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MESSAGGIO URBI ET ORBI
DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II

Domenica di Pasqua, 26 marzo 1989

 

1. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Non è qui, è risuscitato” (Lc 24, 5-6).

Dal profondo della tomba scavata nella roccia ascoltano tali parole Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo (cf. Lc 24, 10).

Questa è la tomba nella quale è stato sepolto il corpo di Gesù dopo la morte sulla Croce.

Il fatto è avvenuto il venerdì all’imbrunire - poiché col crepuscolo iniziava a Gerusalemme la pasqua.

Il terzo giorno, nel giorno dopo il sabato, all’alba, la tomba è stata trovata vuota e la pietra rotolata via dal sepolcro.

Ecco la Pasqua - cioè il passaggio del Signore.

2. A Gerusalemme veniva festeggiata la memoria di quella notte, in cui Dio è passato attraverso l’Egitto e ha liberato Israele dalla schiavitù e l’ha avviato sulla strada della terra promessa.

In quella pasqua dell’antica alleanza Dio ha attraversato di nuovo Gerusalemme, è passato per la via della Passione di Cristo che si è fatto obbediente fino alla morte e ha redento ogni disobbedienza.

Cristo - nuovo Adamo - ha redento la disobbedienza del primo Adamo e di tutti noi, suoi figli e figlie secondo la carne. Dio è passato attraverso la morte sulla Croce del Golgota, attraverso i sigilli della tomba e si è rivelato nella Risurrezione all’albeggiare del terzo giorno.

“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”

Dio che è il Dio dei viventi e non dei morti si è rivelato qui. Perché lo cercate tra i morti?

Cristo è risorto!

3. In questa Pasqua è iscritto il nuovo ed eterno testamento.

L’alleanza del Dio della vita con l’uomo condannato a morte.

L’alleanza con l’umanità. L’alleanza con il mondo. Con “il mondo che è teatro della storia del genere umano”.

Con il mondo che i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall’amore del Creatore.

Con il mondo posto sotto la schiavitù del peccato ma che - con la sconfitta del maligno dall’obbedienza di Cristo fino alla morte è stato liberato.

In Cristo crocifisso e risorto questa liberazione permane in Dio per tutti gli esseri umani.

In Cristo crocifisso e risorto il mondo è stato di nuovo restituito a Dio perché venga trasformato, secondo il progetto divino, e giunga a quel compimento voluto eternamente da Dio (cf. Gaudium et Spes, 2).

Così insegna la Chiesa sin dai tempi apostolici.

Nei nostri tempi il Concilio ha ricordato questa dottrina sul passaggio di Dio nella Risurrezione di Cristo.

Ecco la Pasqua della nuova alleanza.

4. Questa è la verità pasquale sul mondo, in cui vive la grande famiglia umana, sulla vocazione dell’uomo, la quale supera il mondo. Il Concilio del nostro secolo ha avuto davanti agli occhi il mondo “che reca i segni degli sforzi suoi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie” (Gaudium et Spes) nel corso dell’intera storia e particolarmente nella presente epoca.

5. Su queste sconfitte e su queste vittorie del mondo di oggi, dell’uomo di oggi Dio continua a passare mediante la Risurrezione del Figlio suo, del Figlio dell’uomo.

Passa e libera, come al momento dell’esodo, come al momento in cui Cristo risorge, e trasforma il mondo.

Dio passa e libera dalla paura che incombe su tanti nostri fratelli e sorelle di fronte all’incertezza del futuro, dappertutto nel mondo, passa là dove la morte esprime ancora i suoi orrori dove la sofferenza imprime le sue stigmate nelle carni e negli animi passa dove non esistono condizioni degne di una vita veramente umana per la scarsità degli alloggi, la promiscuità, il nomadismo, dove l’egoismo inaridisce la fecondità del matrimonio e la famiglia si disgrega, dove si sfrutta e corrompe l’innocenza dei bambini dove si fa violenza alla loro bontà indifesa dove si fa turpe mercato del vizio e la donna ne è ancora sempre la vittima principale.

6. Dio passa e libera, nella Pasqua di Risurrezione, dai pericoli dell’intolleranza di qualsiasi nome dove l’annuncio della Pasqua non è ancora giunto o viene impedito dove le coscienze sono oppresse dove i fedeli di Cristo non possono apertamente invocarlo o soffrono persecuzioni a causa del loro amore a lui e alla sua Chiesa e a causa della loro fedeltà ai loro riti e alle proprie tradizioni religiose millenarie. Passa nei paesi dove i cristiani non possono raccogliersi attorno agli altari per celebrare l’Eucaristia dove il gregge attende il proprio pastore, della cui guida sente la mancanza e la nostalgia. La libertà religiosa infatti, benché profondamente sentita dalle coscienze e iscritta nelle costituzioni degli Stati e in convenzioni internazionali, anche oggi è sovente conculcata nelle forme più svariate. Dio passa inoltre là dove all’orizzonte inquieto e insanguinato di vari paesi non appare ancora la pace sospirata dove gli uomini, pur fratelli, si combattono in una prospettiva di distruzione e di odio come ancora avviene nel sempre diletto e tormentato Libano.

Ancora nella Pasqua di Risurrezione Dio passa e libera l’intero creato, opera delle sue mani, dalla schiavitù cui il peccato l’ha sottoposto (cf. Rm 8, 19-23): nel Cristo risorto, “risorge anche la terra, risorge il cielo” (S. Ambrogio).

Nel suo sangue, tutto viene riconciliato: l’uomo con Dio, con se stesso, con la natura, di qui prende nuova forza e consapevolezza la responsabilità dell’uomo anche verso la creazione per dare voce al suo anelito verso la liberazione finale e per trasformarla, in Cristo e con Cristo, in un inno di gloria al Padre.

É la verità che la Pasqua annuncia al mondo di oggi che per tanti versi sembra correre sconsideratamente verso l’autodistruzione e la morte.

7. In mezzo a tale verità sul mondo contemporaneo in mezzo alle vittorie e sconfitte che segnano la storia e che s’accumulano nella famiglia umana dei nostri giorni - la Chiesa sta presso la tomba di Cristo come quelle donne che vi si trovarono per prime. Ecco, la pietra è stata rotolata via e la tomba è vuota. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”.

La Chiesa nella liturgia pasquale rinnova oggi questo Giorno fatto dal Signore: lo rinnova e lo rende presente. Infatti dura immutabilmente la Pasqua cioè il passaggio del Signore. Non può essere annullata né nella storia del genere umano né nella storia dell’intera creazione. Essa dura immutabilmente. La Risurrezione di Cristo non è stata “aggiunta” alla storia.

É la storia dell’uomo, tutt’intera, che s’iscrive in questo Giorno unico che il Signore ha fatto per poter fare nuove tutte le cose (cf. Ap 21, 5).



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