Index   Back Top Print

[ IT ]

CELEBRAZIONE EUCARISTICA A CONCLUSIONE DEL «FAMILYFEST»

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 6 giugno 1993

 

1. “Che il Signore cammini in mezzo a noi” (Es 34, 9).

Così prega Mosè, presentandosi di fronte al Dio dell’Alleanza – in mezzo al popolo che Dio ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù.

“Che il Signore cammini in mezzo a noi”.

Così pregate anche voi, “Famiglie nuove”, riunite oggi in Piazza San Pietro. Voi che siete un nuovo “popolo di Dio”, “stirpe eletta” e “sacerdozio regale” (cf. 1 Pt 2, 9), una “generazione che cerca il volto di Dio” (cf. Sal 24, 6) nelle vie di quella particolare comunità che è la “famiglia”. Famiglia – comunità perennemente presente nella storia, comunità primordiale, prima fra tutte le altre comunità umane – ma sempre nuova. “Nuova” non solo a causa dell’intreccio delle mutevoli circostanze; “nuova”, perché generata sempre da un amore nuovo, da una nuova scelta per una rinnovata fedeltà reciproca, per una vita nuova!

In questa grande assemblea liturgica vi saluto affettuosamente e lo faccio con le parole di Mosè: “Che il Signore cammini in mezzo a noi”!

2. Queste parole costituiscono innanzitutto una rivelazione di Dio.

Dio è disposto a “camminare in mezzo” agli uomini. Egli che in ogni uomo trova la sua immagine e somiglianza, la ritrova nella comunità umana, nella Comunione delle persone, nell’alleanza del matrimonio fra l’uomo e la donna.

“Benedetto è il Dio eterno, Dio dei padri nostri” (cf. Dn 3, 52) – dei nostri padri e delle nostre madri – Dio dei genitori, dei figli e delle figlie. “Benedetto nel suo tempio santo glorioso” (cf. Dn 3, 53), e al tempo stesso nel “tempio” di tante famiglie umane, nel tempio di ogni “chiesa domestica”, dove desidera dimorare e dove trova il “trono del suo regno” (cf. Dn 3, 54).

Questo Dio, una volta invitato dalle parole di Mosè, risponde; risponde in maniera che supera ogni umana aspettativa.

Questo Dio “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna... Ha mandato il Figlio... perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3, 16-17).

3. Nella pienezza dei tempi, questo Dio, che una volta ha parlato a Mosè nella colonna di nube, si rivolge all’umanità intera nel suo Figlio – nel Figlio consustanziale al Padre. Il Figlio dice: “Chi ha visto me ha visto il Padre... Io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14, 9-10). “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10, 30).

Questo Figlio – Gesù Cristo – è la “Grazia”. In Lui si compie in maniera sovrabbondante la preghiera di Mosè: “Che il Signore cammini in mezzo a noi”. Il Figlio mandato dal Padre è entrato nella storia dell’uomo, così che Lui stesso “ha svelato l’uomo a se stesso” (cf. Gaudium et spes, 22), rivelandogli l’amore del Padre.

Nel Figlio si rivela il Padre. L’uomo avvolto dal mistero di Dio, che è Uno nella sua Divinità e quest’Uno – l’Unico – è anche Padre, Figlio e Spirito Santo. La Grazia del Figlio Gesù Cristo rivela “Dio che è Amore” (cf. 1 Gv 4, 8) – rivela l’amore del Padre. La stessa grazia del Figlio è un avvio del comunicarsi della vita divina nello Spirito Santo.

“L’amore di Dio Padre, la grazia del Signore nostro Gesù Cristo e il dono della comunione nello Spirito Santo” (cf. 2 Cor 13, 13).

Dio che ha accettato l’invito di Mosè a camminare insieme con il suo popolo, si è fatto conoscere a noi in questo inscrutabile mistero di “Colui che è” (cf. Es 3, 14).

Noi viviamo sempre immersi in questo mistero, nella Vita trinitaria dell’Unico Dio. Oggi celebriamo questo mistero in modo particolare.

Colui che in Gesù Cristo si è fatto conoscere a noi come Padre, Figlio e Spirito Santo, è nella sua Divinità Padre, Figlio e Spirito Santo. E questa è la pienezza della Vita di Dio. E questo è proprio l’Amore.

4. Carissimi fratelli e sorelle! “Famiglie nuove”! Avete scelto la Solennità della Santissima Trinità come giorno del vostro pellegrinaggio “ad limina Apostolorum”. Volete dare la testimonianza a Dio, che è l’Amore. Volete dare la testimonianza a Dio, che – come Unità Trinitaria di Persone – costituisce un archetipo divino delle famiglie umane. Archetipo eterno, ma al tempo stesso sempre nuovo, per le “famiglie nuove”: nuove della novità della vita, nuove della novità della donazione reciproca originante una “comunione di persone”: dell’uomo e della donna, che genera in seguito una nuova comunione di persone – quella cioè dei genitori e dei figli.

