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RADIOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE
GIOVANNI XXIII

AI FEDELI DI VENEZIA E DEL VENETO
IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI
IN ONORE DELLA MADONNA DELLA SALUTE
*

Venerdì, 21 novembre 1958

 

Diletti figli di Venezia e del Veneto,

Per cinque anni consecutivi avemmo il singolare favore di partecipare con voi, e di presiedere, alle annuali celebrazioni della Madonna della Salute, che si ricollegano al voto formulato dai padri vostri nel 1630, nella circostanza dolorosa di un morbo nefasto, che fece innumerevoli vittime non solo nel territorio della Serenissima Repubblica, ma in tutta l'alta Italia. A quel voto voi foste fedelissimi per oltre tre secoli, fino ad oggi, senza attenuazione di fervore, destando commossa ammirazione in quanti si unirono e si uniscono in tale circostanza alle espressioni della vostra pietà religiosa.

Questo memorabile giorno, del 21 Novembre, arreca sempre abbondanti frutti spirituali alle anime, ed è motivo di edificazione scambievole del Clero, delle Autorità cittadine e del popolo.

Fin dall'alba di stamane Noi veniamo contemplando in ispirito il vostro festoso e sollecito pellegrinare al gran tempio della Salute, qui da questo sacro Colle Vaticano, cui sul finire del mese consacrato alla devozione del Rosario Ci addusse la bontà misericordiosa del Signore. E siamo lieti di corrispondere al vostro filiale desiderio, che si incontra col Nostro, di rivolgervi una parola di saluto, di incitamento e di benedizione; come pure siamo grati al diletto Figlio Nostro il Cardinale Giacomo Lercaro, che accolse di buon animo l'invito di rappresentarCi in mezzo a voi, ed al venerato Vescovo di Tarbes e di Lourdes, Mons. Pietro Maria Théas, venuto a Venezia a ricambiare la visita che gli facemmo nel marzo scorso.

Il 1958 fu per noi, — dico: per tutti noi, — particolarmente segnato da una quotidiana familiarità con la nostra Divina Madre, ricordata nel mistero delle sue Apparizioni di Lourdes. L'11 Febbraio, all'inizio delle celebrazioni centenarie, vi raccogliemmo attorno a Noi a San Marco, Basilica Nostra Cattedrale, per un incontro, il cui ricordo ancora Ci commuove; e vi esortammo con viva sollecitudine ad inoltrarvi con acceso fervore sulle vie del rinnovamento spirituale, accogliendo generosamente l'invito venuto dalla Grotta di Massabielle. Non avremmo osato sperare che la celebrazione dovesse avere da parte della Madre di Dio — e più volte — una risposta così consolante, che riempì l'animo Nostro di dolce confusione, e di confidente abbandono durante il decorso dell'anno.

Nella Lettera pastorale per la Quaresima Noi vi esortammo ancora a penetrare nel senso più vero e profondo della celebrazione: « Avere Maria con noi familiare alla nostra pietà — scrivemmo allora — significa praticare la devozione in funzione di personale perfezionamento della nostra vita spirituale, nella grazia e nell'imitazione della nostra Madre celeste. Tale perfezionamento, a cui tutti dobbiamo attendere, vuole essere trionfo di purezza, costanza nella ricerca del meglio e di vero progresso della nostra condotta : cammino chiaro e decisivo verso il termine luminoso delle nostre aspirazioni con la sicurezza della nostra finale partecipazione con Maria alla gioia di Cristo Gesù, fonte di eterna delizia ».

Diletti figli di Venezia!

Ammirammo da allora il vostro fervore nel corrispondere al Nostro invito, che vi incoraggiava alle varie manifestazioni parrocchiali, foraniali e diocesane in onore dell'Immacolata.

Successero nel Marzo le indimenticabili emozioni della dedicazione della nuova basilica sotterranea di Lourdes, in un rapido succedersi di riti liturgici e di incontri fraterni in terra di Francia, che giammai dimenticheremo. I ricordi di San Pio X, colà portati, vollero segnare anche sensibilmente la Nostra presenza presso la Grotta prodigiosa, quasi che ogni pensiero, ogni passo, ogni gesto ed ogni voce del Pastore vostro intendessero esprimere in intima unione il sentimento di tutti i figlioli di Venezia.

A metà settembre avemmo la consolazione di presiedere al centenario della prima Messa, di San Pio X a Castelfranco Veneto.

