Index   Back Top Print

[ IT ]

DISCORSO DI PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE
DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA


Domenica «Laetare», 20 marzo 1966

 

Ci rivolgiamo a Voi, Dirigenti diocesani dell’Azione Cattolica Italiana. Possiamo fare Nostre le parole di San Paolo ai Corinti: «Le nostre labbra si aprono a voi . . . si allarga il nostro cuore» (2 Cor. 6, 11). È quanto dire con quale soddisfazione accogliamo la vostra visita, con quale gaudio spirituale vi vediamo così numerosi e così attenti d’intorno alla Nostra umile persona, e così profondamente partecipi dei divini misteri, che insieme abbiamo testé celebrati. Siate i benvenuti! E possa questo incontro confortare in voi la certezza che la vostra morale milizia è non solo bene accetta dalla autorità della Chiesa, ma è incoraggiata, sostenuta e benedetta.

ALTO COMPIACIMENTO PATERNO

E detto questo, Noi potremmo limitarci a ringraziarvi della vostra venuta al Convegno rinnovatore dell’Azione Cattolica, e ancor più della vostra fedeltà all’Azione Cattolica medesima, che vuol dire alla santa Chiesa operante, desiderante, militante, sofferente e sempre orante e sperante. Dopo di ciò dobbiamo aggiungere la Nostra compiacenza per le tante cose alte, giuste e degne, che sono state scritte e dette in occasione del presente Convegno: le parole, in modo speciale, del vostro ottimo e bravo Presidente, il Prof. Bachelet, meritano d’essere accolte, meditate e tradotte in pratica, tanto a Noi sembrano bene esprimere ciò che l’Azione Cattolica deve in questo momento sentire, pensare ed operare; così quelle, tanto autorevoli e competenti del Cardinale Urbani, come quelle del Cardinale Traglia, non che quelle del vostro Assistente ecclesiastico generale, Monsignor Costa, dicono tutto e dicono bene; Noi associamo al vostro il Nostro plauso e confidiamo che discorsi così densi di esperienza, di pensiero, di propositi pratici rimangano negli animi degli uditori e nei programmi dell’Azione Cattolica al fine che tutti desideriamo: dare all’Azione Cattolica un impulso nuovo, quale gli insegnamenti del Concilio propongono, e quale l’intelligenza del nostro tempo reclama. Questo è tutto.

Ma poiché non vogliamo sembrare di volerCi esonerare dal gradito ufficio di sostenere la vostra attività, aggiungeremo, ripetendo ciò che altri con più disteso discorso ha già detto, alcuni pochi rilievi alla presente condizione della vostra e Nostra Azione Cattolica.

I MERITI INSIGNI DI ANIMAZIONE CRISTIANA

Come si presenta oggi, dopo il Concilio, l’Azione Cattolica Italiana? Dovremmo dare uno sguardo retrospettivo alla sua storia, che tocca ormai il centenario. Sotto questo aspetto Noi dobbiamo nuovamente riconoscere ch’essa si presenta piena di opere e di meriti. Ci piace vedere che finalmente coloro che descrivono la storia italiana da un secolo a questa parte devono avvertire l’esistenza e l’efficienza di codesta corrente pensante ed operante di cattolici nel cuore del popolo e nello svolgimento della sua vita; si tratta d’un fenomeno molto vasto e profondo, sentito, meditato e sofferto da persone degnissime e numerose, tutto penetrato da ideali nobilissimi: di fede, di cultura, di rinnovamento sociale, di progresso, di amore al popolo, di fedeltà alla Chiesa, di speranza nell’avvenire. È tradizione da ricordare. Essa non lega al passato, ma dal passato trae guida e spinta per il presente e per il futuro. Non facciamo il bilancio dei risultati, ché sarebbe troppo lungo il solo tentarne un sommario; ma Ci sembra dover concludere che la posizione della Chiesa oggi in Italia deve moltissimo a quei movimenti di laici cattolici, animati e guidati dal Clero, che hanno organizzato, parlato, scritto, combattuto perché la religione e i principi che ne derivano agissero come fermento vitale nello sviluppo della società; non fu opera vana; fu efficace e salutare, non solo per la causa cattolica, ma per il Paese intero. Diremo di più a questo riguardo: l’animazione spirituale, morale, sociale e civile senza posa alimentata da tali movimenti, che adesso comprendiamo sotto il nome generico di Azione Cattolica, ha davvero preparato, sotto certi aspetti. il Concilio Ecumenico, specialmente per quelle sue espressioni che il mondo contemporaneo ha meglio apprezzato, perché più prossime ai suoi gusti ed ai suoi interessi. Non è piccolo merito. E basterebbe questo per riconoscere l’aderenza dell’Azione Cattolica alla realtà storica del nostro tempo, ch’è quanto dire la sua modernità e la sua vitalità, nascente dall’incontro delle energie spirituali che le sono insite con l’esperienza voluta e studiata della vita vissuta.