“Famiglie nuove”, scaturite da una grande esperienza del movimento dei “Focolari”, a voi è domandato di dare testimonianza a Dio che è l’Amore; a Dio, che è l’Unità nella Trinità; a Dio che “tanto ha amato il mondo da dare il proprio Figlio” – da comunicarsi nello Spirito Santo, innestando così nei nostri cuori una vita nuova.

5. Tale testimonianza acquista una attualità particolare in prospettiva dell’“Anno della Famiglia”, proclamato per il prossimo 1994 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. La Chiesa saluta cordialmente questa iniziativa e ad essa si associa con tutto l’amore che ha per ogni famiglia umana. Vorrei anzi annunciare, proprio nel corso di questo Incontro Internazionale delle Famiglie, una convocazione speciale per l’intero popolo cristiano. Dalla Festa della Sacra Famiglia di quest’anno, fino alla stessa Festa del 1994 celebreremo anche all’interno della Chiesa Cattolica l’Anno Internazionale della Famiglia.

Il Pontificio Consiglio per la Famiglia, in rapporto con gli altri organismi competenti, seguirà le iniziative delle Nazioni Unite in spirito di dialogo e collaborazione, preparando e coordinando le celebrazioni e le manifestazioni che saranno promosse all’interno della Chiesa Cattolica.

L’Anno Internazionale della Famiglia offrirà senz’altro un’opportunità provvidenziale per approfondire i valori costitutivi di questa istituzione naturale. Sono certo che una loro migliore conoscenza e valorizzazione aiuterà a costruire un mondo più fraterno e solidale, riconoscendo la famiglia come cellula fondamentale della società.

Invito pertanto le Conferenze Episcopali, i Vescovi, le Comunità diocesane e parrocchiali, i Movimenti, i Gruppi e le Associazioni, specialmente quelli quotidianamente impegnati nella pastorale familiare, ad accogliere questo singolare momento di grazia per un lavoro che si spinga ancor più in profondità.

La famiglia, istituzione naturale, comunione di vita e di amore è oggi al centro dell’interesse dei credenti. I valori di donazione, comunione, generosità, amore e i compiti sublimi della procreazione e dell’educazione, che nascono e si alimentano nella famiglia, costituiscono motivo di riflessione per quanti hanno a cuore il destino dell’uomo e dell’umana convivenza.

Ai cristiani è domandato di offrire “un di più” che scaturisce dalla fede e dalla dignità del sacramento conferita da Cristo a questa istituzione naturale. Si tratta di testimoniare la verità e la fedeltà dell’amore nel matrimonio e nella sincera apertura al dono della vita.

Un’apertura ed un’attenzione speciale dovranno essere riservate alle famiglie che vivono nella povertà, in mezzo alle guerre, che sono costrette ad uscire dal proprio paese o sono visitate dal dolore e da sofferenze di vario genere. Ciascuno si impegni nell’assicurare solidarietà e vicinanza alle famiglie che attraversano momenti di crisi ed abbisognano della preghiera e del sostegno della Comunità cristiana.

6. È quanto cerca di fare il vostro Movimento attraverso l’impegno apostolico delle famiglie. “Famiglie nuove” è infatti un programma di vita proposto ai nuclei familiari cristiani, perché, ad immagine della Sacra Famiglia di Nazaret, si sforzino di vivere in modo concreto il Vangelo dell’amore in costante e docile ascolto dello Spirito del Signore. L’autentico rinnovamento del mondo passa attraverso il rinnovamento delle famiglie sotto l’azione salvatrice di Dio.

Carissime “Famiglie nuove”! Grazie per la vostra numerosa presenza. Vi saluto tutte con affetto e sono lieto di poter celebrare l’Eucaristia con voi quest’oggi, Solennità della SS.ma Trinità.

Mentre vi esprimo gratitudine per quanto operate al servizio dell’evangelizzazione della famiglia in ogni parte del mondo, vi incoraggio a proseguire nel vostro lavoro missionario. Sia il vostro un impegno di annuncio e di testimonianza, uno sforzo di conversione e di comunione per la costruzione d’un mondo vivificato dall’amore di Cristo obbediente e interiormente abbandonato alla volontà del Padre.

7. “Famiglie nuove”, occorre che diate testimonianza della grandezza della vocazione di sposi e di genitori a tutte le famiglie del mondo contemporaneo, in ogni luogo della terra, tra le varie nazioni, popoli e culture.

Bisogna che diate quella peculiare testimonianza che solo voi potete dare: famiglie – alle famiglie!

“Famiglie nuove”, diventate un segno vivo dell’amore di Dio e della Chiesa per ogni nuova famiglia.

“La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (cf. 2 Cor 13, 13).

“Il Dio dell’amore e della pace sia con tutti voi” (cf. 2 Cor 13, 11)!

“Che il Signore cammini in mezzo a noi”!

Amen.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana