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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
AL CARDINALE RAÚL FRANCISCO PRIMATESTA
IN OCCASIONE DEL 50° DI SACERDOZIO

 

Al Venerabile Fratello Nostro
S. Em.za Rev.ma card. Raúl Francísco Primatesta,
Arcivescovo di Córdoba in Argentina.

In occasione del 50° anniversario del giorno provvidenziale della sua ordinazione, noi, che per l’evento riteniamo di inviarle questa lettera a testimonianza della nostra carità, ci rallegriamo di questa circostanza lieta per lei, venerabile fratello nostro, e vogliamo manifestarle la nostra gratitudine e l’ottimo giudizio su di lei, avendo presente in particolare la sua fruttuosa azione pastorale con la quale, nel corso di tanti anni, si è reso benemerito nei riguardi della Chiesa.

E poiché sappiamo che presto nella sua chiesa cattedrale sarà celebrata una liturgia in suo onore, vogliamo che lei ci consideri presenti in spirito accanto a lei ed esprimiamo fin d’ora l’augurio che nel giorno prossimo di quest’attesa ricorrenza si veda onorato e amato dal clero e dal suo popolo, affinché, godendo della giusta consolazione che viene dall’affetto, possa annoverare quest’ultimo beneficio insieme a tutti quelli con cui Dio, autore e dispensatore di tutti i beni, ha voluto illuminare la sua opera di sacerdote e di vescovo. E anche se non è possibile ricordare tutti i suoi meriti, ci sembra giusto fare in breve menzione dell’attività da lei svolta in gioventù quando la Chiesa di La Plata prima, dove fu vescovo ausiliare, e poi quella di San Rafael, di cui fu pastore, godettero all’inizio del vantaggio della sua attività episcopale. Non dubitiamo infatti che queste due Chiese, conservando il ricordo di lei, gioiranno per questo anniversario assieme alla diocesi metropolitana di Córdoba, che guida egregiamente ormai da ventisette anni. Gli stessi responsabili della Repubblica la stimano e questa stima e autorità di cui ella gode vanno a suo onore e hanno grandissimo peso presso tutto il clero e i fedeli della sua Nazione. Spicca su ciò il ministero che lei svolge nell’Arcidiocesi di Córdoba che risulta fiorente, grazie al suo zelo e alla sua opera, tanto che, tra le Chiese argentine, è considerata la più solida e meglio ordinata; vi svolgono la loro missione un clero molto numeroso, e numerosissimi religiosi e religiose; vi fioriscono, a quanto pare, non poche vocazioni e vi sono presenti molti laici ben formati nei vari ambiti di apostolato. Ricordiamo tutto ciò solo a titolo di esempio, senza voler omettere altre cose, degne di lode, come il Sinodo diocesano, da lei guidato, celebrato e condotto a buon fine, i cui frutti auspicati hanno già cominciato a prodursi. Pensando a lei, venerabile fratello nostro, ricordiamo pure che per molti anni si è trovato degnamente a capo della Conferenza episcopale argentina, e crediamo che abbia svolto un lavoro assai fruttuoso nel guidare rettamente questi pastori, suoi fratelli nell’episcopato, nell’applicazione dei dettami del Concilio Vaticano II e nella sicura fedeltà alla Sede apostolica.

Con immutata benevolenza verso di lei, che già da tempo è stato cooptato, per divino consiglio, nel sacro Collegio cardinalizio, la abbracciamo, ci rallegriamo per questo suo aureo anniversario e preghiamo Dio, che tutto conosce, che si degni di ricolmarla anche in futuro dei suoi doni.

Per il resto, confermiamo i nostri auguri e rallegramenti impartendole con affetto profondo, venerabile fratello nostro, la benedizione apostolica, che vogliamo estendere anche a tutti coloro che parteciperanno alla gioia di questo tanto luminoso anniversario.

Dal Vaticano, 7 ottobre 1992.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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