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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE JÓSEF GLEMP,
ARCIVESCOVO METROPOLITA DI GNIEZNO E WARZAWA

 

A sua Eminenza reverendissima il Cardinale Józef Glemp,
Arcivescovo metropolita di Gniezno e Warzawa
Presidente della Conferenza Episcopale Polacca.

Venerabile e caro signor Primate.

Da diversi anni sono in corso lavori aventi per scopo la ripresa delle relazioni diplomatiche fra la Sede Apostolica e la Polonia. A seguito di molteplici iniziative, si è giunti nel luglio 1974 alla firma di un protocollo sui contatti permanenti di lavoro, attuati con le delegazioni composte dai rappresentanti delle due parti. Primo capo della delegazione della Sede Apostolica è stato l’eccellentissimo Arcivescovo Luigi Poggi, Nunzio Apostolico con incarichi speciali, che ha compiuto numerosi viaggi in Polonia, sviluppando i contatti con la società ecclesiale e con le autorità civili. Nel maggio 1978 il Papa Paolo VI ha fatto conoscere al Primate di Polonia, eminentissimo Cardinale Stefan Wyszynski, la volontà di inviare a Varsavia un rappresentante stabile in qualità di delegato apostolico; tale decisione è stata poi confermata dal Papa Giovanni Paolo I.

Negli ultimi anni, il governo della Repubblica Popolare di Polonia ha avanzato la proposta di piena normalizzazione delle relazioni fra lo Stato e la Chiesa, attraverso lo scambio di rappresentanti diplomatici con la Sede Apostolica. Questa proposta ha avuto una positiva valutazione da parte della Conferenza Episcopale Polacca, il che ha dato motivo per avviare speciali preparativi. All’attuale stato di cose, sembra possibile, e perfino opportuno, che la Sede Apostolica possa inviare a Varsavia un suo rappresentante con carattere appropriato.

La sua presenza in Polonia sembra necessaria anche perché è stata presentata la proposta di una convenzione fra la Repubblica Popolare di Polonia e la Sede Apostolica. Alla redazione del progetto di tale convenzione hanno lavorato apposite commissioni, composte da rappresentanti della Sede Apostolica, dell’Episcopato polacco e delle autorità della Repubblica Popolare di Polonia. La convenzione era inizialmente considerata come condizione per lo scambio dei rappresentanti diplomatici. In questa fase dei preparativi, la Sede Apostolica sarebbe pronta a inviare un suo rappresentante in Polonia ancor prima della firma della convenzione. Questo perché ad una elaborazione definitiva del testo della convenzione, che è un documento importante di carattere internazionale, possa partecipare il rappresentante della Sede Apostolica residente in Polonia. In un discorso alla Conferenza Episcopale Polacca, il 4 giugno 1987 a Varsavia, ho sottolineato il significato fondamentale delle relazioni diplomatiche fra la Polonia e la Sede Apostolica, riferendomi alla storia plurisecolare della Nunziatura Apostolica a Varsavia. Pertanto, la Sede Apostolica desidera che la decisione, che ora prende, possa costituire la piena continuazione delle relazioni diplomatiche con la Polonia.

Aggiungo che la presenza del rappresentante della Sede Apostolica in un determinato paese, particolarmente se cattolico, è una forma ordinaria di rappresentare stabilmente il romano Pontefice presso le Chiese particolari o anche presso gli Stati e le autorità pubbliche (cf. Codice di Diritto Canonico, canone 363 § 1).

Com’è noto, la Sede Apostolica mantiene al presente tali relazioni con centodiciassette paesi in tutto il mondo, senza contare le organizzazioni internazionali. Sotto l’attuale pontificato sono state istituite trenta nuove rappresentanze diplomatiche della Sede Apostolica.

Nel discorso sopra menzionato, ho messo in risalto, in particolare, l’aspetto della credibilità di questa decisione in rapporto alla nazione polacca, ed anche sul piano internazionale. La Sede Apostolica è sinceramente convinta che tale atto servirà al bene della Polonia, mettendo in rilievo la sovranità dello Stato, basato sulla pienezza dei diritti sovrani della società che vive in esso. La sollecitudine nell’assicurare questi diritti in ogni nazione e società è considerata dalla Chiesa come parte del ministero pastorale inerente alla sua missione evangelica.

In spirito di pastorale sollecitudine per il bene della Patria, partecipo questi pensieri a lei, signor Primate, quale Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, ed ai confratelli della medesima Conferenza, augurando loro l’assistenza dei patroni della Polonia. Alla loro intercessione e, particolarmente, all’intercessione della Signora di Jasna Gora, raccomando l’importante causa che è oggetto della presente lettera.

Con l’apostolica benedizione nel nome della Santissima Trinità.

Dal Vaticano, 11 aprile 1989.

GIOVANNI PAOLO II

 

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