COMPITI NUOVI PER LE ESIGENZE ODIERNE

Ma una domanda sorge a questo punto: ciò che precede va bene applicato a ieri; ma oggi? L’Azione Cattolica oggi, dopo cent’anni di vita, dopo tanti cambiamenti nella società odierna, dopo l’equilibrio costituzionale raggiunto dalla Chiesa in Italia, dopo il Concilio, ha ancora ragione di essere l’Azione Cattolica? Voi sapete benissimo la Nostra risposta: sì, l’Azione Cattolica ha ragione di essere, anzi ha ragione di riprendere coscienza e vigore e di mettersi ad operare, oggi più che mai. Perché così vuole il Concilio (non è fatica trarre di ciò conferma dai documenti che il Concilio ha promulgati); così vuole la Chiesa in Italia: l’Azione Cattolica, fedele alla sua nativa ispirazione e alle sue successive esperienze e norme direttive, si è inserita nel sistema organizzativo ecclesiale, è diventata un organo operante nel quadro pastorale della Gerarchia e del popolo cristiano; e poi così vogliono i tempi, che a torto penseremmo saturi di umore cristiano e di forze morali, mentre, proprio a causa delle immense trasformazioni della vita moderna, dimostrano un’avidità e una carenza di ciò che solo il cristianesimo vissuto può dare. Osiamo dire che se mai momento si presenta sull’arco della storia contemporanea, che abbia bisogno di chi dia fondamento e presidio alle conquiste umane moderne: la giustificazione e la tutela della personalità, la dignità e la sacralità della vita, la libertà morale e civile dell’uomo, le ragioni superiori e intangibili della fratellanza umana, che vuol dire della solidarietà fra i popoli e della pace interna ed esterna delle nazioni; e così via, quel momento è il nostro; è quello presente, che si dimostra per tanti versi decisivo per le sorti dei valori superiori della vita, sia di quelli che ne riguardano i destini temporali, che di quelli che riguardano la concezione totale e ultraterrena della vita stessa. Diremo a gran voce: figli fedeli della Chiesa, cattolici desiderosi di dare testimonianza della vostra fede, giovani credenti ed ardenti, che andate cercando idee e forme degne d’impegnare in esaltante programma la vita: l’Azione Cattolica è la formula buona; è degna di spiriti che hanno compreso il dovere fondamentale del cristiano, dovere tanto conclamato dal Concilio, d’essere attivi difensori e diffusori della propria fede; è degna di chi vuol dare alla propria prosaica esistenza un valore ideale non effimero ed egoista, non futile e utopistico, ma denso di verità e di mistero, effettivo e generoso, utile, alla fine, a quella carità, che salva la propria vita e l’altrui.

Sì, figli ed amici carissimi, ditelo a voi stessi e ripetetelo agli altri: l’Azione Cattolica è la formula buona. Certamente non l’unica. Basta dire che essa si fonda sopra un’adesione spontanea; e che tante altre formule di vita cristiana e di apostolato, collettivo ed anche individuale sono, non sole ammesse, ma raccomandate e lodate e protette dalla Chiesa; ciò che Noi stessi facciamo sovente. Ma ora stiamo parlando dell’Azione Cattolica, e riconosciamo che i suoi principi costitutivi ne rendono tuttora valida la sua presenza nella vita della Chiesa.

Quali siano questi principi costitutivi voi sapete benissimo. Il primo è l’organizzazione. L’Azione Cattolica è un apostolato organizzato; e quanto ciò la definisca è ben noto; si può fare del bene in tante maniere; l’Azione Cattolica è quella maniera caratteristica di operare il bene che genera una mentalità collettiva, esige un ordine, reclama una disciplina, distingue dei quadri. Ciò è molto conforme allo spirito comunitario della vita cattolica, e ciò, com’è ovvio, moltiplica le forze, consente la formulazione di programmi, tende a risultati determinati. Per di più questa organizzazione è coordinata ad un’altra organizzazione, alla Gerarchia della Chiesa; ciò accresce all’Azione Cattolica prestigio, doveri, efficienza, contenuto ecclesiale, meriti. Sappiamo quanto questo aspetto caratteristico non sia a molti gradito, e come una valutazione prevalente di tale aspetto su quello spirituale e finalistico possa appesantire l’Azione Cattolica, come l’armatura di Saul sulle spalle di David. Ma sappiamo anche il merito dell’organizzazione; merito dell’efficienza, merito dell’obbedienza, merito dell’amicizia e della carità, merito dell’apostolato che forma gli strumenti dell’apostolato; e sappiamo come la collaborazione dei Laici all’apostolato Gerarchico, proprio dell’Azione Cattolica, possa ammettere diversità di gradi, tra i quali non mancano quelli d’una relativa autonomia e d’un esercizio diretto di responsabilità.

