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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 5 gennaio 1975

Dunque, romani, prediletti fra tutti i figli egualmente amati; è cominciato l'Anno Santo! un Anno Santo nuovo, rispetto ai precedenti, per tante ragioni, di cui la prima, che tutte le riassume, è questa: perché il mondo è cambiato. Cambiato culturalmente, socialmente, civilmente, tecnicamente, e cambiato spiritualmente, in modo speciale per il dopo-guerra e il dopo-concilio. Ma per chi bene osserva la realtà spirituale delle cose, tutto questo non conta molto, o cioè: conta per crescere, non per diminuire, il significato, l'importanza, l'impegno dell'Anno Santo medesimo. Il «fenomeno Anno Santo» acquista in questo momento storico una originalità singolarissima in un mondo come il nostro. Osservate i due aspetti principali che gli sono propri: quello esteriore, dapprima; potremmo definirlo l'aspetto turistico, cioè quello del movimento dei forestieri, dei visitatori, degli osservatori, e soprattutto dei pellegrini, condotti a Roma, questi ultimi, da uno scopo religioso, che vuol essere, quanto più possibile, serio, espressivo, incisivo, memorabile. Saranno molti certamente, forse non moltissimi, come taluni dicono, alcuni sperando, altri temendo, ma in numero sufficiente, noi speriamo, per mettere in evidenza unica il volto secolare e perenne di Roma: sacro e universale. Ogni cattolico, venendo a Roma può e deve sentirsi a casa sua, non forestiero: civis Romanus est (Act. 22, 26), come S. Paolo.

Perciò noi siamo riconoscenti alle Autorità civili, ed a quanti hanno competenza al riguardo, che cercano di dare a Roma il volto degno, nobile, ordinato, funzionale, che le spetta; e preghiamo voi tutti, Romani, di dimostrare in questa grande e prolungata occasione un vero senso di ospitalità, accogliente, rispettosa, cristiana. Questi ospiti facilmente vi giudicano, e spesso da piccoli particolari di urbanità, e portano poi la loro opinione nel mondo. Noi sappiamo che il nostro Cardinale Vicario ha già predisposto incontri amichevoli ed esemplari di alcune Parrocchie con i Fratelli di fede, che vengono da lontano. E così faranno le Chiese Nazionali in Roma. Bene. Perciò i Romani non saranno soltanto spettatori, o indifferenti, o annoiati, o tanto meno esosi, verso il fiume cosmopolita dei suoi buoni, ma esigenti e critici visitatori, ma saranno fratelli, amici, e signori nel senso buono della parola! Poi sarà da osservare l'aspetto interiore, cioè religioso, morale e spirituale dell'Anno Santo, sia nei suoi fenomeni personali e coperti da gelosa discrezione: qualcuno traspare, ed è commovente; e sia nei suoi aspetti comunitari, non volutamente spettacolari, ma per se stessi bellissimi ed impressionanti, specialmente per l'unità della fede e della preghiera, nella varietà della composizione, e per la comune animazione di carità e d'armonia di animi e di propositi. È il volto della Chiesa che si manifesta, umano, sì, ma già irradiato di arcana bellezza. Sappiamo riconoscerlo, e procuriamo noi stessi d'essere parte. Maria con Cristo è al vertice!



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