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PAOLO VI

UDIENZA GENERALE

 Mercoledì, 23 settembre 1970

 

Scongiurare il peggio nella grave situazione del Medio Oriente

Noi non faremo quest’oggi il consueto discorso delle Udienze Generali: lo stato delle cose nel Medio Oriente ci sembra così grave e così minaccioso da non consentirci di parlarvi a Cuor tranquillo d’altri temi. Siamo molto impensieriti di quanto avviene in quella regione. Noi non abbiamo altre notizie oltre quelle che sono a conoscenza di tutti, ma quelle divulgate in questi giorni sono veramente tristi. Pensiamo alle migliaia di morti e di feriti, pensiamo agli ostaggi, ancora incerti della loro sorte, pensiamo alle nuove e molte rovine, alle insopportabili sofferenze delle popolazioni. Ma per di più ci affligge il carattere di guerra civile, che si aggiunge a quello dell’implacabile e lungo conflitto, e ci accresce la pena l’inasprimento degli animi, l’aggravarsi dei pericoli, che possono assumere proporzioni enormi e generare incalcolabili catastrofi. Non vogliamo drammatizzare: con la pausa che imponiamo al nostro colloquio settimanale vorremmo muovere più efficacemente gli animi alla riflessione e alla preghiera.
Guardiamo con fiducia alle Persone e agli Enti di grande rilievo, che si pronunciano per la tregua e si fanno premure per scongiurare il peggio. Noi pure li incoraggiamo a fare risolutamente opera di pace. Ammiriamo quanti si prodigano per portare soccorsi e per richiamare in quei Paesi e nel mondo sensi di umanità e di saggezza. Quanto a Noi, non perderemo la speranza della pace, avremo tanto più la compassione per ogni umana sofferenza, crederemo ancora nella possibilità d’intesa delle parti in conflitto; aiuteremo, nei limiti a Noi consentiti, ogni tentativo di soluzione ragionevole della crisi; e soprattutto con voi, con la Chiesa, invocheremo la misericordia e l’assistenza di Dio.

Partecipanti alla «settimana» di aggiornamento pastorale

Nell’udienza di stamane abbiamo la gioia di accogliere un folto gruppo di sacerdoti e religiosi veramente meritevoli della Nostra più affettuosa stima: sono i partecipanti alla XX Settimana Nazionale di aggiornamento pastorale.
Vi ringraziamo, figli carissimi, della vostra visita e dei sentimenti di devozione che ve l’hanno suggerita.
La singolare circostanza del ventennio di vita di questi Corsi, la qualificazione e il numero dei partecipanti, come pure l’argomento dei vostri lavori, «Fede e religione nella comunità parrocchiale, oggi», avrebbero richiesto maggior tempo di quanto, purtroppo, le Nostre possibilità ci consentono. Pur limitandoci ad un brevissimo saluto, esso ci obbliga a riconoscere le alte benemerenze di questa iniziativa, dovuta allo zelo del caro e venerato Mons. Grazioso Ceriani. Ricordare gli inizi di questi Corsi, e pensare al contributo dato coi successivi sviluppi nel campo dell’attività pastorale del clero in Italia, ci riempie il cuore di gratitudine a Dio e di elogio a quanti hanno promosso, incoraggiato e sostenuto queste Settimane, che col volgere degli anni si sono dimostrate provvidenziali più che mai.

Del resto basta sottolineare i termini stessi che formano il tema del vostro incontro di quest’anno, perché il Nostro e il vostro animo si mettano subito in contatto con una viva e stimolante realtà, densa di problemi, di urgenze, di difficoltà, che comporta il dovere di comprendere meglio il mondo in cui viviamo, di vedere i fermenti che lo animano, per rendere più incisiva l’azione pastorale in una società in profonda trasformazione non solo negli aspetti organizzativi e quantitativi, ma altresì sul piano stesso dei valori.
In tutto ciò grande è la vostra responsabilità, diletti figli, perché è anche su voi che fa affidamento la Chiesa per riavvicinare il mondo moderno che in questi ultimi tempi tanto si è allontanato da lei. Beati voi, se saprete essere non spettatori inerti, o peggio ancora critici e scettici, ma fermento apostolico santificatore, e collaboratori generosi e disciplinati nello sforzo di rinnovamento che la Chiesa sta compiendo in questo periodo postconciliare.
A tanto vi conforti l’assicurazione della Nostra preghiera e la Benedizione Apostolica che di cuore impartiamo a tutti voi e ai benemeriti promotori e maestri della Settimana.

