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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
AGLI «AMICI DELL'UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE»
DI ROMA CON LE LORO FAMIGLIE
 

Basilica Vaticana
Domenica, 8 marzo 1959

 

Un'occasione di particolare compiacenza Ci offre il vostro numeroso Gruppo, o « Amici Romani » dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, e la vostra presenza è per Noi motivo di soavi ricordi, che da tanti e tanti anni Ci legano al benemerito Ateneo.

Siamo dunque lieti di accogliervi, diletti figli e figlie, mentre si prepara per domenica prossima la Giornata Universitaria, che, voluta da Pio XI di imm. memoria agli albori del suo pontificato, è ormai sì profondamente entrata nel cuore di tutti gli Italiani.

L'Università Cattolica del Sacro Cuore! Il solo enunciare queste parole, così alte, e nello stesso tempo così familiari, richiama al Nostro pensiero tante persone care e tanti avvenimenti lieti della recente storia dei Cattolici d'Italia. Alcune di quelle figure già « ci hanno preceduto col segno della fede », e la loro statura diventa col passare degli anni sempre più elevata, mentre la loro vicenda umana sembra acquistare il profumo di una nuova « Leggenda Aurea ». Quegli avvenimenti, poi, acquistano nel tempo un rilievo sempre più straordinario, come di fatti e di coincidenze voluti dalla Provvidenza, incoraggiati dai Nostri gloriosi Predecessori, e rivelatisi ora in tutta la loro importanza.

Noi ringrazieremo sempre il Signore per averCi concesso di vivere assai vicino al diletto Ateneo. Fummo infatti presenti — e la gioia che proviamo a rievocarlo Ce lo fa sembrare fatto recente — alla processione Eucaristica, in occasione del trasporto della Sede da via Sant'Agnese a Piazza Sant'Ambrogio. Abbiamo sempre provato sentimenti di amicizia e di profonda stima per il carissimo Padre Gemelli, il cui nome spontaneamente si associa a quello dell'Università del Sacro Cuore. E in tutti questi anni di vita dell'Ateneo abbiamo sempre seguito. da vicino e da lontano, tutte le tappe del suo continuo sviluppo, e rilevato con paterno gaudio il fervore del popolo Italiano per la sua Università.

Durante i sei anni che passammo a Venezia, non mancammo mai di incoraggiare, con particolari documenti, il buon successo della « Giornata », e fummo sempre i testimoni ammirati dell'affetto con cui tutti i Nostri fedeli rispondevano al Nostro invito. Siamo pertanto lieti di ripetere a voi, diletti « Amici » della Nostra Diocesi di Roma, le ultime parole che Ci sgorgarono dal cuore lo scorso anno, nell'imminenza della « Giornata », quando ancora echeggiava in tutti i cuori l'annuncio solenne, risonato quasi più come un ordine che come un invito nelle parole di Pio XII di ven. memoria, della Facoltà di Medicina, qui a Roma. Dopo aver sottolineato queste liete coincidenze, dicevamo:

« Naturalmente questi motivi di vivo compiacimento sono invito alla continuata cooperazione per la vitalità dell'Ateneo, e perchè il più recente proposito si realizzi nelle forme più rispondenti alle esigenze spirituali odierne della scienza e dell'apostolato.

Nel suo insieme di cattedre, di laboratori e di archivi la Università è come una delle antiche cattedrali del Medio Evo, che attestavano la magnificenza del potere religioso e temporale che le aveva volute, e la pietà di tutto il popolo che vi si sentiva attaccato come a cosa sua...

La sensibilità di ogni buon cattolico per la vita collettiva, ispirata al Cristianesimo, diventa sempre più animosa nella invocazione del contributo di solidarietà e di preghiera e di mezzi, anche materiali, per la vita, per il decoro e per gli sviluppi della Università del Sacro Cuore. Le sue affermazioni sono infatti motivo di onore per tutto il nostro Paese: e prendono posto tra le manifestazioni più alte ed edificanti dell'apostolato, che diffonde attorno a sé luce di dottrina e calore di fraternità e di carità.

Le mani soccorevoli che si stendono sopra le opere di Dio sono il segno della Provvidenza, e io le incoraggio e benedico ».

Anche ora incoraggiamo i vostri sforzi, i vostri sacrifici, le vostre sante industrie per l'amata Università; e a voi, come a tutti gli « Amici » d'Italia, va la Nostra assicurazione che vi seguiamo con paterno affetto, e preghiamo il Signore perchè il vostro lavoro produca gli auspicati frutti.

