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MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
A MONSIGNOR ARRIGO MIGLIO, VESCOVO DI IGLESIAS,
ASSISTENTE ECCLESIASTICO GENERALE DELL'AGESCI

 

Al Venerato Fratello
Mons. Arrigo Miglio
Vescovo di Iglesias
Assistente Ecclesiastico Generale dell'AGESCI

1. E' ormai imminente la "Route Nazionale delle Comunità Capi" di codesta Associazione, che culminerà nel grande "campo" ai Piani di Verteglia, in provincia di Avellino, dove si incontreranno circa dodicimila capi scout italiani, per riflettere sul tema "Strade e pensieri per domani".

Ringrazio di cuore Lei e i Responsabili dell'AGESCI per avermi invitato a questo importante appuntamento, che riporta alla mia mente l'incontro gioioso avuto con i "rovers" e le "scolte" partecipanti alla Route Nazionale ai Piani di Pezza, il 9 agosto 1986. Ricordando quei momenti di grande entusiasmo giovanile e di fervida testimonianza evangelica, e non potendo, purtroppo, questa volta venire di persona, desidero inviare per la circostanza a Lei e a tutti i partecipanti uno speciale messaggio.

2. Carissimi capi educatori dell'AGESCI, vi saluto con le parole a voi familiari e che in tante occasioni ci siamo scambiate, quando vi ho incontrati nelle mie visite alle parrocchie di Roma o alle diocesi italiane: Buona strada!

Ringrazio il Signore per il percorso scout da voi compiuto e per l'impegno e la costanza che oggi dimostrate come educatori: siete collaboratori preziosi per la Chiesa e per tutta la società italiana nella missione educatrice verso i fanciulli, i ragazzi e i giovani a voi affidati.

La Route Nazionale che state vivendo vi ha visti "pellegrini" attraverso le regioni del Paese, quasi in una ideale catena che le univa fra loro in un comune impegno di solidarietà verso le generazioni più giovani. Ora, vi vede raccolti in una "città" fatta di tende, immagine efficace della condizione del popolo dei credenti in cammino verso "la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso" (Eb 11, 10). Essa rappresenta per ciascuno di voi e per l'intera vostra Associazione una straordinaria occasione di stimolo e di verifica per definire sempre meglio gli elementi qualificanti della vostra presenza e del vostro impegno nella Chiesa e nella società, per orientare il vostro cammino e quello dei giovani a voi affidati verso orizzonti di speranza e di rinnovata fiducia nella bellezza della vita e del servizio, per aiutarvi reciprocamente a superare le difficoltà che incontrate come educatori, attingendo alla ricca e ormai lunga tradizione dello scoutismo cattolico da voi ereditata.

3. Vi siete messi in strada dopo aver ascoltato le molteplici "chiamate" che vi giungono da varie parti: dai ragazzi e dalle loro famiglie, dai giovani, dalla società, dalle Chiese particolari in cui siete inseriti. Sono altrettante sfide che voi avvertite nello svolgimento di un servizio educativo, che esige da voi per primi un cammino di crescita spirituale ed umana per essere testimoni credibili dei valori che proponete. Tutti siamo ben convinti che - come disse il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Paolo VI - il mondo oggi ha bisogno più di testimoni che di maestri (cfr Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 41): perciò nella vostra Route avete rivolto lo sguardo anzitutto all'unico Maestro, Gesù Cristo, ascoltando quotidianamente la sua Parola e cercando i riflessi del suo volto in coloro che ne vivono fedelmente l'insegnamento e meritano quindi il titolo di maestri: uomini e donne che il Signore ci fa incontrare come testimoni sulla nostra strada. "Circondati da un così gran numero di testimoni" tenete "fisso lo sguardo" su di Lui, Gesù, il Maestro, per non stancarvi perdendovi d'animo (cfr Eb 12, 1-3), ma imparando da Lui a riconoscere i veri dai falsi maestri, i maestri di vita dai maestri di morte.

