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LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II
A MONSIGNOR PIERRE MAMIE,
PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SVIZZERA,
PER LA NOMINA DI DUE AUSILIARI ALLA DIOCESI DI COIRA

 

Al mio fratello nell’Episcopato,
monsignor Pierre Mamie,
vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo,
presidente della Conferenza episcopale svizzera.

“Grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro Salvatore” (Tt 1, 4). Caro fratello, con le parole della Lettera di san Paolo a Tito, la saluto molto cordialmente.

Con quella sollecitudine costante per tutta la Chiesa che è propria di Pietro e dei suoi successori per volontà di Cristo, seguo con grande attenzione i vari problemi della Chiesa svizzera, in particolare quelli riguardanti la diocesi di Coira. In seguito agli incontri avuti con lei e con gli altri miei fratelli nell’Episcopato del suo paese, e sulla base, inoltre, delle numerose informazioni che mi sono giunte da parte di persone degne di fede, ho potuto acquisire una maggiore conoscenza delle difficoltà attuali di questa diocesi, come pure del vivo desiderio da parte di sacerdoti e fedeli perché venga fatto ogni sforzo per ristabilire la piena comunione ecclesiale.

Dopo aver pregato e riflettuto a lungo, illuminato dalle opinioni di persone competenti, sono giunto alla convinzione che la nomina di due vescovi ausiliari era, in questo momento, la misura più adeguata per superare le difficoltà ricordate.

I reverendi padri Peter Henrici, S. J., e Paul Vollmar, S. M., prescelti per aiutare il vescovo di Coira, sono sacerdoti che si distinguono non solo per le loro doti umane, sacerdotali e pastorali, ma anche per l’amore sincero verso la Patria e verso la Chiesa. Sono sicuro dunque che sapranno consacrarsi con generosità al compimento della loro missione al servizio dell’unità presso questa beneamata parte del popolo di Dio.

Chiedo a lei, caro fratello, e a tutti i vescovi della Svizzera, di accogliere questi due vescovi con affetto fraterno. Durante i primi tempi, soprattutto, avranno bisogno di un sostegno leale e disinteressato che potrà aiutarli a conquistare il cuore della popolazione di Coira.

Tengo molto al fatto che i sacerdoti e i fedeli di questa diocesi, così come l’opinione pubblica di tutta la Confederazione, siano informati della vera intenzione che ha ispirato questa misura, ossia il contribuire a ristabilire la piena comunione in una Chiesa dalle tradizioni cristiane venerabili e illustri. Per questo le sarò molto riconoscente di quanto vorrà fare, insieme agli altri vescovi, per raggiungere questo obiettivo, dando così una chiara testimonianza della sua comunione con il successore di Pietro e con la Chiesa universale. In questa delicata circostanza, che rappresenta per tutti i cattolici svizzeri un appello alla conversione e un invito alla speranza, affido il clero e i fedeli della diocesi di Coira e delle altre diocesi alla beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, e a san Nicola di Flüe, patrono principale della Confederazione elvetica, affinché concedano a tutti la grazia di rinnovare l’impegno a diffondere il Vangelo di Cristo alla vigilia del terzo millennio cristiano, ormai alle porte. Con il saluto di colui che, risuscitato dai morti, vive in eterno e ci ripete: “Pace a voi!” (Gv 20, 19), invio a lei, agli altri pastori e a tutti i fedeli della Svizzera, la mia benedizione apostolica.

Dal Vaticano, 1° marzo 1993.  

IOANNES PAULUS PP. II

 

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