In pegno delle celesti grazie, siamo lieti di impartire a voi, qui presenti, e all'Università Cattolica — col suo Rettore Magnifico, col suo distinto Corpo Accademico, e con tutti gli studenti — la Nostra confortatrice Benedizione Apostolica.

Con profondo compiacimento e soave commozione vi salutiamo, diletti figli dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue, che, con i vostri benemeriti Dirigenti Nazionali, con numerosi amici e sostenitori dell'Opera, e con le vostre amate famiglie, siete venuti da tutta Italia per ascoltare la Nostra voce e ricevere la Nostra Benedizione.

Vi diamo il Nostro paterno benvenuto; e mentre gli occhi si soffermano sul vostro gruppo, così folto e attento, il cuore Nostro si apre a ciascuno di voi.

Il compiacimento e la commozione sorgono in Noi nel sapervi impegnati, come in una fraterna gara di abnegazione e di generosità, nella nobilissima missione di donatori del vostro sangue; missione tanto più nobile, quanto più nascosta è agli occhi del mondo, che talora si appaga di appariscenti vanità. Per questo Ci rallegra e conforta il vedervi qui attorno a Noi. Vi esprimiamo pertanto il Nostro plauso e il Nostro incoraggiamento; e vi diciamo che il vostro sacrificio, compiuto per altro in letizia di spirito, è non soltanto beneficio per gli ammalati, ma soprattutto, e prima di tutto, è assai gradito al Padre Celeste, « che vede nel segreto » [1], e da Lui avrà la ricompensa in « misura buona, e piena, e pigiata, e traboccante » [2].

Non esitiamo a chiamare apostolato il vostro servizio di donatori di sangue. Esso infatti si rivolge al bene corporale e spirituale del prossimo sofferente, per il quale è spesso insostituibile àncora di salvezza e stimolo a nuova fiducia nella Provvidenza divina. Quante vite salvate, quanti dolori leniti quante speranze ridonate, nei silenzi degli ospedali e nelle trepide attese delle famiglie! Vero apostolato è dunque il vostro Ma, esso, per raggiungere la sua perfezione, deve essere radicato e fondato nella carità, che è amore di Dio e dei fratelli. Come il sangue, silenziosamente scorrendo nelle vene, dà vita, colorite e robustezza a tutto il corpo, così la carità, nascosta ma pulsante linfa vitale, rende meritoria ed efficace ogni opera buona Senza la carità, gli eroismi sarebbero come bronzo sonoro cembalo squillante; con la carità, anche una sola goccia di sangue acquista davanti a Dio un valore soprannaturale.

Vi esortiamo pertanto, nel nome di Gesù Benedetto, ad alimentare i vostri spontanei sacrifici con la pratica quotidiana di questa sublime virtù, che sola può animarli ed impreziosirli.

Essa renderà più lieve ogni peso, e farà scoprire in ogni malato la presenza di Colui, che ritiene fatto a sé, tutto ciò che è stato fatto per uno dei più piccoli tra i suoi fratelli [3].

Ben sappiamo che molti di voi, anche tra i vostri zelanti Cappellani, sono fregiati di medaglia d'oro, per aver superato le settantacinque donazioni di sangue; tutti poi vi distinguete per i vostri sforzi, umanamente e cristianamente preziosi. Ebbene, rallegratevi, diletti figli, perchè grande è il vostro merito nella società, ma più grande è davanti a Dio!

Talora forse un senso di insufficienza vi può opprimere il cuore, perchè, come Ci viene riferito, la richiesta di sangue è sovente superiore all'offerta e alla disponibilità. Mentre pertanto Ci congratuliamo con voi, che sapete superare situazioni spesso urgenti e disperate, cogliamo l'occasione per invitare tutti i buoni, i volonterosi, i ben disposti a congiungere le loro energie alle vostre, affinché si allarghi sempre di più il campo già vasto del vostro influsso vitale.

Amiamo infine portare il Nostro pensiero a quanti della vostra Associazione, benché lontani, sono qui spiritualmente uniti a voi; e per tutti insieme eleviamo una fervida preghiera al Signore perchè moltiplichi i vostri meriti, fecondi i vostri sacrifici, conforti le vostre pene e preoccupazioni, vi sia vicino con la sua grazia e col suo amore.

In pegno della celeste protezione, e a rinnovata conferma della Nostra benevolenza, siamo lieti di impartire al solerte Fondatore e Presidente Internazionale, qui presente, ai Dirigenti Nazionali, agli illustri amici, a voi tutti, soci della Associazione Volontari Italiani del Sangue, e a quanti vi sono cari, nei legami della famiglia e del dovere, la confortatrice Benedizione Apostolica.


[1] Matth. 6, 4.

[2] Luc. 6, 38.

[3] Matth. 25, 40

 



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