Corso di spiritualità Post-conciliare per sacerdoti

Salutiamo con cordiale affetto i sessanta Sacerdoti, Religiose e laici d’Italia, del Brasile e della Spagna, che hanno partecipato, al Centro Internazionale Pio XII di Rocca di Papa, ad un corso di spiritualità Post-conciliare, iniziato il 15 luglio; e salutiamo con essi il venerato Padre Riccardo Lombardi, che qui ha portato il gruppo al termine ormai prossimo delle sue giornate di preghiera e di studio.
Vi siamo grati per l’esempio che date, e per le speranze che promettete: voi indicate infatti una ferma volontà di amare il Concilio, di approfondire il Concilio, di vivere e di far vivere il Concilio, in tutti i suoi insegnamenti, che impegnano l’intera esistenza cristiana al servizio di Dio e dei fratelli. Voi dimostrate perciò di aver accolto, come in terreno particolarmente fertile, le nostre parole di commiato, alla chiusura delle assise conciliari: il Nostro saluto, dicevamo, «possa . . . accendere questa nuova scintilla della divina carità nei nostri cuori; una scintilla, la quale può dar fuoco ai principi, alle dottrine e ai propositi, che il Concilio ha predisposti, e che, così infiammati di carità, possono davvero operare nella Chiesa e nel mondo quel rinnovamento di pensieri, di attività, di costumi e di forza morale e di gaudio e di speranza, ch’è stato lo scopo stesso del Concilio» (8 dicembre 1965: A.A.S. LVIII (1966), pp. 7-8).
Questo fuoco voi dovrete e saprete diffondere attorno a voi, dilatando in raggi sempre più ampi la vostra azione apostolica. È la speranza, che la vostra presenza lietamente ci assicura, e che incoraggiamo di cuore, mentre tutti vi benediciamo, con l’augurio di essere validi e umili strumenti del Regno di Dio.

Il movimento «Oasi»

Desideriamo rivolgere la Nostra parola di saluto, di plauso e di sprone ai trecento sacerdoti, religiose e laici, guidati dal Reverendo Padre Virgilio Rotondi, i quali in questi giorni celebrano il primo Congresso Internazionale del Movimento «OASI», che compie quest’anno i suoi venti anni di vita.
Ben sappiamo che voi, carissimi figli, volete generosamente impegnare la vostra vita in una filiale e docile disponibilità all’azione di Dio e in un silenzioso e fattivo servizio dei fratelli, rispondendo sempre all’appello divino con l’atteggiamento di Gesù, il quale, entrando nel mondo, si offriva al Padre per fare la sua volontà (Hebr. 10, 9) e con l’umiltà di Maria, la quale si donava a Dio in un «fiat» totale (Luc. 1, 38).
Siate pertanto i testimoni ed i portatori, nel vostro ambiente, di questo messaggio gioioso di dedizione, che è la risposta alla universale vocazione alla santità, alla quale tutti i cristiani sono chiamati (Cfr. Lumen gentium, 5).
Come segno di compiacimento per l’azione svolta in questi venti anni e come auspicio di un nuovo slancio di fervore, ben volentieri impartiamo a voi, al Movimento, al suo Direttore e a tutte le persone che vi sono care l’Apostolica Benedizione.

Ex-allievi dei Salesiani

Partecipano a questa Udienza i rappresentanti della Confederazione Mondiale Ex-allievi Don Bosco, riuniti in questi giorni a Torino per celebrare il centenario della loro prima organizzazione; anche ad essi, ed in particolar modo al caro e venerato Rettore Maggiore dei Salesiani che li guida, Don Luigi Ricceri, il Nostro saluto, il Nostro augurio, il Nostro compiacimento.
La vostra presenza, così numerosa e fervorosa, ci offre la consolante certezza della vitalità del vostro Movimento, sorto cent’anni or sono come uno dei frutti più belli sulla scia dell’apostolato di San Giovanni Bosco. Il bisogno che voi sentite di mantenere i rapporti sia con i vostri maestri di un tempo e sia con i vostri antichi compagni, ci dice il valore dell’educazione che avete ricevuto, e nello stesso tempo l’impegno con cui voi cercate di rendere coerente il vostro modo di vivere di oggi con la formazione di ieri. Voi avvertite che la scuola di Don Bosco vi ha dato qualche cosa di più che un’accurata istruzione o una dignitosa professione; vi ha dato dei principi; dei principi chiari, forti, vitali; vi ha dato la coscienza dei vostri doveri e l’esaltante sicurezza della vostra vocazione cristiana.

