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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE 
DEL SOMMO PONTEFICE  

 

Intervista concessa da Mons. Guido Marini a L’Osservatore Romano

Martedì 7 aprile 2009       

 

di Gianluca Biccini

Il Resurrexit prima dell'inizio della celebrazione eucaristica e una breve omelia di Benedetto XVI durante la messa. Nella liturgia della domenica di Pasqua alcune particolarità nei riti presieduti dal Papa durante la Settimana Santa 2009. Le ha anticipate al nostro giornale il Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, che nella fedeltà alla tradizione continua a rinnovare le cerimonie papali.

Può indicarci un tema di fondo, l'idea guida del triduo sacro 2009?

È in una frase del vangelo di Giovanni «Li amò fino alla fine» (13, 1). I riti liturgici della Settimana Santa, del resto, ci conducono al cuore del mistero della salvezza, al centro del disegno provvidenziale mediante il quale Dio ha voluto salvare l'umanità. Ogni celebrazione, con la modalità propria del segno liturgico, fatto di parole, gesti, silenzi, immagini, musica e canto, intende condurre alla contemplazione dolorosa del mistero della miseria umana. Quest'ultimo a sua volta è illuminato dal mistero dell'infinita misericordia del Salvatore: solo in Cristo risorto da morte, «via, verità e vita», trova luce il mistero dell'uomo. Tutto deve lasciare trasparire la bellezza del volto di Dio i cui tratti sono la verità e l'amore, la Verità che è Amore: «li amò fino alla fine».

Quali risvolti possono avere queste considerazioni per i fedeli, nel vissuto di ogni giorno?

Dalla contemplazione si è condotti alla pratica della vita: perché lo sguardo attento allo svolgersi del mistero della salvezza è autentico nella misura in cui ciascuno percorre, nella propria esistenza quotidiana, il passaggio dal peccato alla grazia, dalla lontananza da Dio alla vicinanza con Dio, dalla mediocrità alla santità.

Sta in questo l'attualità della Pasqua?

Direi di sì. In virtù della celebrazione liturgica il mistero della passione, morte e risurrezione del Signore non è solo un fatto della storia passata, ma è anche un avvenimento per l'oggi di ogni uomo e a cui tutti possono attingere per avere in dono la vita. Cristo risorto da morte è il Vivente.

A un mese dal viaggio del Papa in Terra Santa, appare anche evidente il riferimento ai luoghi dell'incarnazione, con un duplice richiamo.

È consuetudine che le offerte raccolte nel corso della messa crismale del Giovedì santo vengano devolute per prestare aiuto a qualche realtà bisognosa. Per quest'anno è stata individuata la comunità cattolica di Gaza.

Va inoltre aggiunto che alla Via Crucis al Colosseo, gli ultimi due a prendere in mano la grande croce lignea saranno due frati della Custodia francescana di Terra Santa.

Veniamo al calendario delle celebrazioni. Si inizia giovedì mattina, 9 aprile, con la messa crismale nella basilica di San Pietro. Quali sono le peculiarità di questo rito particolarmente importante per i preti?

Con Benedetto XVI concelebreranno 1600 sacerdoti del clero secolare e religioso della diocesi di Roma e dei collegi romani. Nella circostanza rinnoveranno le promesse sacerdotali. Verranno inoltre benedetti gli oli dei catecumeni e degli infermi e il crisma. La presentazione degli oli dei catecumeni sarà accompagnata da alcuni neofiti che saranno battezzati la notte di Pasqua; quella degli oli degli infermi da ammalati che riceveranno il sacramento dell'unzione, quella del crisma da giovani cresimandi e da due diaconi in procinto di essere ordinati sacerdoti.

Tre delle anfore contenenti gli oli sono di Mario Toffetti, al quale si deve anche il fonte battesimale usato per la veglia pasquale e per i battesimi nella Cappella Sistina. Le altre tre, in argento, sono un dono di qualche anno fa, proveniente dalla Spagna. L'olio per la celebrazione è donato dalla cooperativa «Arte e alimentaciòn sl» di Castelseras in Spagna; l'essenza profumata per il crisma è offerta dal consorzio del bergamotto, di Reggio Calabria. Al termine della messa gli oli verranno portati a San Giovanni in Laterano, dove saranno distribuiti ai sacerdoti della diocesi di Roma per l'amministrazione dei sacramenti nel corso dell'anno.

E nella cattedrale di Roma il Papa celebrerà la messa nella Cena del Signore, destinando le offerte ai cattolici di Gaza. Oltre al gesto della lavanda dei piedi, quali saranno le altre peculiarità di questa celebrazione?

