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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AD UN GRUPPO DI APPARTENENTI AI COMITATI CIVICI
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 Sala del Concistoro - Martedì, 14 aprile 1953

 

Nel darvi il benvenuto, diletti figli e figlie, e nell'esprimervi il Nostro paterno compiacimento per la serietà e l'impegno, con cui vi dedicate all'opera dei Comitati Civici, Noi sentiamo risuonare nel Nostro cuore le parole che l'Apostolo Paolo dirigeva ai fedeli di Corinto: Videte vocationem vestram (1 Cor. I, 26): Guardate la vostra vocazione.

Osservate bene: da quando l'umanità ha effettuato la sua progressiva apostasia da Gesù, molti « maestri » hanno preteso di sostituirsi a Lui per istruirla e guidarla; molti « costruttori » si sono provati a fornirla delle strutture necessarie; molti « medici » si sono adoperati a curarne le malattie e le piaghe. Ma tutti alla fine si sono trovati dinanzi ad una umanità disorientata, smarrita, inferma.

Occorre quindi con tanto maggiore premura indurre gli uomini a persuadersi finalmente che « magister vester unus est, Christus » (Matth. 23, 11): uno solo è il vostro Maestro, Cristo, e che in Lui soltanto potranno trovare salvezza il mondo con le sue strutture e gli uomini coi loro problemi: « non est in alio aliquo salus » (Act. 4, 12): in nessun altro è salute!

Un tale stato di cose richiede l'intervento pronto e coraggioso, non solo — come è evidente — della Chiesa docente e gerarchica, ma anche di tutti i cristiani inseriti nel corpo sociale. Si tratta di sottolineare la necessità d'impregnare di senso cristiano tutti i campi della vita umana. Questa è stata sempre la volontà di Cristo, e questa è l'attesa di tanta parte della umanità, stanca di vivere nei crollanti edifici del inondo odierno.

Considerate dunque, diletti figli, la vostra vocazione. Portate l'opera vostra in tutti i luoghi e in mezzo ad ogni ceto di persone.

Non può certamente dirsi che voi — come tali — siete chiamati all'apostolato propriamente detto. Voi siete cittadini che volete interessarvi più direttamente alla formazione di migliori strutture economiche, politiche, giuridiche e sociali.

Il vostro motto « pro avis et focis », mentre esprime la duplice mèta della vostra azione, riconferma a tutti, amici ed avversari, la vostra intima convinzione che nessun contrasto esiste fra i postulati della vera religione e i veri interessi della patria.

Come cittadini leali ed attivi, voi mirate a creare in tutti una retta coscienza civica, che animi ciascuno a riguardare come propri i bisogni della intera collettività, e ad adoperarsi affinchè soltanto uomini di specchiata onestà e di provata competenza vengano messi in condizioni di porre saggiamente e di efficacemente risolvere i problemi che concernono la comunità nazionale. Perciò vi studiate altresì di tener desta l'opinione pubblica, acciocchè coloro che in nome del popolo fanno le leggi o ne curano la esecuzione, siano assistiti e sostenuti; nè mancherà ove se ne presentasse il caso — il contributo di una sana e costruttiva critica.

Come attivisti cristiani, voi considerate vostro dovere di vigilare, affinchè nulla venga a ledere i legittimi interessi della vera religione, della vostra religione. Voi non formate un partito politico; ma nessuno potrà negarvi il diritto di unirvi, di organizzarvi, e di intervenire, con ogni mezzo lecito, acciocchè la legislazione sulla famiglia, le norme sulla più equa distribuzione della ricchezza e sulla educazione della gioventù, e tutte le disposizioni che toccano il campo della fede e della morale, siano attuate secondo i postulati del pensiero cristiano e dell'insegnamento della Chiesa.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XV,
 Quindicesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1953 - 1° marzo 1954, pp. 63 - 64
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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