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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 14 gennaio 1979

 

Oggi si celebra nella diocesi di Roma la Giornata per il Seminario, destinata a richiamare l’attenzione sul seminario diocesano, cioè sullo scopo che esso ha di accogliere anime generose di giovani orientati verso il sacerdozio ministeriale, e sulla necessità che esso risente di avere un sostegno, anche materiale, da parte della comunità diocesana.

Se ci chiedessimo che cos’è il seminario, dobbiamo rispondere che è un luogo ed un periodo di vita, nel quale si formano le vocazioni e maturano la preparazione al sacerdozio di Cristo coloro che hanno ricevuto il dono di una particolare chiamata.

Il Concilio Vaticano II su questo tema è chiaro e anche esigente. Un suo testo dice così: “Il dovere di dare incremento alle vocazioni sacerdotali spetta a tutta la comunità cristiana, che è tenuta ad assolvere questo compito anzitutto con una vita perfettamente cristiana; a tale riguardo il massimo contributo viene offerto tanto dalle famiglie le quali, se animate da spirito di fede, di carità e di pietà, costituiscono come il primo seminario, quanto dalle parrocchie, della cui vita fiorente entrano a far parte gli stessi adolescenti” (Optatam Totius, 2). In altre parole, potremmo dire che il seminario rappresenta una singolare verifica della maternità spirituale della Chiesa, cioè del Popolo di Dio presente nella chiesa locale diocesana, così come le singole vocazioni sono la verifica della vitalità cristiana di ciascuna parrocchia e perfino delle singole famiglie.

Si tratta di far maturare la vocazione. Questo è possibile in un’atmosfera di raccoglimento, che però non esclude un’adeguata e piena preparazione alla “vita pubblica”, cioè a quella componente sociale del ministero sacerdotale, propria di un “pastore” che vive per il suo gregge. È un’esperienza che porta in sé una certa somiglianza con la vita nascosta di Nazaret, dove nostro Signore “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52), preparandosi alla sua missione in mezzo al popolo d’Israele. 

Il seminario, nella sua forma attuale, è una tipica istituzione della Chiesa. Esso risale al Concilio di Trento, quando trovò nel grande San Carlo Borromeo un promotore efficace e un organizzatore illuminato. Ma è un’istituzione che ha una specifica struttura ecclesiale, poiché i suoi programmi di vita spirituale, intellettuale e ricreativa sono ordinati soltanto all’edificazione del Corpo mistico di Cristo nel mondo.

Si ripete sempre che il seminario è “la pupilla del Vescovo”, ed è vero; infatti è quanto di più caro ogni Vescovo possa avere per assicurare un servizio costante e corrispondente alla propria comunità diocesana. Ma esso è pure e dev’essere sempre un prolungamento della comune sollecitudine di tutti, clero e laici. 

Il mio invito e il mio augurio è che almeno l’odierna Giornata per il seminario di Roma sia occasione propizia per manifestare questa sollecitudine da parte di tutti i Romani. Preghiamo dunque, oggi e sempre, perché il Signore mandi operai alla sua messe.



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