E allora Noi vi diremo: amate la vostra associazione, siatele fedeli, e soprattutto adopratevi con tutte le forze per irradiarne lo spirito sugli altri, con una testimonianza cristiana franca, aperta, generosa, dispensatrice di serenità e letizia, conforme agli insegnamenti di Don Bosco. Di questa testimonianza ha urgente bisogno il mondo che vi circonda. Ve la chiede la Chiesa oggi con la voce autorevole del Concilio Vaticano II (Cfr. Apostolicam actuositatem, 2).
Carissimi figli, che il Signore benedica la vostra associazione e la renda feconda di generosi frutti per il domani cristiano della società. Noi Glielo chiediamo con tutto il cuore dandovi la Nostra affettuosa Apostolica Benedizione, che estendiamo agli ex-allievi delle scuole salesiane sparsi nel mondo e a tutti i loro familiari e dirigenti, in pegno dei divini favori.

Pellegrini dell’arcidiocesi di Fermo

Siamo debitori di particolare gratitudine all’Arcivescovo di Fermo, che ha voluto far ricordare il Nostro giubileo sacerdotale indicendo un pellegrinaggio da tutte le Parrocchie dell’Arcidiocesi: porgiamo perciò il Nostro commosso benvenuto al venerando Pastore, Mons. Norberto Perini, all’Amministratore Apostolico, Mons. Cleto Bellucci, che si appresta a iniziare la missione affidatagli, e a tutti voi, carissimi sacerdoti e fedeli di ogni età e classe sociale.
Vedendovi qui, accanto a Noi, uniti in un solo palpito di fede e di amore, pare a Noi di vedere come l’immagine vivente della Comunità ecclesiale diocesana, stretta, col suo Pastore, attorno alla Cattedra di Pietro: comunità nutrita della vita divina, che fluisce nelle anime attraverso la partecipazione all’Eucaristia e ai Sacramenti; comunità illuminata dalla Parola rivelata e dalla Legge divina, che è lucerna ai nostri passi e luce al nostro cammino (Cfr. Ps. 118, 105); comunità operante sul piano della carità, nella pratica costante del bene per l’elevazione della famiglia e della società. Noi vi auguriamo che la vostra Arcidiocesi sempre corrisponda a questi ideali, cercando di vivere integralmente gli insegnamenti del Vangelo, quali sono stati proposti dall’insegnamento pastorale del Concilio Vaticano II, per la loro applicazione sempre più efficace e coerente; e invocando su tutti voi, sui vostri cari lontani, sull’intera popolazione diocesana le particolari consolazioni del Signore - specie sui piccoli, sulla gioventù, sui lavoratori, sugli infermi - di cuore impartiamo la Nostra Benedizione, pegno di particolare benevolenza.

L’associazione «Auxilia»

Vogliamo ora dare il Nostro sincero e cordiale benvenuto al gruppo di insegnanti e allievi invalidi dell’Associazione «Auxilia». Abbiamo già altre volte espresso il Nostro incoraggiamento a codesta tanto benemerita iniziativa: e amiamo ripeterlo oggi a voi, maestri e alunni, qui presenti o lontani, per dirvi il bene che vi vogliamo, l’interesse con cui vi seguiamo, tutta l’ammirazione che la vostra attività suscita in noi. «Auxilia» è un’opera evangelica: nel silenzio, nell’umiltà, nell’abnegazione, senza ricercare ricompense umane, essa vuole aiutare, comunicando l’istruzione, quanti non hanno la possibilità di frequentare la scuola, specialmente gli ammalati e gli ospiti delle case di pena. Diciamo a voi, insegnanti, che la vostra azione, secondo la promessa del Redentore, avrà la sua ricompensa nel Cielo, perché a Lui direttamente è rivolto quanto si compie in favore dei piccoli e dei sofferenti (Cfr. Matth. 25. 34-40); e assicuriamo a voi, carissimi alunni, tutta la Nostra partecipazione ai vostri dolori, alla vostra solitudine, alla vostra sete di vivere e di conoscere. Vi siamo vicini con la preghiera, nel silenzio dei Nostri colloqui con Dio, che abbracciano tutta l’umanità, e specialmente quella che soffre.
A tutti, in pegno di sempre copiose consolazioni divine, la Nostra Apostolica Benedizione.

