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DISCORSO DI PAOLO VI AI DIRIGENTI
DELLA SOCIET
À MONEGASCA «RADIO MONTECARLO»

Sabato, 12 febbraio 1972

 

Figli carissimi,

Siamo lieti di accogliere in voi i rappresentanti particolarmente qualificati della Società monegasca «Radio Montecarlo», accompagnati da alcune persone che, in Italia, si sono distinte nello svolgimento di un sondaggio d’opinione da essa promosso.

Trovandoci davanti a dei professionisti della comunicazione sociale, desideriamo profittare dell’incontro per testimoniare la nostra stima verso coloro che si consacrano a questo genere di attività e per rivolgervi qualche parola di orientamento e di incoraggiamento.

La missione che voi compite nel mondo d’oggi ci pare infatti molto utile ed importante; anzi, si può dire che la sua importanza cresce di giorno in giorno, atteso l’incessante sviluppo dei prodigiosi strumenti che avete nelle vostre mani, i quali - secondo l’espressione di un recente documento pontificio - devono essere per gli uomini sorgente di «comunione e di progresso».

La vostra responsabilità di fronte alla società è quindi considerevole. Essa ci sembra duplice e può essere riassunta in due parole: voi siete chiamati ad essere, allo stesso tempo, testimoni e servitori.

Testimoni del mondo, innanzi tutto, del quale dovete mettere in luce, con oggettività e secondo il grado d’importanza che essa comporta, la storia quotidiana, passata e presente, con le aspirazioni ed i bisogni degli uomini, con i segni di speranza che scaturiscono dagli avvenimenti; ma anche testimoni della verità, della giustizia e di tutti i valori morali e spirituali che nobilitano l’uomo. Bisogna che, vedendovi e ascoltandovi, i nostri contemporanei notino in voi lo splendore di un ideale e non solo il talento di un professionista. Bisogna che, grazie a voi, essi siano elevati al di sopra delle preoccupazioni quotidiane, sovente così terra terra, che si sentano animati a maggior generosità e sollevati da una speranza che renda più leggero il loro fardello. Vi diremo volentieri con San Paolo: «Tutto ciò che vi è di vero, di nobile, di giusto, di puro, d’amabile e di onorabile; tutto ciò che vi è di virtuoso e di meritevole di lode, sia oggetto dei vostri pensieri» (Phil. 4, 8).

Testimoni, diciamo, ma anche servitori: servitori degli uomini non per assecondare le loro passioni o per dire loro ciò che ad essi piace, ma per educarli e per indicare loro ciò che giova alla loro crescita umana, perché è così che si serve veramente l’umanità. Ciò suppone una sollecitudine costante da parte vostra di fornire al prossimo elementi di giudizio, di riflessione, di formazione culturale e artistica; ciò esige un impegno per raggiungere, nell’uomo, ciò che in lui vi è di più nobile e di più profondo per esaltarlo e diffonderlo.

E il segreto per essere veri servitori degli uomini è quello di essere servitori di Dio, di vedere sempre la Sua immagine e somiglianza in ciascuno dei nostri fratelli. Chi rispetta Dio rispetta l’uomo e lavora efficacemente per il suo vero bene.

E noi preghiamo questo Dio potente e buono di concedervi sempre la chiaroveggenza e il coraggio richiesti dalle vostre responsabilità verso la società. È su questa via esigente, ma benefica, che noi vi incoraggiamo a continuare i vostri sforzi. E, mentre vi ringraziamo per la vostra visita, impartiamo di gran cuore a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari la nostra Benedizione Apostolica.

                                     



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