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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 26 ottobre 1975

Oggi, un Santo Nuovo: Giustino De Jacobis, «un grande figlio della Lucania, apostolo dell'Abissinia», come è stato ben detto. Già beatificato nel 1939 dal nostro venerato predecessore Papa Pio XII. Nacque nel 1800 e morì nel 1860, appunto in Abissinia. Era un figlio di S. Vincenzo, cioè un Lazzarista, apparteneva cioè alla Congregazione della Missione; e nel senso ormai specifico della parola missionario fu. Ha un solo torto, quello d'essere troppo poco conosciuto. Sorge forse in alcuni la domanda: ma dobbiamo conoscerli tutti questi Santi? non sono troppi? anche per le prossime domeniche di questo Anno Santo avremo altre simili cerimonie. Risposta: godiamo che la storia della Chiesa si arricchisca di Beati e di Santi; è la sua gloria, è la nostra gioia. La Chiesa ha sempre bisogno di nuovi Santi; ne ha bisogno il mondo. Perché, innanzi tutto, questo culto della santità umana, come la Chiesa lo concepisce e lo svolge, non solo non detrae alcunché al sommo culto di adorazione e di fonte unico di santità che è dovuto a Dio: sì bene lo celebra.

Il culto dei Santi è un culto riflesso; è la gloria resa a Dio nelle migliori sue creature. Come ammiriamo l'opera di Dio, la sua onnipotenza, la sua grandezza, la sua bellezza nel quadro della natura, così, e tanto più, possiamo e dobbiamo vedere l'immagine di Dio, ricondotta alla sua perfezione, e irradiante la sua opera ed il suo amore, nello specchio di quei nostri più valorosi fratelli che risplendono della santità della grazia. «Mirabile è Dio nei suoi Santi», dice un salmo (Ps. 67, 36): ed è questa meraviglia divina che noi esaltiamo in queste singolari creature che sono i Santi. Diciamo di più. Noi abbiamo bisogno di esempi umani per arrivare alla superiore imitazione di Dio. Lo diceva anche S. Paolo proponendo se stesso ad esempio: «siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1 Cor. 4, 16). Non trascuriamo questa pedagogia efficacissima dell'imitazione di modelli più grandi di noi. L'agiografia, cioè la scienza su i Santi, può essere una scuola superiore di vita virtuosa, forte e bella. Così sia per noi davanti alla galleria dei nuovi Santi che la Chiesa ci espone davanti a nostro stimolo e a nostro conforto.



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