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LETTERA DI  GIOVANNI PAOLO II
ALLE MISSIONARIE DI GESÙ ETERNO SACERDOTE
NEL 50° DI FONDAZIONE

 

Alla Reverenda Madre MARIA EMANUELA JACOVONE
Superiora Generale delle Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote

1. Ricorre quest’anno il 50° anniversario di fondazione di codesto Istituto, nato dal cuore apostolico di Madre Margherita Maria Guaini, ed io mi sento particolarmente vicino a Lei ed a tutte le sue Consorelle in questa fausta circostanza.

Mi piace qui richiamare la preziosa eredità lasciata dalla Fondatrice, tornata alla Casa del Padre tre anni or sono, che si riassume nell’anelito di «fare della propria vita un’offerta umile, ma totale, in unione con l’offerta con cui la Vittima divina in ogni santa Messa si offre al Divin Padre» (Constitutiones, 3). Perciò ogni Missionaria di Gesù Eterno Sacerdote «si adopera a far conoscere ed amare Gesù Cristo, Sommo Eterno Sacerdote, la sublimità del Sacrificio della Messa, la dignità del Sacerdozio ministeriale e battesimale, il ministero del Vicario di Cristo il Papa, mediante opere di culto e di carità spirituali e temporali» (Constitutiones, 4).

2. Fu proprio nell’ardente desiderio di far conoscere Cristo e condurre anime a Lui che la vostra Congregazione aprì nel 1975 una prima missione in Bolivia, allargando poi i propri orizzonti alle Filippine e al Perù, al fine di diffondere e meglio far apprezzare il proprio peculiare carisma.

A tale opera preziosa per la Chiesa Madre Margherita Maria volle associare anche i laici. Nacque così il Movimento Apostolico «Nuovi», che oggi si sta diffondendo nel fervore e nell’entusiasmo e conta ormai numerose adesioni. È desiderio degli associati vivere con consapevolezza il sacerdozio battesimale, che rende tutti partecipi del Sacerdozio di Cristo e della sua missione salvifica. Questi laici nella pratica della vita cristiana danno preferenza al mistero eucaristico. Come ho sottolineato nell’Esortazione apostolica Vita consecrata, «questi nuovi percorsi di comunione e di collaborazione meritano di essere incoraggiati per diversi motivi. Potrà, infatti, derivarne, innanzitutto, un’irradiazione di operosa spiritualità al di là delle frontiere dell’Istituto, che conterà così su nuove energie, anche per assicurare alla Chiesa la continuità di certe forme tipiche di servizio. Un’altra conseguenza positiva potrà poi essere l’agevolazione di una più intensa sinergia tra persone consacrate e laici in ordine alla missione: mossi dagli esempi di santità delle persone consacrate, i laici saranno introdotti all’esperienza diretta dello spirito dei consigli evangelici, e saranno così incoraggiati a vivere e a testimoniare lo spirito delle Beatitudini, in vista della trasformazione del mondo secondo il cuore di Dio» (Giovanni Paolo II, Vita consecrata, n. 55).

3. Come non ringraziare il Signore per il momento di particolare impegno che il vostro Istituto sta vivendo? Con grande generosità vi preoccupate di accompagnare alcuni sacerdoti che intendono partecipare alla vostra spiritualità. Era questo un grande desiderio di Madre Margherita Maria. Ella voleva che i sacerdoti si amassero e si aiutassero, per essere sempre entusiasti e generosi nel loro ministero. Voleva per essi la «carità intersacerdotale », perché non sentissero il peso della solitudine e fossero sorretti in ogni difficoltà personale e pastorale.

Il Capitolo generale, da poco celebrato, ha deliberato di approfondire la teologia del carisma e di intensificare l’opera di promozione umana e di evangelizzazione, per essere nella Chiesa e con la Chiesa in cammino verso il Grande Giubileo. Intendete così cooperare con essa alla sua primaria missione: offrire al mondo Cristo Redentore.

4. Reverenda Madre, la sorgente a cui attingere costante energia spirituale ed apostolica sia sempre l’Eucaristia, che «sta per sua natura al centro della vita consacrata, personale e comunitaria... In essa ogni consacrato è chiamato a vivere il mistero pasquale di Cristo, unendosi con Lui nell’offerta della propria vita al Padre mediante lo Spirito . . . Si consolida ed incrementa l’unità e la carità di coloro che hanno consacrato a Dio l’esistenza» (Vita consecrata, 95).

Sia vostra assidua cura di coltivare «una solida spiritualità dell’azione, vedendo Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio . . . La stretta unione tra contemplazione ed azione permetterà, oggi come ieri, di affrontare le missioni più difficili» (Ivi, 74), tenendo presente la vita fraterna poiché «la vita religiosa sarà tanto più apostolica quanto più intima ne sarà la dedizione al Signore Gesù, più fraterna la forma comunitaria di esistenza, più ardente il coinvolgimento nella missione specifica dell’Istituto» (Ivi, 72).

Mentre ringrazio con voi il Signore per i doni che ha profuso nella vostra Famiglia religiosa in questi primi 50 anni di esistenza, imparto di cuore a Lei ed alle Consorelle, in segno di paterna benevolenza e in pegno di costanti grazie, una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 21 Marzo 1997.

IOANNES PAULUS PP. II

 

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