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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XV
AI PELLEGRINI GENOVESI CONVENUTI A ROMA
PER RENDERE OMAGGIO AL LORO CONCITTADINO ELETTO PAPA

20 aprile 1915

 

Oh! la vista di quel dono Ci commuove dolcemente, perché ridesta in Noi soavi rimembranze, perché Ci fa rivivere a quei giorni bellissimi nei quali, proprio ai piedi della Madonna delle Vigne, abbiamo maturato i disegni del nostro avvenire, scrutando l’arcana parola che Iddio avea fatto risonare al nostro cuore. Ma la scelta del vostro dono, o genovesi carissimi, Ci riesce anche più cara perché Ci dice che voi avete chiamata la Santissima Vergine a testimone dei propositi di adesione all’Apostolica Sede, che siete venuti a rinnovare in Roma. Voi non ignorate che quanto più eccelso è il testimone, tanto più grave è l’obbligo che un cristiano assume; epperò, argomentando dalla sincerità dell’oggi la vostra fedeltà del domani, abbiamo un altro motivo di rallegrarci nella cara fiducia che « il Papa potrà essere sempre contento di Genova ». Crediamo anzi che la nostra fiducia potrà mutarsi in certezza, perché Noi pregheremo la Vergine, di cui avete voluta a Noi vicina l’effigie, a stendere ognora sopra di voi il suo materno patrocinio. Nell’efficacia di questo materno patrocinio della Madonna delle Vigne Noi confidiamo fin d’ora, lieti di poter impartire sotto gli occhi di Lei la prima solenne benedizione ai figli e rappresentanti della città che ci fu madre. Oh! la potente intercessione di Colei che Genova saluta sua regina, ottenga larga copia di celesti benedizioni sui nostri concittadini qua convenuti e sui lontani, sui sacerdoti e sui laici, sui patrizi e sui plebei, sulle associazioni e sugli istituti, sugli agiati e sui poveri, sui lieti e sugli afflitti. Una speciale benedizione ottenga la Vergine al novello Arcivescovo, e faccia che del ministero di lui si possa dire con verità essere la bella aurora precorritrice di uno splendido meriggio. E benedizioni speciali, mercé l’intercessione di Maria, abbiano in Genova anche i commerci e le industrie, le arti e le scienze. Oh! nessuno dei presenti, nessuno dei lontani sia escluso dalla benedizione che invochiamo su Genova nostra, perché, se ci è caro l’augurio che il Papa possa essere sempre contento di Genova, è giusto anche quello che Genova debba essere contenta del Papa suo concittadino.

 

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