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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO
DI SUA SANTITÀ PAOLO VI
IN ASIA ORIENTALE, OCEANIA E AUSTRALIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AGLI ABITANTI DEL QUARTIERE PERIFERICO

Manila, Filippine
Domenica, 29 novembre 1970

 

Io ringrazio coloro che mi hanno guidato fino a questo quartiere, perché io qua sono mandato; io qua devo venire, perché devo fare mia la missione di Gesù Cristo, il Quale da Dio, dal Padre che sta nei cieli, è stato mandato, come Egli ci ha detto, a portare ai Poveri la buona novella, il Vangelo (Luc. 4, 18).

Venendo fra voi io prendo coscienza della mia missione; e perciò anche voi io ringrazio, che mi accogliete, e che ascoltate, per un istante, la mia parola.

Vengo fra voi come inviato da Cristo. Perciò come un Pastore al suo gregge, come un amico, come un fratello. Sono capo e ministro della Chiesa cattolica; e sento il dovere di proclamare qui, davanti a voi, che la Chiesa vi ama; ama voi, Poveri!

Che cosa vuol dire che la Chiesa vi ama?

1. Vuol dire che la Chiesa riconosce innanzitutto la vostra dignità, di uomini, di figli di Dio; la vostra eguaglianza a tutti gli altri uomini; la preferenza, che a voi è dovuta, perché avete molti bisogni, per dare alla vostra vita sufficienza e benessere, sia materiale, che spirituale. Io sento l’obbligo di professare, qui più che altrove, i «diritti dell’uomo», per voi e per tutti i Poveri del mondo.

2. Perciò devo anche dire che la Chiesa deve amarvi, assistervi, aiutarvi, anche con mezzi pratici e con suo generoso servizio; e deve favorire la vostra liberazione economica e sociale, ricordando a sé e alla società civile di riconoscere effettivamente i vostri fondamentali diritti umani, e di promuovere in ogni campo la vostra possibilità di raggiungere, per le vie dignitose dell’assistenza (che noi chiamiamo carità), poi dell’onesto lavoro e dell’ordine civile, lo sviluppo e il benessere della vita moderna.

3. E vi devo anche ricordare, in virtù del mio ministero apostolico, che, oltre il pane materiale, oltre il benessere temporale, a cui legittimamente aspirate, e al cui raggiungimento tutti devono esservi solidali, voi avete, come ogni vero uomo, altri e superiori bisogni, perché, come ha insegnato Gesù Cristo, «la vita di un uomo non dipende dall’abbondanza dei beni, che egli possiede» (Luc. 12, 15). È questa la grande illusione del nostro tempo, la quale fa credere che lo scopo supremo della vita consista nella lotta e nella conquista dei beni economici e sociali, dei beni temporali ed esteriori. Voi siete creati per un bene superiore, per un «regno dei cieli», nel quale soltanto si può avere la pienezza della vita, presente e futura, come appunto Gesù ci insegnò. Siete anche voi chiamati ad essere cristiani, con la fede, con la grazia, con l’onestà della vita, con l’appartenenza alla Chiesa cattolica. Non è questa una fantasia vana; è la verità. E voi, come tutti i Poveri, i sofferenti, i desiderosi di giustizia e di pace, voi siete i primi, i veri chiamati a questo destino di redenzione e di felicità.

Lasciate allora che io qui, come umile Vicario di Cristo, faccia risuonare per voi e per il mondo, il suo umano e divino messaggio: «Beati i Poveri, secondo lo spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Matth. 5, 3).

Ecco: «venendo a voi, nell’abbondanza della benedizione di Cristo» (Rom. 15, 25) io sono venuto.

  



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