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DISCORSO DI PAOLO VI
ALLA DIOCESI DI BRESCIA

Sabato, 17 novembre 1973

 

Quale e quanta riconoscenza dobbiamo alla nostra Diocesi nativa che, col presente pellegrinaggio, vuole imprimere nuovo sigillo alle ripetute affermazioni di venerazione, di stima e di affetto verso la nostra umile persona!

Brescia intera è presente, infatti, in quest’ora di intima gioia, nel folto gruppo di autorità, di sacerdoti e di fedeli qui convenuti per ricordare due ricorrenze: che, se diverse per significato e per dimensione, tuttavia ci toccano entrambe, e tanto da vicino.

La prima: il decennio del nostro Pontificato recentemente compiuto; l’altra, l’ottantesimo di vita del settimanale diocesano «La voce del popolo».

Lasciate, carissimi figli, che nel dirvi grazie per la duplice attestazione di ossequio e di bontà, rinnoviamo i nostri sentimenti di compiacimento, di ammirazione e di plauso per l’eletta porzione della Chiesa di Dio a cui appartenete e dalla quale non ci sentiremo mai disgiunti.

È alla luce degli esempi dei celesti patroni e dei santi della Chiesa bresciana, operatori di carità, che voi attingete la fedeltà indiscussa alla Chiesa universale e alla Sede Apostolica; come pure le conquiste ottenute durante gli ottanta anni di attività editrice del benemerito periodico, che oggi ricordate e di cui conserviamo tante memorie, fanno parte delle nobili tradizioni della nostra gente, sempre più desiderosa di intendere ad opere di solidarietà religiosa e civile.

Noi abbiamo avuto il conforto, nei precedenti incontri con i visitatori bresciani, di esortare a sempre più feconda corrispondenza col glorioso passato e col ricco patrimonio religioso della Diocesi. Occorre che, su questo ceppo robusto, la vitalità dell’antica fede, che ha sempre nobilitato le popolazioni bresciane, fiorisca sempre più in tutta la sua pienezza, pur nelle forme aperte ed aggiornate che sono richieste dalle esigenze dei tempi. Il vostro atteggiamento deve dare la pratica dimostrazione che l’adesione piena e totale al Vangelo, lungi dall’essere in contrasto con l’esigenze della vita moderna, è fermento propulsore di vero progresso e di sano rinnovamento. E perciò anche in questa occasione vi confermiamo la fiducia che, non immemori delle virtù di tanti uomini illustri in ogni campo dell’umana esperienza, opererete con sempre maggiore impegno nella verità e nella carità.

Ed ora una parola di felicitazione, d’incoraggiamento e di auspicio vogliamo aggiungere a quelle che vi abbiamo rivolte, quando si festeggiava il 75° anniversario della pubblicazione de «La voce del popolo».

Sappiamo come l’umile ma vigoroso mezzo di comunicazione sociale, in piena adesione agli ideali che ne suggerirono la fondazione, e fedele alla sua testata, continui la sua missione di propagazione e di difesa della verità, diffondendo ovunque, e specialmente nel ceto popolare, quel sano ottimismo cristiano che è poi il frutto dell’attenta riflessione sui preminenti valori dello spirito.

Ai dirigenti, agli scrittori e collaboratori tutti, mentre ci è particolarmente gradito manifestare la nostra compiacenza, sia di stimolo l’attesa sempre più viva dei lettori che li vuole autentici testimoni del vero.

Con l’auspicio cordiale di essere continuamente all’avanguardia nell’opera di promozione morale e sociale degli umili e dei deboli, e il simbolo della compattezza della cara diocesi bresciana, impartiamo la nostra propiziatrice Benedizione.

                             



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