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DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AD UNA RAPPRESENTANZA DEI VIGILI URBANI*

 Venerdì, 10 maggio 1957

 

Di gran cuore vi diamo il benvenuto, cari Vigili Urbani di Roma e d'Italia, che, in occasione del vostro secondo « raduno » nazionale nella Città Eterna, avete vivamente desiderato di recarCi il conforto della vostra filiale devozione e di ricevere la Nostra Benedizione.

Le molteplici e non lievi cure del Nostro Ufficio avrebbero impedito, al presente, questo così gradito incontro, sollecitato altresì, a nome vostro, dall'esimio Comandante del Corpo di Roma; ma come avremmo potuto finalmente negarCi a tanti diletti figli, che si prodigano incessantemente per gli altri e si adoperano così spesso per tutelare l'ordine ed accrescere il decoro delle pubbliche solennità religiose in Italia? A voi, pertanto, in questa circostanza desideriamo di esprimere la Nostra gratitudine per l'opera vostra, e particolarmente al Corpo dei Vigili romani, sempre solerti e generosi nel prestare il loro servigio anche alla Nostra persona, quando Ci accade di dover percorrere le vie dell'Urbe.

Un particolare motivo rende il vostro « raduno » maggiormente importante. Voi volete venerare come vostro Patrono il Martire San Sebastiano, che la tradizione, espressa in capolavori insigni di pittura e di scultura, designa come l'ideale del soldato cristiano. IspirandoCi a questo atleta di Cristo, desideriamo di esporvi brevemente qualche Nostro pensiero, che vi sia di conforto nelle fatiche e di sprone nell'adempimento dei vostri doveri.

Vorremmo innanzi tutto che aveste una chiara consapevolezza della dignità del vostro ufficio, pari alla sua importanza altamente sociale e benefica. Voi, infatti, siete designati dalla società a coadiuvare le Autorità comunali nel buon andamento delle città, e ad aiutare i cittadini nella osservanza delle leggi, in modo che l'ordine, la sicurezza, il decoro, il tranquillo svolgimento della vita civica risplendano agli occhi di tutti come segni palesi di elevata civiltà.

Per questo scopo vi è stato conferito, dentro i limiti di particolari regolamenti, il potere di invigilare, di consigliare, di ammonire, ed anche di infliggere ammende. Il Vigile Urbano è, in qualche modo, l'occhio, l'orecchio, la mano ed il cuore della pubblica Autorità a vantaggio del bene comune della cittadinanza. Per suo mezzo la medesima Autorità è fatta presente in ogni circostanza e in ogni luogo, e le leggi si attuano concretamente, non solo ove intendono impedire abusi, ma soprattutto ove mirano a promuovere positivamente il bene comune.

La vostra attività abbraccia, pertanto, gli uffici più svariati, come, per esempio, tutelare l'ordine nelle strade e nelle piazze; invigilare sui prezzi nei mercati; esigere il rispetto delle opere pubbliche, dei monumenti, dei giardini; regolare speditamente il movimento delle folle e dei veicoli; informare prontamente le competenti Autorità sugli inconvenienti, che tornano a disagio della cittadinanza; notificare ai singoli cittadini gli atti amministrativi che li riguardano, come le citazioni, gli accertamenti, i tributi, i sussidi e le ammende; promuovere il rispetto delle norme della pubblica igiene, del buon costume e della pubblica quiete, insidiata al presente da eccessivi rumori; prevenire i danni alle persone e alle cose; e prontamente intervenire per sedare i disordini. In una parola, il Corpo dei Vigili Urbani, secondo il concetto moderno, è l'anello tra l'Autorità cittadina ed il popolo, allo scopo di stabilire la loro reciproca e tranquilla collaborazione a vantaggio e decoro di tutti.

Non occorre che vi diciamo quanto è stimata la vostra opera e quanta fiducia pone in voi il cittadino nelle grandi e piccole occasioni. A voi si ricorre nei gravi frangenti, come nelle minime necessità: il cieco ed il bambino per attraversare una strada pericolosa, il forestiero impacciato ed ignaro del luogo per essere indirizzato, l'umile popolano per essere liberato da molestie e, nei pubblici uffici, chiunque sia inesperto nello sbrigare da sè le proprie « pratiche ».

Nei grandi centri, poi, la considerazione per il Corpo dei propri Vigili, come rappresentante dell'ordine e della dignità del Comune, si tramuta in ammirazione per le sue valide schiere. Specialmente vi si ammira, quando, scortando il Gonfalone comunale, incedete decorosamente nelle vostre uniformi; quando, cavalcando o guidando rombanti motori, aprite la strada ai cortei o alle sacre processioni; quando le vostre bande musicali, spesso rinomate per valore artistico, allietano i cittadini con pubblici concerti; quando le schiere dei più giovani danno spettacolo della loro gagliardia nelle gare ginnico-sportive. Ma il più popolarmente ammirato è il Vigile Urbano addetto al traffico negli incroci più affollati di una metropoli. In piedi sull'apposito podio, egli concentra in brevi attimi, intelligenza e prontezza. Nulla sfugge al suo occhio mobilissimo; il suo gesto è risoluto, ma insieme cortese; la sua mano, rivestita di bianco guanto, volteggia senza incertezze nello spazio, simile, per l'espressione quasi parlante, a quella di un direttore di orchestra : ora invita, ora ferma, ora indica al docile cittadino la sua strada.

