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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica 11 ottobre 1970

 

Noi ricordiamo: come oggi, undici ottobre, otto anni fa, si apriva qui, nella Basilica di San Pietro, dal Nostro venerato Predecessore, Papa Giovanni XXIII, il Concilio Ecumenico Vaticano II. Alla sera di quel giorno benedetto, forse ricorderete, egli si affacciò a questa finestra salutando la folla con parole familiari.

La Chiesa si trova ancora nel cono di luce del Concilio e prosegue il suo cammino nel tempo verso l’estremo avvenire con più chiara coscienza attuale di sé e del mondo.

Sorgerebbe spontaneo il desiderio di fare il bilancio del grande avvenimento; ma forse non è ancora tempo; è ancora presto. Non possiamo chiudere gli occhi su certi ottimi risultati positivi, anche se ne osserviamo alcuni, non forse dovuti al Concilio, e non sempre univoci e coerenti: al fervore silenzioso dei figli fedeli, ad esempio, si è qua e là frammista l’inquietudine, spesso esagerata dalla pubblicità, di alcuni figli incostanti, stanchi di fedeltà, o suggestionati da certi loro arbitrii carismatici; così alla spinta verso uno sviluppo ecclesiale, sia spirituale che istituzionale, coerente con la tradizione autentica, s’è talvolta insinuata una tentazione di decadente secolarismo; accanto allo slancio iniziale verso l’unità dei cristiani in una perfetta comunione di fede e di carità si sono verificati alcuni fenomeni discutibili di acquiescenza e di conformismo, che potrebbero indebolire le ragioni stesse dell’autentico sforzo ecumenico; alla professione sincera e vissuta della fede è subentrata in alcuni la tendenza di moda di sempre dubitare e di tutto criticare; e così via. Sono situazioni complesse, e non certo definitive.

Ma chi bene osserva vedrà che la Chiesa ha acquistato una nuova vitalità, funzionale e spirituale. La sintesi è prematura. Ma le linee maestre, enunciate dal Concilio, sono oggi urgentemente programmatiche; due specialmente: la comunione, cioè la coesione e la pienezza interiore, nella grazia, nella verità, nella collaborazione, animata dallo Spirito del Concilio; e la missione, cioè l’impegno apostolico verso il mondo contemporaneo; queste linee generali sono ben presenti nella Chiesa Post-conciliare. Dobbiamo riprenderne coscienza con fiducia e con solidarietà; esse devono segnare il cammino a noi pellegrini verso il Cristo risorto ed eterno, e alimentare il respiro escatologico : « Vieni, Signore Gesù ».

Come all’apertura del Concilio, sia con noi la Madonna, madre di Cristo.

  



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