ORGANIZZAZIONE, SALDA FEDELTÀ E VITA SPIRITUALE

Altro principio costitutivo è la formazione dei Soci. E non si tratta tanto di addestrarli a particolari attività esteriori (anche questo, se occorre), quanto piuttosto di introdurli ad una autenticità interiore di vita cristiana, ad una pienezza di coscienza e di grazia, ad una adesione convinta e completa a quanto esige la professione del nome cattolico. Se altro non fosse l’Azione Cattolica che una scuola di intensa vita cristiana per i propri aderenti, una palestra, un tirocinio ad un’integrità cattolica di pensiero e di condotta, sarebbe già provvidenziale istituzione; tanto più che l’Azione Cattolica, mentre esige in tutti i suoi soci che siano buoni e fedeli, non può non essere in qualche misura un’associazione selettiva; offre perciò ai suoi adepti un ambiente sano, e abbastanza virtuoso, uniforme e stimolante, quale non è facile trovare in altre forme associative. Ma selezionare non basta per l’Azione Cattolica; essa vuole e deve formare: è questa, possiamo dire, una sua specialità: quale timbro nel sentimento cristiano, quale vigore nell’esercizio della fedeltà, e specialmente quale ricchezza di vita spirituale dona ai suoi soci! Non tema l’Azione Cattolica di esagerare su questo punto; non tema perché tale è la sua legge, e non tema perché tale è la sua forza. Se volete avere soci molti, e forti e fedeli e attivi, date loro grande nutrimento di istruzione religiosa, grande pienezza di vita interiore, grande abbondanza di comunione con Cristo, nella preghiera, sia personale che liturgica e nella pratica sacramentale, fonte di incomparabile energia e di feliciti spirituale.

E poi il terzo principio costitutivo, quello caratteristico: l’azione. Che cosa sarebbe una Azione Cattolica che non fosse attiva? Questo è il punto più difficile; ma per questo è sorta e per questo vive l’Azione Cattolica. Il che vuol dire che l’azione esige uno studio di volontà e di programmi, che dev’essere tenuto in continua tensione, in continua revisione, in un ricominciare sempre da capo. L’azione è molto condizionata, oltre che dalle capacità personali e dai mezzi, dalle condizioni esteriori, che sono molto mutevoli. Occorre una vigilanza continua, una abilità di diagnosi, una certa audacia d’iniziativa, un coraggio che non si scoraggia mai.

L’«UOMO NUOVO» NEL PERENNE INVITO DI S. PAOLO

Voi Ci direte che queste sono cose note: dov’è il rinnovamento?

Qui comincerebbe un altro discorso! Ci limiteremo a ripetervi ciò che il vostro Presidente ha ripetutamente enunciato: il rinnovamento dev’essere innanzi tutto interiore. Lo diceva San Paolo: «Occorre che rinnoviate la vostra mentalità e che vi rivestiate dell’uomo nuovo» (Eph. 4 , 23). E lo ripete il Concilio. Non vi diciamo come; ma vi esortiamo ad entrare nello spirito del Concilio, spirito che reclama da ciascuno di noi uno sforzo interiore che ci abiliti a pensare e ad operare le cose buone, vive e cristiane che il Concilio a tutti propone; a voi Laici specialmente: il senso della Chiesa, la santità e l’attività apostolica.

Rinnovati gli spiriti, vi sarà più facile rinnovare i programmi. Noi pensiamo che ciò sia già davanti a voi; Noi vi raccomandiamo in modo speciale i problemi della vita giovanile, quelli della scuola e dello spettacolo, e ancor più quelli della famiglia e del mondo del lavoro; e come dimenticare la stampa cattolica con tutte le sue necessità?

Vedete quante cose! Dovremmo dire quante difficoltà, quanti fastidi, quante spese, quanti ceppi alla propria pacifica libertà! Ma no: sappiamo quanto siete buoni e generosi, e sappiamo come avete capito il nostro tempo come una grande ed impellente vocazione cristiana: è venuto il tempo d’essere cristiani veri e forti! Benedite il Signore che vi ha chiamato a questa ora grande e pericolosa della nostra storia! Non tornate indietro! Non disertate le file! Abbiate fede e coraggio! Vi segue e vi sostiene la Nostra Benedizione Apostolica.

                                                          



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana