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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 22 agosto 1976

 

Sono finite le vacanze? per molti sì; per altri, che ancora non ne hanno goduto, o tra poco ritorneranno alla consueta operosità, si pensa egualmente al dopo-vacanze, cioè agli impegni del nuovo ciclo di lavoro nel proprio contesto scolastico, professionale e sociale.

Con quale animo? Stanco, incerto, sfiduciato, ribelle, come quello che non ama la fatica che lo attende, e vorrebbe eludere la legge dell’impegno quotidiano, diventata più molesta dopo la tregua evasiva e beata delle ferie estive? Questo, se è psicologicamente comprensibile, non deve essere per «gli operai della vigna» del Signore, che siamo noi tutti, ammissibile. Viviamo sotto l’insegna del lavoro. Abbiamo tutti coscienza che la vita è dovere; e tutti sappiamo che la nostra attività vale per l’ideale che la illumina e per l’energia con cui essa è eseguita. Anche un modesto programma di esistenza può darle senso e valore, se compiuto con amore buono e forte. Noi cristiani non dovremmo mai dimenticare questa possibilità di dare merito superiore alla nostra operosità, anche se umile e nascosta, animandola di fede e di carità (Cfr. Luc. 16, 10; Matth. 10, 42; Marc. 12, 43).

Diciamo questo pensando a certi aspetti moralmente tristi del nostro tempo, che possono insinuare pessimismo nel nostro animo, e acquiescenza, e perfino viltà nella nostra condotta, come sono tanti avvenimenti contrari ai propositi di pace, di giustizia, di umanità a cui s’è pure impegnata la convivenza civile del nostro tempo. Anche dalla scena pubblica della vita contemporanea vengono ora molti esempi contraddittori e deprimenti.

Ma non ci dobbiamo rassegnare alla inguaribile debolezza della natura umana. Dobbiamo innanzitutto difendere in noi stessi la fiducia delle sempre possibili rivincite del bene. Chi prega sperimenta questa fiducia. Dobbiamo poi esplorare il problema pratico della Provvidenza e dell’economia della Croce, la quale sa trarre conseguenze buone anche da premesse negative, e può rimandare all’ultimo giorno la discriminazione vittoriosa del bene dal male (Cfr. Matth. 13, 29). Ciò che importa ora è crescere la potenzialità operativa del bene. Bisogna essere più forti, più attivi, e più buoni; e tutti così. Questo può essere un proposito conclusivo delle vacanze. E ci aiuti la Madonna ad attuarlo.

  



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