechisti, alla creazione ed al sostegno delle strutture necessarie per l’evangelizzazione e delle stesse opere di promozione umana, intimamente legate all’annuncio del Vangelo.

In ordine alla cooperazione missionaria, infine, desidero ribadire la necessità di lavorare in modo coordinato per evitare il pericolo di una frantumazione nell’invio dei missionari e degli aiuti, con la conseguente concentrazione di persone e di mezzi in alcune aree geografiche a discapito di altre. Sono da incoraggiare, in proposito, tutte quelle iniziative che operano in maniera coordinata e concorde, in comunione tra loro ed in sintonia con il Dicastero missionario.

6. Sulla scia dei miei Venerati Predecessori, nell’Enciclica Redemptoris Missio ho sottolineato con forza il ruolo insostituibile delle quattro Pontificie Opere Missionarie, strumento del quale il vostro Dicastero missionario si avvale nel suo servizio all’evangelizzazione.

Esse sono Opere del Papa e del Collegio Episcopale, che con tutto il Popolo di Dio condivide la responsabilità dell’Evangelizzazione (cf. Redemptoris Missio, 84), e “costituiscono per ciascuna diocesi, l’istituzione specifica e principale per l’educazione allo spirito missionario universale, per la comunione interecclesiale, a servizio dell’annuncio del Vangelo” (Statuti PP. OO. MM. I, 6).

Certamente il contributo offerto da questa Plenaria consentirà di sviluppare, in uno spirito di sempre maggiore comunione universale, l’indispensabile rapporto tra le Conferenze Episcopali e le Pontificie Opere Missionarie. Auspico che dall’approfondimento di queste tematiche la pastorale missionaria di ogni Chiesa particolare possa ricevere orientamenti più organici ed unitari anche nei settori dell’animazione e cooperazione missionaria, nel segno di una più manifesta cattolicità.

7. Signori Cardinali, venerati Fratelli nell’Episcopato, carissimi fratelli e sorelle! Nel richiamare gli aspetti particolarmente rilevanti sui quali vi siete soffermati in questi giorni, esprimo l’augurio che il vostro prezioso lavoro possa dare frutti abbondanti per lo sviluppo di una rinnovata coscienza missionaria nella Chiesa al servizio della diffusione del Vangelo tra i tanti uomini che ancora attendono di incontrare Cristo.

Alle soglie del nuovo Millennio, l’anelito per l’evangelizzazione, che anima la Chiesa, deve spingerla a promuovere come un nuovo avvento missionario, nel desiderio di trasmettere a tutte le genti la luce e la gioia della fede.

Affido la fatica di queste vostre intense giornate e il quotidiano servizio che rendete all’annuncio del Vangelo a Maria, modello e figura della Chiesa missionaria, stella che guida con sicurezza i passi dell’intera umanità verso l’incontro con il Signore.

Di cuore tutti vi benedico.

 

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