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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 23 novembre 1975

Noi rinnoviamo il nostro saluto a tutti i militari, alle loro famiglie, ai pellegrini, ai visitatori tutti, presenti a questa cerimonia giubilare, che cade proprio nella festa di Cristo Re dell'universo, e per noi Re della pace. Grazie, grazie, figli carissimi, che siete intervenuti a questa fraterna e religiosa celebrazione. Grazie alle Autorità civili e militari d'ogni Paese, che vi hanno concesso e agevolato codesta presenza. Grazie ai vostri Cappellani, che qua vi hanno guidato a questo incontro fraterno internazionale. Voi, uomini d'armi, siete più che altri capaci di comprendere il significato dominante dell'Anno Santo, che ha dato motivo a questa convocazione: l'Anno Santo, voi lo sapete, vuol essere un grande atto, un grande sforzo di riconciliazione. Cioè di pace! Nessuno meglio di voi può esaltare la pace! Per la sua difesa nella giustizia e nell'ordine voi siete soldati! E se l'uragano della guerra si è rovesciato sulle vostre esistenze, voi più di tutti potete apprezzare quale bene supremo, per la società nazionale e internazionale, sia la pace che voi volete assicurare alle famiglie ed ai popoli.

Due principii rischiarano oggi il nostro pensiero. Primo: la pace è altrettanto doverosa che difficile; bisogna non solo difenderla, ma costruirla, nella giustizia, nella fratellanza, nel perdono, nella buona politica e, se necessario, - auguriamo che più non lo sia -, nel sacrificio. La pace non è un risultato di inerzia, di passività, di debolezza, di viltà; non è nemmeno un equilibrio provvisorio di forze contrastanti. La pace dev'essere un programma energico di rapporti umani ispirati alla giustizia, alla fratellanza, alla collaborazione; e la vostra vita militare può ben essere una pedagogia sociale ispirata a questi superiori doveri, a questi generosi propositi, cospiranti alla vera pace. E secondo principio; e questo, se per sé vale per tutti, per noi è luminoso risultato della nostra fede religiosa: Cristo, Cristo solo è il vero fondamento della pace, perché Egli è il sommo e vero maestro dell'amore e della vita. Ed è nel suo nome che noi lanciamo il nostro «evviva» alle vostre patrie e diamo a tutti, auspice Maria, la Regina della pace, la nostra Benedizione.



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