Un educatore, un capo deve continuamente saper discernere, essere vigilante. "Estote parati!" è il vostro motto. Come una sentinella, sappiate scrutare l'orizzonte per discernere tempestivamente le frontiere sempre nuove verso cui lo Spirito del Signore vi chiama. Quale progetto di uomo e di donna, di coppia e di famiglia un educatore è chiamato a proporre? Che cosa significa impegnarsi concretamente per un mondo più solidale e più giusto? Come vivere inseriti armoniosamente in una società complessa e diversificata, senza perdere la capacità evangelica di essere sale della terra e luce del mondo?

Si rivolgono a voi sempre più spesso ragazzi e giovani provenienti da famiglie ed ambiti lontani dalla vita cristiana, o appartenenti ad altre fedi religiose, attratti dalla bellezza e dalla saggezza del metodo scout, aperto com'esso è all'amore per la natura e per i valori umani, permeato di religiosità e di fede in Dio, efficace nell'educare alla responsabilità ed alla libertà. Si tratta di una sfida importante, che vi chiede di conciliare la chiarezza e la completezza della proposta di vita evangelica con la capacità di dialogo rispettoso della diversità delle culture e delle storie personali, che oggi si intrecciano anche in Italia.

4. Queste sfide voi potete affrontarle con fiducia e vincerle, proprio partendo dall'esperienza della tradizione dello scoutismo cattolico, quello delle due associazioni che vi hanno preceduto, l'ASCI e l'AGI, e quello che la vostra associazione, l'AGESCI, sta vivendo da oltre vent'anni. L'incontro dello scoutismo con la fede cattolica non ha messo in secondo piano, anzi, ha valorizzato e posto ancor più in evidenza la bellezza e l'importanza dei valori umani che ne caratterizzano il metodo educativo, ricco di consonanze e di convergenze con i valori evangelici e con i fondamenti di un'antropologia rispettosa del progetto di Dio creatore e della dignità e dei diritti fondamentali della persona umana.

Carissimi capi educatori dell'AGESCI, lasciatevi guidare da Colui che è l'unico vero Maestro, un Maestro amoroso ed esigente. Non abbiate timore di proporre tutto il suo insegnamento, arduo ma mai deludente, così come non avete timore di chiedere ai vostri giovani di affrontare imprese impegnative, quelle che permettono di raggiungere le vette dei monti e di scoprire le sorgenti della gioia e del senso della vita.

Il vostro fondatore, Baden Powell, amava indicare i due grandi libri che dovete sempre saper leggere: il libro della natura e il libro della Parola di Dio, la Bibbia. Si tratta di un'indicazione sicura e feconda. Amando la natura, vivendo in essa e rispettandola, imparate ad unire la vostra voce alle mille voci del bosco che lodano il Signore; immersi in essa continuate a celebrare i vostri momenti di preghiera e le vostre liturgie, che resteranno nel cuore dei giovani come esperienze indimenticabili. Coltivando la vostra tradizione di amore e di studio della Bibbia, troverete sentieri e strade sempre nuove per una catechesi originale ed efficace, inserita nel cammino di catechesi della Chiesa italiana e caratterizzata dalla ricchezza dei simboli e delle occasioni proprie dello scoutismo, secondo le preziose indicazioni del vostro "Progetto Unitario di Catechesi" e del "Sentiero Fede", sussidi che in questi anni avete opportunamente predisposto per il cammino formativo dei vostri ragazzi, di cui tutti voi, capi educatori, siete corresponsabili.

5. Carissimi capi dell'AGESCI, avrei desiderato con tutto il cuore di essere presente in mezzo a voi, nella meravigliosa cornice naturale dei Piani di Verteglia, ma le circostanze non me lo hanno consentito. Mi auguro di incontrare qualcuno di voi a Parigi per la Giornata Mondiale della Gioventù, ove gli Scout potranno condividere con tanti altri "le strade e i pensieri per domani", un domani di speranza e di pace, nel nuovo millennio che vedrà come protagonisti anche voi e i giovani a voi affidati.

Vi accompagni sempre Maria, la Madonna degli Scout, Colei che ha creduto pienamente alla Parola del Signore e si è messa prontamente in cammino per offrire il suo servizio.

Caro Fratello, a Lei come pure a tutti i sacerdoti impegnati nell'AGESCI, e a tutti voi, capi educatori, ed ai vostri ragazzi, invio con affetto una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 2 agosto 1997

IOANNES PAULUS PP. II

 

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