Che delizia, che gioia, che tenerezza, in quel giorno, ricordando l'avviarsi, giusto cento anni prima, del giovane figliolo di Riese a quel sacerdozio che sarebbe stato la sua glorificazione sino al fastigio della suprema attività pontificale!

Quella armonia cordiale dei Vescovi della regione Triveneta tra loro, e col Clero così numeroso e così buono — anziani e giovani simul psallentes in onore di Gesù e di Maria — fu soavemente gustata da tutti.

Che dire poi delle manifestazioni di Pavia, di Tortona, di Faenza, di Verona, di Lodi, di Padova, cui fummo invitati a presiedere?

Non avremmo potuto pensare che tutte queste circostanze fossero una preparazione di quanto nei disegni della Provvidenza doveva maturarsi in quest'ultimo mese.

Ed ora, il 21 Novembre Ci trova distaccati da voi, nel senso che gli occhi Nostri non si incontrano negli occhi vostri, come eravamo ormai abituati: ma Ci sentiamo bene uniti in ispirito a ciò che fu la serena pace dei sei anni della Nostra vita pastorale a Venezia, e godiamo di trovarCi così vicini alla Madre celeste in una funzione di universale paternità, come la sua missione fu di spirituale maternità per tutti gli uomini.

Figlioli miei! Non crediate che l'abituale serenità del Nostro spirito attenui la tenerezza dei Nostri ricordi e delle Nostre emozioni di Sacerdote e di Padre.

RipiegandoCi sopra di Noi, nell'atto stesso in cui veniamo chiamati Padre, rigustiamo in forme inattese la letizia del sentirCi, con voi e come voi, figlio della Madre di Gesù, da lui data a ciascuno di noi come tenerissima Madre.

Le manifestazioni di culto di questo anno nel tempio della Salute. che è, dopo San Marco, la Basilica più prodigiosa e più cara alla pietà dei figli di Venezia, ricevono un incremento di gioia per la presenza definitiva del Seminario Minore, che fu grazia singolare dell'anno centenario di San Lorenzo Giustiniani e dell'anno Mariale di Lourdes. La sua provvidenziale sistemazione segna dei raggi della novella aurora. le speranze della Chiesa Veneziana, ed è invito a tutti, anziani e giovanissimi, a cooperare al movimento di ascesa e di dispiegamento della Santa Chiesa Cattolica sulle vie della verità e della concordia fraterna, che assicurano la prosperità della terra e i beni celesti.

Nel messaggio inviatovi il primo novembre, vi abbiamo chiesto ancora una volta di restare fedeli al buon proposito, tante volte formulato insieme ; di applicarvi alla perfetta educazione della gioventù; di coltivare l'amore vicendevole nel senso delle provvidenze materiali e spirituali, estese a tutti senza eccezione ; e di far onore al tempio massimo, e basilica d'oro, di San Marco, che è simbolo dell'unità della fede, della perfetta conformità di pensiero e di cuore con questa Apostolica Sede, ed è al tempo stesso incoraggiamento per tutti al buon apostolato ed alla diffusione del Santo Vangelo.

Non dubitiamo pertanto che, accogliendo la Nostra voce, manterrete fedelmente questi propositi, con generosità, con costanza, con letizia. Sono i ricordi che Noi vogliamo lasciarvi, ricordi di padre a figli carissimi: e siamo certi che, conservandoli volenterosamente nel vostro cuore, saprete così rispondere all'amore che vi portiamo, e mantenere vivi i santi legami, con cui siamo stati uniti negli anni della Nostra permanenza in mezzo a voi.

Diletti figli del Clero e del laicato, così vi salutiamo rinnovando per ciascuno i sensi della Nostra grande affezione paterna : mentre al diletto Figlio Nostro Cardinale Giacomo Lercaro, al novello Patriarca Giovanni Urbani, Nostro successore, ai degnissimi Vescovi presenti, alle Autorità cittadine, ai Sacerdoti, ai Seminaristi, alle Famiglie religiose, ai bambini, agli ammalati, agli indigenti e sofferenti, a tutte e singole le famiglie della città e diocesi, come pure ai Veneti, e a quanti altri sono in ascolto, impartiamo di gran cuore la Nostra Apostolica confortatrice Benedizione.

 


*  AAS. vol. L, 1958, pp. 1019-1022.

 



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