Pellegrini dalla Francia dal Lussemburgo e dalla Spagna

Nous accueillons de tout cœur le pèlerinage de l’Union catholique des cheminots français de Strasbourg. Nous vous félicitons, chers Fils, de cette démarche que vous faites fidèlement au cœur de l’Eglise: qu’elle vous permette de porter ensuite, près de vos compagnons de travail et de vos familles, le témoignage de foi et de charité dont notre monde a tant besoin.
Nous sommes heureux de saluer aussi le groupe des pèlerins luxembourgeois, venus ici avec leur cher Pasteur, Monseigneur Jean Hengen, et Monsieur l’Ambassadeur du Luxembourg, pour fêter le centenaire de l’érection de leur diocèse par notre vénéré prédécesseur, le Pape Pie IX. Dans l’Eglise du Christ, continuez à apporter votre participation généreuse, et transmettez à votre Evêque, Monseigneur Léon Lommel, nos fraternelles salutations.
Enfin, comment taire Notre joie de rencontrer ce matin les Petites Sœurs de Jésus, avec leur méritante fondatrice, Soeur Magdeleine de Jésus, et leur nouvelle responsable, Sœur Annie de Jésus?Quarante-sept d’entre vous, chères Filles, venues des horizons les plus divers de notre globe, vous venez de faire votre profession perpétuelle, pour engager toute votre vie, avec Jésus, dans le sillage du Frère Charles de Foucauld, au milieu des pauvres et de ceux qui sont souvent loin de l’Eglise, dans un esprit de prière contemplative et d’amour universel. Quel bonheur de voir l’esprit de Dieu susciter aujourd’hui de telles vocations!

Nous rendons grâces à Dieu et Nous vous félicitons, vous et vos parents ici présents. Votre témoignage évangélique, qui ne connaît pas de frontière, est particulièrement précieux au sein de l’Eglise actuelle: partez heureuses et confiantes dans le Seigneur Jésus qui vous appelle à imiter sa vie de Nazareth. Nous saluons avec le même encouragement vos sœurs qui sont venues ressourcer leur vie spirituelle avec le cher Père Voillaume, et toutes vos sœurs de la Fraternité générale de «Tre Fontane», avec leurs Assistantes et Conseillères.
A tous et à toutes, Nous donnons de grand cœur Notre paternelle Bénédiction Apostolique.

Vuestra visita, amadísimas hijas Oficinistas de Acción Católica Española, nos es particularmente grata y nos da la oportunidad de manifestaros nuestra paternal benevolencia y nuestro aprecio.
Os exhortamos a hacer de vuestra profesión un testimonio cristiano de servicio a la sociedad, santificando vuestro trabajo, siendo apóstoles de Cristo en vuestro ambiente, y demonstrando con vuestra dedicación y vuestra vida ejemplar que el Mensaje Evangélico es válido hoy más que nunca, concretamente en los medios que pueden cooperar al desarrollo y al progreso.
Invocando la divina asistencia sobre vosotras, vuestras familias y sobre todas las oficinistas españolas, os otorgamos de corazón una especial Bendición Apostólica.

Nos complacemos en daros un especial saludo de bienvenida, amadísimos hijos de la «Obra de cooperación Parroquial de Cristo Rey», que habéis querido visitarnos para celebrar el veinticinco aniversario de vuestra fundación en España.
En tan fausta fecha Nuestra felicitación por el trabajo realizado, es además de ánimo para que incrementéis vuestro apostolado específico por medio de los Ejercicios Espirituales, de manera que cada día más seglares se entusiasmen con el ideal cristiano y ofrezcan a la Iglesia y a sus semejantes su generoso servicio.
En prenda de abundantes gracias del Altísimo, os otorgamos de corazón a vosotros y a vuestras familias, así como a todos los miembros de vuestra Obra Nuestra paternal Bendición Apostólica.

                           



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