Indicare al cittadino la buona via del dovere : ecco in sostanza il vostro ufficio. Per questo servizio, che si concreta in tanta varietà di forme, la cittadinanza è grata al proprio Corpo dei Vigili Urbani, e vuole anche esternamente manifestare il suo animo riconoscente, in modo speciale nel giorno della Epifania, quando, per lodevole consuetudine di alcuni luoghi, molti cittadini si recano a deporre intorno al podio del Vigile addetto al traffico i loro significativi doni.

Ma quanta preparazione tecnica, quante ignorate fatiche costa il buon andamento di una città, particolarmente se popolosa, come Roma, Milano, Napoli! Ci è stato possibile di scorrere le pagine di una documentazione delle attività svolte, nello scorso anno, dal Corpo dei Vigili Urbani di Roma, e ne abbiamo tratto motivo di confermarCi nel sentimento di stima verso la vostra benefica ed indispensabile istituzione, soprattutto verso il Corpo romano, che, per lunga tradizione, serba la consapevolezza del carattere sacro ed universale della Città Eterna, adoperandosi alacremente, affinchè questo non venga smentito da una contrastante realtà. Deve ascriversi in gran parte al merito dei Vigili Urbani, se gli innumerevoli pellegrini e «turisti», che qui convengono da ogni parte del mondo, riportano poi nel loro animo un gradito ed onorato ricordo di Roma, come città squisitamente ospitale.

La consapevolezza della dignità del vostro ufficio, diletti Vigili Urbani d'Italia, vi farà abbracciare con generosità i doveri che ne derivano; ma se volete che la vostra azione ottenga i migliori risultati, eccone alcune condizioni.

La prima è di nutrire un sincero amore alla città o comune cui prestate l'opera vostra. Spesso è la vostra stessa città natale, ma se questo non fosse, ricordate che ogni comune è un lembo della vostra Patria, cui ciascuno deve sentirsi legato da filiale affetto. Il Vigile Urbano, che ama appassionatamente la propria città, non saprebbe tollerare che il suo buon nome venga offuscato dal disordine, dalla trascuraggine, dal mal costume. Più che per dovere di ufficio, egli si adopererebbe per sentimento personale ad accrescerne il decoro e l'onore.

Un'altra condizione è l'incremento dell'autorità morale dell'intero Corpo, cui ciascun Vigile deve scrupolosamente contribuire con l'intemerata sua condotta, il rispetto alle norme disciplinari, la conoscenza esatta delle leggi e la fedeltà ai propri comandanti. Quando la stima verso l'intero Corpo è ben radicata nell'opinione pubblica, basterà una parola o un cenno di chiunque tra voi per indurre il cittadino all'osservanza dei regolamenti.

Verso la cittadinanza, inoltre, voi vi comporterete come amici, consiglieri, ausiliari, piuttosto che come tutori di norme repressive. In realtà la grande maggioranza del popolo desidera l'ordine e la tranquillità nella osservanza spontanea delle leggi. Tale persuasione vi renderà comprensivi e cortesi, moderati nell'ammonire, suadenti nell'esigere, particolarmente premurosi verso i deboli ed i poveri. I cittadini a loro volta vi si mostreranno docili ed obbedienti.

Desideriamo infine di ricordare a voi, — che siete innanzi tutto figli di una nazione cristiana, e avete desiderato di testimoniare la vostra Fede religiosa convenendo alla Nostra presenza, — che la pratica della vita e delle virtù cristiane non solo conferisce al buon esito di ogni onesta attività, ma è il sommo dovere di ciascun uomo. Siete Vigili Urbani! Ebbene accogliete come impartito a voi il soave insegnamento dello Spirito Santo : « Nisi Dominus custodierit civitatem, in vanum vigilat custos » — Se il Signore non tutela la città, invano vegliano coloro che intendono custodirla (Ps. 126, 1). Vegliate dunque sul buon andamento delle vostre città; ma fatelo in nome del Signore, con Dio nella mente e nel cuore. Come il simbolo della Redenzione, la Croce, fu posta dai vostri padri sul più alto fastigio delle città e dei borghi italiani, in segno del sovrano e misericordioso dominio di Dio sui cittadini e sulle loro opere; così la Fede in Lui e nel Salvatore Gesù predomini nella vostra vita e nella vostra azione, tramutando la vostra quotidiana attività soprattutto in un cristiano esercizio di carità verso il prossimo.

Implorando Noi stessi da Dio, per intercessione del vostro celeste Patrono San Sebastiano, i più eletti favori sopra di voi, le vostre famiglie e la diletta Patria, di cuore v'impartiamo la Nostra paterna Apostolica Benedizione.


*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XIX,
 Diciannovesimo anno di Pontificato, 2 marzo 1957 - 1° marzo 1958, pp. 171-175
 Tipografia Poliglotta Vaticana

 



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