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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AGLI AMBASCIATORI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE
COLLETTIVA DELLE LETTERE CREDENZIALI

Venerdì, 17 maggio 2002

 
Eccellenze,

1. Sono lieto di accogliervi oggi e di ricevere le Lettere che vi accreditano come Ambasciatori straordinari e plenipotenziari dei vostri Paesi: la Bielorussia, il Niger, la Svezia, la Thailandia, il Benin, il Sudan, l'Islanda, la Giordania. Desidero ringraziarvi per avermi trasmesso i cortesi messaggi dei vostri rispettivi Capi di Stato. Vi sarei grato se poteste porgere in cambio i miei deferenti saluti e i miei voti cordiali per la loro persona e per la loro alta missione al servizio di tutti i concittadini. Per mezzo di voi, desidero anche salutare cordialmente tutte le autorità civili e religiose dei vostri Paesi, come pure tutti i vostri concittadini, assicurandoli della mia stima e della mia amicizia.

2. Il nostro mondo attuale deve affrontare un certo numero di crisi gravi e di atti di violenza, dei quali i mezzi di comunicazione sociale ci mettono ogni giorno a conoscenza. È dovere della comunità internazionale e di tutti gli uomini di buona volontà mobilitarsi più intensamente affinché si operino quei cambiamenti ai quali aspirano i popoli che soffrono maggiormente. La pace deve essere la prima priorità per tutti i Paesi e in tutti i continenti, affinché cessino i conflitti armati, che non fanno altro che ipotecare il futuro delle nazioni e delle popolazioni, alcune delle quali sono sottoposte a condizioni di vita degradanti e indegne. Nessuno può disinteressarsi della sorte dei propri fratelli e agire come se non sapesse.

Vi sono senza dubbio due elementi fondamentali sui quali è opportuno influire congiuntamente:  il dialogo e i negoziati fra i protagonisti, chiamati a vivere insieme sulla stessa terra; d'altro canto il fenomeno della mondializzazione e del crescente contrasto fra le nazioni ricche e le nazioni povere, crea disparità sempre più evidenti. La pace a lungo termine presuppone che i Paesi meno sviluppati beneficino della crescita economica e di aiuti appropriati. La prima prospettiva deve essere quella di sostenere le economie locali e di formare persone che si occupino domani del futuro della loro comunità nazionale, per giungere così alla necessaria autonomia del Paese. Ciò richiede da parte di tutti una solidarietà sempre più grande e comportamenti coerenti.

3. In questa ottica, la missione dei diplomatici è di somma importanza. Essi sono chiamati a creare vincoli fra di loro e a gettare ponti fra i loro rispettivi Paesi, apportando così un contributo significativo all'amicizia fra i popoli, nel rispetto delle persone e delle popolazioni, e favorendo i negoziati e gli scambi. La vostra nuova missione vi inserisce nel Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, la quale, grazie ai propri diplomatici e alle comunità cattoliche locali, è presente in tutto il mondo, operando per il bene comune e per il rispetto della dignità di ogni essere umano. Potrete qui cogliere dall'interno le sue preoccupazioni e le sue azioni. Troverete anche porte aperte per incontrare personalità di tutto il mondo e tessere vincoli fraterni. Inoltre, con la nascita di nuovi Stati moderni, sono state create nuove missioni diplomatiche stabili, che ampliano le relazioni internazionali e avvicinano i Paesi gli uni agli altri, invitandoli a cooperare sempre più per la pace nel mondo.

4. La disparità fra i popoli c'interpella continuamente e deve essere per tutti oggetto di un'attenzione particolare. Paesi il cui suolo e il cui sottosuolo contengono abbondanti ricchezze e numerose materie prime sono sottoposti a pressioni che impediscono a interi settori della popolazione di trarne qualsiasi beneficio. Affinché si operino cambiamenti a livello internazionale, occorre che ognuno accetti di modificare il proprio modo di vivere. Faccio quindi appello, di tutto cuore, a un sussulto di solidarietà e di carità fraterna da parte di tutti gli uomini di buona volontà. Di fatto la pace va di pari passo con lo sradicamento della miseria e con l'eliminazione delle disparità fra i popoli. Presuppone anche l'educazione per tutti. Le giovani generazioni, particolarmente sensibili alle situazioni drammatiche, hanno bisogno di segni forti perché le loro speranze non siano vane.

Mediante la sua partecipazione attiva sul piano diplomatico e grazie alle comunità locali, la Chiesa cattolica nei diversi Paesi del mondo s'impegna per il rispetto della dignità delle persone e per il riconoscimento dei popoli, cercando con tutti i mezzi pacifici di far sì che s'instauri la pace, come pure un'intesa fra le nazioni e una fraternità fra tutti, per offrire a ognuno una terra dove sia bello vivere, dove potrà condurre la sua vita personale, familiare e sociale e partecipare secondo le sue possibilità alla vita pubblica.

5. Mentre comincia la vostra missione presso la Santa Sede, vi porgo i miei cordiali auguri. Invocando l'abbondanza delle Benedizioni Divine su di voi, come pure sulle vostre famiglie, sui vostri collaboratori e sulle nazioni che rappresentate, chiedo all'Altissimo di colmarvi dei suoi doni.

 

OR 18.5.2002 p.5, 9

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