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GIOVANNI PAOLO II

ANGELUS

Domenica, 17 novembre 1991

 

 

E' questa, fratelli e sorelle, l'ora della preghiera mariana, ed oggi, ad introdurci in essa, è il Padre Raffaele Kalinowski, che ho avuto poc'anzi la gioia di inscrivere nell'albo dei Santi.

L'esperienza di una speciale presenza della Vergine nel cammino della sua conversione e il successivo ingresso nel Carmelo, che è per definizione "L'Ordine di Maria", hanno fatto del nuovo Santo un figlio devotissimo della Madonna.

Auguro che la testimonianza di San Raffaele Kalinowski, per intercessione della Vergine Santissima, induca tutti i cristiani di oggi e, in modo speciale, i membri del glorioso Ordine Carmelitano, a vivere più intensamente la loro fede, testimoniandola con coraggiosa coerenza nella disponibilità generosa verso i fratelli.

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Ai pellegrini croati

Voglio salutare tutti i pellegrini venuti per questa canonizzazione odierna di san Raffaele Kalinowski. Saluto i pellegrini della Polonia, della Lituania, Bielorussia, Ucraina e di tutti i Paesi del mondo.

Con particolare affetto saluto il gruppo di artisti croati venuti a Roma per esporre le loro opere in una mostra di beneficenza a favore delle vittime della guerra nella loro Patria. Esprimo apprezzamento e lode per questo loro nobile gesto e auspico che la risposta dei romani sia altrettanto generosa e attenta.

Auguro a tutti una buona domenica e buona settimana.

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Accorato appello a porre fine alla guerra in Jugoslavia

Oggi la diocesi di Roma celebra una giornata di preghiera per implorare da Dio il dono della pace per i Croati e per gli altri popoli della Jugoslavia.

Uniamoci anche noi alle suppliche che si elevano con insistenza dal cuore di tanti nostri fratelli e sorelle angosciati dal dolore in quelle amate terre; chiediamo pace e giustizia per tutti, senza distinzione di nazionalità o di religione!

La preoccupazione della Sede apostolica, prima e dopo l’inizio di questa guerra ingiusta e crudele, è stata diretta a tutti i popoli della Jugoslavia. Con insistenza la Santa Sede ha chiesto il rispetto dei diritti e delle legittime aspirazioni di tutti, ha supplicato le parti di non cedere alla tentazione dell’uso della forza ma di perseverare, con pazienza e buona volontà, negli sforzi di stabilire nuovi rapporti di convivenza pacifica, ha deprecato il ricorso alla violenza armata e ha cercato, in tutti i modi, di spezzare la terribile spirale dell’odio fratricida.

Ma, come rimanere silenziosi davanti al perdurare di tale guerra, che semina tanti morti nella cara terra croata? Il mio pensiero va oggi a chi soffre maggiormente a causa di tale conflitto. A tutti rinnovo ancora una volta un appello accorato a porre fine alla guerra e a iniziare finalmente un negoziato sincero per una soluzione globale dell’attuale tragedia.

È tempo, oggi, di essere presenti alla storia con nuovi atteggiamenti, per non ripetere gli errori del passato. Questi hanno accumulato risentimenti, tramandati nella memoria dei popoli; ma dobbiamo fare in modo che siano superate le barriere dell’odio, aprendo i cuori alla novità portata dal Cristo, come annunziava il profeta Ezechiele: “vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36,26).

Uniti con Maria, Madre di Cristo e Madre di tutti, come gli Apostoli nel Cenacolo, chiediamo per i nostri fratelli della Jugoslavia il dono dello Spirito, che converte i cuori.


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