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SANTA MESSA PER IL BATTESIMO DI VENTISETTE NEONATI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Basilica Vaticana - Domenica, 8 gennaio 1984

 

1. “Gloria e lode al tuo nome, o Signore!”.

 L’invito dell’odierna liturgia a glorificare e a lodare il nome del Signore acquista oggi, festa del Battesimo di Gesù, un particolare significato.

Ho voluto celebrare questo “mistero” della vita di Cristo, conferendo in questa Basilica il Sacramento del Battesimo ad alcuni bambini e bambine nell’Anno Giubilare della Redenzione, per sottolineare che mediante questo Sacramento giunge, a coloro che lo ricevono, il dono della Redenzione, e viene ad essi applicata l’opera della salvezza e della santificazione, operata da Gesù con la sua offerta al Padre celeste.

La parola di Dio, che abbiamo ascoltato, ci presenta Gesù di Nazaret come il “servo di Dio”, profetizzato nel Libro di Isaia; il servo, oggetto dell’elezione e della compiacenza divina, compirà la sua missione con un atteggiamento di totale adesione alla volontà del Signore e di esemplare umiltà nei confronti degli uomini; sarà stabilito come “alleanza del popolo”, come “luce delle Nazioni”, cioè dei popoli pagani, per dare la vista ai ciechi e la libertà ai prigionieri.

Questo misterioso “Servo di Dio” è il Cristo, che porta la salvezza all’umanità. Nella narrazione evangelica testé ascoltata, appena Gesù è battezzato da Giovanni, si aprono i cieli, lo Spirito di Dio scende sul Cristo come una colomba e una voce - quella del Padre - dice: “Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.

Alla profezia subentra ormai la realtà: il compiacimento di Dio per il suo Servo è il compiacimento del Padre per il suo Figlio eterno, che ha assunto la natura umana e che, con un gesto di profonda umiltà, ha chiesto a Giovanni quel battesimo, che era solo figura di quello che egli stesso avrebbe istituito non più come preparazione alla grazia ma come conferimento della grazia.

Carissimi fratelli e sorelle qui presenti, e, in particolare, voi che siete i padri, le madri, i padrini e le madrine di questi bimbi che fra poco riceveranno il Battesimo! La Chiesa continua ad obbedire nei secoli alle parole rivolte da Gesù agli Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le Nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 18-19).

2. Questi bimbi, frutto stupendo dell’amore dei genitori e altresì del misterioso gesto creativo di Dio, sono nati alla vita naturale. Ma, fra qualche istante, essi saranno protagonisti di una nuova nascita, quella alla vita soprannaturale, meritataci da Cristo: “In verità, in verità ti dico - sono parole di Gesù a Nicodemo -, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne, e quel che è nato dallo Spirito è Spirito” (Gv 3, 5-6).

Il Battesimo è una rigenerazione spirituale, una “nascita dall’alto” (cf. Gv 3, 7), non meno vera e reale della nascita alla vita terrena. Questi bimbi mediante il Battesimo - come ci insegna la fede cristiana - saranno liberati dal peccato originale, saranno interiormente santificati per mezzo dell’infusione della grazia santificante, insieme con i doni degli abiti delle virtù teologali della fede, della speranza, della carità e dei doni dello Spirito Santo; saranno incorporati e resi conformi a Cristo e perciò diventeranno, in lui, figli di Dio, inseriti nella Chiesa, corpo mistico del Verbo incarnato.

3. Questa vita divina, che sarà loro comunicata dal Sacramento, dovrà crescere, maturare, perfezionarsi lungo il cammino della loro vita: “I seguaci di Cristo, chiamati da Dio e giustificati in Gesù Cristo, non secondo le loro opere ma secondo il disegno e la grazia di lui, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della vita divina, e perciò realmente santi. Essi quindi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuta” (Lumen gentium, 40).

È compito e dovere di tutta la Chiesa, ma in special modo dei genitori, dei padrini e delle madrine aver cura di aiutare questi nuovi figli di Dio nella loro crescita soprannaturale, offrendo loro ogni giorno l’esempio costante, generoso e costruttivo di una esistenza vissuta integralmente secondo le esigenze del Vangelo.

È questo l’augurio che oggi io rivolgo a questi piccoli, nuovi cristiani, nuovi membri della Chiesa in esultanza, nuovi frutti della Redenzione!

È questo l’impegno di responsabilità cristiana, che affido e consegno a voi tutti che mi ascoltate, in questa celebrazione comunitaria del santo Battesimo!

Così sia!

 

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