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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL SEMINARIO DI STUDIO SUI
PROBLEMI DELLA FAMIGLIA E DELLA BIOETICA

Giovedì, 10 febbraio 1994

 

Venerati fratelli nell’Episcopato!

1. In occasione del Seminario di studio sulla pastorale della famiglia e sulla bioetica, incontro di approfondimento e di scambio di esperienze protratto per ben tre settimane, voi avete desiderato incontrare il Successore di Pietro per testimoniarGli i sentimenti della vostra comunione nella fede e nella carità di Cristo. Vi sono vivamente grato per il gesto premuroso e rivolgo a ciascuno il mio cordiale benvenuto. Una speciale parola di ringraziamento va al caro Cardinale Alfonso López Trujillo, che mi ha presentato in sintesi lo svolgimento dei vostri lavori.

So che alcuni di voi sono Pastori di vaste diocesi ed immagino le difficoltà che possono aver avuto nel lasciare la sede per dedicarsi interamente ad un’occasione di aggiornamento e di formazione permanente. Ma quale Vescovo può lasciare la diocesi senza dover affrontare problemi e disagi? Tanto più apprezzabile, quindi la disponibilità da voi dimostrata per non perdere quest’occasione di approfondimento dottrinale su temi di grande attualità.

Mi rallegro per l’iniziativa del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che offre a voi tutti un’opportunità preziosa di studio, di riflessione e di comunicazione fraterna. Essa è caratterizzata, come abbiamo sentito, da un’intensa attività e si prolunga per un tempo considerevole, con viva soddisfazione e con un vantaggio grande sia pastorale che personale.

Ringrazio quanti hanno collaborato alla sua realizzazione e, in particolar modo, gli specialisti dell’Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia e l’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica.

Con particolare affetto saluto i Vescovi dell’Europa dell’Est per i quali il corso costituisce la prima occasione di confronto pastorale prolungato con Vescovi di altri Continenti su queste tematiche di urgente attualità e per certi versi nuove per le loro Chiese.

2. I Vescovi sono oggi molto spesso caricati di numerosi e svariati impegni e non riescono sempre a trovare il tempo per affrontare con la necessaria calma e profondità temi complessi e nuovi come quelli sui quali vi siete applicati in questi giorni. È stata dunque una grazia del Signore l’aver avuto questa opportunità ed ora potrete ritornare nelle vostre Diocesi per rafforzare e perfezionare la pastorale della famiglia e della difesa della vita umana con rinnovato entusiasmo e profondità di conoscenza.

Questa vostra partecipazione certamente susciterà altre analoghe iniziative, ordinate alla realizzazione di incontri di studio e di formazione per Vescovi e per i diversi operatori della pastorale, allo scopo di attuare una valida azione di sostegno alla famiglia, incrementando una cultura della vita che vinca quella cultura della morte i cui segni si stanno manifestando in diversi ambiti dell’attuale società.

Non mi stancherò di raccomandare la creazione di Istituti per la preparazione dei responsabili della pastorale in questi settori fondamentali della vita ecclesiale come risposta all’imponenza delle sfide: oggi, più che mai, si rende indispensabile una seria e valida formazione finalizzata a questi obiettivi. La vostra partecipazione al Corso rende testimonianza della vostra sollecitudine pastorale e costituisce un esempio stimolante per molti.

3. La fedele unità di criteri teologici e pastorali, nell’ottica dell’insostituibile insegnamento del Magistero della Chiesa e con il supporto delle scienze umane e biologiche, costituisce una base valida per il servizio pastorale nel campo specifico di cui vi siete occupati in questi giorni.

La Chiesa è chiamata ad annunciare il “Vangelo della famiglia”, comunità di amore e di vita fondata sul matrimonio, e a proporre e difendere la dignità dell’amore autentico e responsabile. Le società sono impegnate a comprendere sempre meglio la necessità di riconoscere l’importanza dell’istituto familiare e la profondità dell’insegnamento della Chiesa a difesa della verità sull’uomo, il quale chiede di essere rispettato, amato ed aiutato. La Chiesa infatti è consapevole che nel promuovere il matrimonio e la famiglia, e nel difendere la sacralità della vita, contribuisce al bene della società nella maniera più autentica, genuina e disinteressata.

La società, infatti, non può vivere nella pace e nella prosperità, non può raggiungere un autentico progresso senza salvaguardare la dignità della persona, l’unità della famiglia e il rispetto della vita umana. Di questa verità, che è insieme elementare, civile e politica, si stanno rendendo sempre più conto le autorità pubbliche più attente e lungimiranti.

4. In questo spirito ho voluto portare la mia parola diretta e quasi confidenziale alle famiglie stesse, con una Lettera che sarà presto fatta conoscere.

La verità evangelica che ho inteso ricordare in questa Lettera è destinata a rafforzare le coscienze dei credenti, ma i valori che in essa vengono richiamati sono essenziali e vitali per tutte le famiglie e per la stessa società.

L’Anno della Famiglia ha quindi offerto l’occasione propizia per attuare questa iniziativa, che potrebbe essere utilmente ripetuta anche per i Vescovi di altre Conferenze e Continenti, così da portare frutti duraturi nelle Chiese locali.

Con questa speranza, formulo a tutti voi fervidi auguri ed invoco la continua assistenza del Signore nel ricordo della Santa Famiglia, sui cui esempi avete meditato visitando il Santuario di Loreto.

A tutti la mia benedizione.

 

© Copyright 1994 - Libreria Editrice Vaticana

 



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