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DISCORSO DI PAOLO VI
AI PELLEGRINI NOMADI D’EUROPA

Giovedì, 28 agosto 1975 

 

Figli carissimi,

fra le gioie intime e profonde che il buon Dio ci fa provare in questo straordinario Anno Santo, dobbiamo mettere fra le più vive e caratteristiche quelle che ci procura questo incontro con voi, partecipanti al Pellegrinaggio internazionale dei Nomadi. Vi accogliamo col cuore aperto, e vi salutiamo con affetto.

Sarete certamente lieti se, con voi, salutiamo i nostri Fratelli Vescovi, qui presenti, e i numerosi sacerdoti e le Suore che si occupano della vostra assistenza religiosa, nelle diverse Nazioni. Essi sono il segno vivo e visibile della sollecitudine materna della Chiesa per voi: Dio li benedica, tutti questi suoi forti e generosi ministri, che ci procurano tanta consolazione per la fedeltà alla loro chiamata e al loro apostolato!

La vostra visita, carissimi Nomadi, ci richiama alla memoria gli altri incontri che abbiamo avuto con voi: a Milano, quando il Signore ci volle Arcivescovo e Pastore di quella diocesi, e, dieci anni fa, a Pomezia, in mezzo a voi, in un incontro che ha stampato in noi un ricordo incancellabile. Anche questa volta, il Papa è venuto in mezzo a voi per dirvi tutto il bene che vi vuole. E se grande è la nostra compiacenza per la vostra visita, essa è ancora maggiore perché questa venuta corrisponde alla celebrazione del Giubileo universale, dell’Anno Santo, ed è stata mossa dai suoi scopi spirituali: rinnovamento e riconciliazione. Noi siamo certi che queste parole suscitano nel vostro cuore sentimenti e propositi di vita nuova, di amore, di bontà, di perdono. E ci auguriamo che, a partire da questo Anno Santo, un nuovo periodo di ascesa spirituale e materiale sorga per voi, che tanto amiamo.

Sì, carissimi figli e figlie, ve lo ripetiamo e dovete crederci: noi abbiamo per voi, non solo da oggi, sentimenti profondi di rispetto, di affezione, di simpatia umani anzitutto, per la singolare condizione della vostra vita nomade e pellegrina; ma questa nostra simpatia è anche, è soprattutto cristiana, perché in voi si rispecchia un aspetto della vita di Gesù, nostro Signore, Maestro e Fratello: infatti anche Gesù, ancora bambino e indifeso, fu profugo, fuggiasco in Egitto per timore di Erode; e poi tutta la sua vita pubblica, nei tre anni della predicazione messianica, fu nomade, si può ben dire, come la vostra - pur avendo qualche ospitalità di persone amiche, ma più occasionali che stabili - tanto che Egli disse di Sé: «Le volpi hanno le loro tane, e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo (cioè Gesù stesso) non ha dove posare il capo» (Matth. 8, 20). Vedete come Gesù vi rassomiglia, come vi è vicino! E, come Gesù, così hanno fatto gli Apostoli, così ha fatto San Paolo, il grande Apostolo viaggiatore (pensiamo a come si poteva viaggiare allora, con quali mezzi e con quali disagi!). E proprio San Paolo così dipinge la sua vita: «Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare . . . . fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità»! (2 Cor. 11, 26-27) Vedete bene, cari Fratelli, che voi non siete forestieri nella storia del Vangelo, della Chiesa. Proprio per queste ragioni ci siete così cari!

E allora, ecco il nostro augurio, che si allarga su un duplice piano: sul piano umano, che voi possiate sostenervi, aiutarvi, e avere un’assistenza che integri la vostra vita (miglioramenti nella istruzione, nelle cure sanitarie, nella preparazione professionale . . .). e sul piano cristiano, che possiate conoscere sempre meglio Dio, Gesù Cristo e anche la Chiesa; e pregare ogni giorno; ed essere buoni, in pace tra voi e con gli altri: proprio secondo gli intenti di questo Giubileo, che deve continuare nel tempo, anche oltre i suoi limiti di quest’anno.

E poi vogliamo anche assicurarvi questo: che vi seguiremo! Ci ricorderemo di voi! I buoni Sacerdoti che vi seguono, in collegamento con la nostra Pontificia Commissione per la Pastorale delle Migrazioni e del Turismo (la quale ha uno speciale settore proprio per i Nomadi), ci daranno vostre notizie sulla vostra vita, sulle vostre gioie e sui vostri dolori; e noi, se ci sarà possibile, vi aiuteremo. Intanto diciamo una preghiera insieme, ciascuno nella propria lingua, e ringraziandovi ancora della vostra visita, tutti ora vi benediciamo nel Nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo.

Avous tous, chers nomades, a chacun de vous, notre Salut cordial, notre prière! Dieu veille sur vous. Le Christ vous aime. L’Eglise vous accueille: «vous êtes de la maison de Dieu» (Eph. 2, 19). Nos souhaits fervents pour la dignité de votre vie humaine, pour votre paix, pour votre bonheur. Notre Bénédiction affectueuse vous accompagne.

As we welcome you, dear sons and daughters, our thoughts go out to all the gypsies of the world, to reiterate our paternal interest in you-our interest in your lives, your families, your activities, your future. Your pilgrimage brings you to this See of Peter to profess anew with him your faith in Jesus Christ the Son of God. We pray that here you may indeed experience that sense of unity in Christ, of belonging to him and of being one with all his pilgrim Church. May you likewise experience deep joy in your re-dedication to Christian living and to the Service of others. And may the world always “See your good works and give glory to your Father who is in heaven” (Matth. 5, 16). With our Apostolic Blessing.

Gem wiederholen Wir Unseren herzlichen Willkommensgruß an euch auch in deutscher Sprache. Wir freuen Uns über die hochherzige Bereitschaft, mit der auch ihr Unserer Einladung zur Jubiläumswallfahrt des Heiligen Jahres gefolgt seid. Möget ihr hier an den heiligen Stätten der Apostel wieder neu Christus als euren treuen Weggefährten auf eurer irdischen Wanderschaft erkennen und lieben lernen. Christus sei euch in einer besonderen Weise Vorbild und Beschützer und seine Kirche überall eine Heimat, wohin auch immer euch eure Wege führen mögen. Dazu Unseren Apostolische Segen.

No necesitamos decir que sentimos un gran contento de estar entre vosotros, que representais una porción muy querida de la familia cristiana. Estais habituados a peregrinar, a caminar en medio de privaciones. Que os acompañe siempre, como fruto del Año Santo, un renovado deseo de ser mensajeros de paz y de fraternidad.

Sabed que la Iglesia os acoge y sigue con afecto, y que el Papa pide al Señor por vuestro bienestar y prosperidad.

Con nuestra Bendición Apostólica.

                                            



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