Benedetto XVI siederà alla cattedra papale: quella di San Giovanni è infatti la cattedra propria del Vescovo di Roma. Il Pontefice inoltre compirà il gesto della lavanda dei piedi a dodici sacerdoti, canonici lateranensi. Viene dunque riproposto il gesto stesso di Gesù agli apostoli, rivelazione del mistero di Dio e segno di donazione totale della vita. Com'è consuetudine, inoltre, Benedetto XVI distribuirà la comunione ad alcuni membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Al termine si svolgerà la breve processione con la reposizione del Santissimo Sacramento all'altare della cappella di San Francesco.

Due gli appuntamenti per venerdì 10: prima nella basilica Vaticana per la celebrazione della Passione del Signore; poi al centro di Roma, per la suggestiva Via Crucis al Colosseo. Cosa unisce i due momenti?

La centralità della croce. Le luci soffuse della basilica saranno il segno del clima penitenziale della prima celebrazione. All'inizio Benedetto XVI si inginocchierà alcuni minuti davanti alla croce pregando in silenzio, in segno di richiesta di perdono e di penitenza; poi ostenderà la croce, presentandola all'adorazione dei fedeli, e la bacerà togliendo le scarpe, sempre in segno di penitenza. Il crocifisso, austero e artistico, usato per l'ostensione risale al pontificato di Leone XIII. Il racconto della Passione sarà cantato da tre diaconi con il concorso della Cappella Sistina. L'omelia sarà tenuta dal predicatore della Casa Pontificia, il cappuccino Raniero Cantalamessa.

La sede papale, come già avvenuto in altre occasioni, sarà collocata di fronte alla statua di San Pietro, nella navata centrale della basilica. I cardinali diaconi che assisteranno il Pontefice sono Stanisław Ryłko e Giovanni Lajolo.

Per quanto riguarda la Via Crucis è già noto che i testi sono stati preparati dal vescovo salesiano di Guwahati, monsignor Thomas Menamparmapil. Possiamo aggiungere che le immagini del libretto ad uso dei fedeli sono un prodotto tipico dell'arte indiana. Ne è autrice Suor Marie Claire Naidu, della chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, a Bangalore.

Nell'anfiteatro le torce accanto alla croce saranno portate da due giovani della diocesi di Roma; mentre quest'ultima passerà tra le mani del cardinale vicario, Agostino Vallini, di una famiglia, di due religiose indiane e di una giovane indiana, di un disabile, di due ragazze africane, di un malato sulla sedia a rotelle accompagnato da due assistenti, dei due citati frati di Terra Santa.

Sabato notte alle ore 21 avrà inizio la veglia pasquale nella Basilica Vaticana, che sant'Agostino chiamava la «madre di tutte le veglie». Qualche ulteriore dettaglio?

L'inizio della celebrazione avrà luogo nell'atrio antistante la Basilica, dove avverrà il rito della benedizione del fuoco e dell'accensione del cero pasquale, preparato come di consueto dalla Comunità del cammino neocatecumenale. Nella Basilica il passaggio dal buio alla luce simboleggerà l'ingresso della Luce che è Cristo, via, verità e vita, nel mondo tenebroso del peccato, della solitudine e della morte. Il Papa amministrerà il battesimo, la confermazione e la prima comunione a cinque catecumeni adulti preparati dal Vicariato di Roma: due uomini e tre donne, tra le quali una cinese cinquantaseienne. I cinque riceveranno la comunione sotto le due specie del pane e del vino, Corpo e Sangue del Signore. La collocazione del fonte battesimale di Toffetti al centro ai piedi della Confessione con accanto il cero pasquale, intende anche sottolineare l'importanza simbolica del fonte battesimale, nella liturgia della Veglia di Pasqua.

E terminiamo con la Pasqua di Risurrezione e con le tante novità già accennate per i fedeli che troveranno piazza San Pietro, addobbata, come di consueto, con i fiori offerti dagli olandesi.

All'inizio della celebrazione è previsto il rito del Resurrexit con l'apertura dell'immagine del Risorto. Si tratta della neo Acheropita, un'icona realizzata prestando la debita attenzione al prototipo medioevale. La nuova icona, come quella antica, è costituita dall'immagine dipinta del Salvatore — seduto in trono — con due sportelli laterali. Quest'anno, per una adesione maggiore al significato originale di questo rito, che anticamente era compiuto prima e al di fuori della messa, nella Basilica Lateranense, da cui il Papa procedeva processionalmente per recarsi in Santa Maria Maggiore dove celebrava l'eucaristia, il rito è collocato prima dell'inizio della celebrazione.

Il Papa, inoltre, compirà il rito dell'aspersione a ricordo del battesimo come atto penitenziale che introduce alla celebrazione dei Santi Misteri del Signore; e, a differenza degli anni scorsi, terrà una breve omelia.

Infine, al termine della messa — assistito dai cardinali Agostino Cacciavillan, Protodiacono, e Julián Herranz — impartirà come di consueto la benedizione «urbi et orbi» dalla loggia centrale della Basilica Vaticana. 

  

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