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MARIAM THRESIA CHIRAMEL MANKIDIYAN 
(1876-1926)
 

 

Mariam Thresia durante la prima metà della sua vita è chiamata solo Thresia, nome datole al battesimo il 3 marzo 1876. Dal 1904 volle essere chiamata Mariam Thresia in seguito ad una visione della Beata Vergine Maria, la quale le avrebbe chiesto di aggiungere "Mariam" al suo nome. Infatti fa la professione religiosa con i due nomi nel 1914, fondatrice e prima religiosa della Congregazione della Sacra Famiglia. Mariam Thresia è una delle rare persone che si comportano con gli abitanti di questo mondo come con i visitatori dell’al di là.
Era nata il 26 aprile 1876 da Thoma e Thanda Chiramel Mankidiyan nel villaggio di Puthenchira, Provincia di Trichur, Kerala. Sebbene la famiglia fosse stata ricca, nobile e proprietaria di vasti terreni, divenne sempre più povera quando il nonno di Thresia dovette maritare sette figlie, ciascuna con una grossa dote. Di conseguenza il papà di Thresia e il fratello maggiore di lei si dettero a bere per dimenticare la cattiva sorte toccata alla famiglia impoverita. In tale ambiente familiare difficile fu formata la futura pioniera dell’apostolato della famiglia. Sotto l’amorevole guida di sua madre, Thresia, terza di cinque figli, due maschi e tre femmine, crebbe in pietà e santità. Come scrisse nell’Autobiografia (breve scritto di sei pagine, redatto per obbedienza al padre spirituale), dalla prima giovinezza Thresia provò un intenso desiderio di amare Dio. Per tale scopo digiunava quattro volte la settimana e recitava il rosario mariano diverse volte al giorno. Vedendola dimagrita all’età di otto anni, Thanda cercò di dissuadere sua figlia dai suoi severi digiuni e dalle notti di veglia. Ma Thresia voleva essere sempre più simile a Cristo sofferente, al quale a dieci anni consacrò la sua verginità.

Il discernimento della sua vocazione

Quando Thresia aveva 12 anni, morì sua madre, e con la sua morte cessò anche l’educazione scolastica della figlia. Lei è ormai avviata sul cammino del discernimento della propria vocazione. Cercava una vita nascosta, di preghiera, e decise nel 1891 di fuggire a mezzanotte da casa per condurre vita eremitica di preghiera e penitenza isolandosi su remote colline silvestri. Ma il suo progetto si rivelò troppo ingenuo e fallì. Continuò a frequentare la chiesa parrocchiale con tre compagne, a darsi da fare per conservarla pulita e a decorare l’altare. Nel suo amore per Gesù voleva imitarlo nello zelo e nell’apostolato. Perciò aiutava i poveri, curava i malati, visitava e confortava le persone sole della sua parrocchia. Curò anche rivoltanti casi di lebbra e vaiolo, di infermi spesso abbandonati dai familiari impotenti a prendersene cura. Dopo la loro morte si prese cura degli orfani. Così uno dei più trascurati villaggi del Kerala ebbe ad approfittare del servizio caritatevole di una giovane precorritrice di Madre Teresa di Calcutta, cioè della fondatrice delle Missionarie della Carità e Premio Nobel. Sia Mariam Thresia che Madre Teresa servirono i più poveri dei poveri altruisticamente ed eroicamente, ma la prima precedeva la seconda di mezzo secolo, priva della ribalta dei mezzi di comunicazione sociale moderna, non era giunta l’epoca dei giornalisti da flash-fotocamere o delle truppe televisive che trasmettondo notizie calde in un istante in tutti gli angoli del globo possono creare le celebrità.
Thresia andava contro corrente percorrendo le strade e visitando le famiglie bisognose con le sue tre amiche e formando così un gruppo di preghiera e di apostolato. Novità rivoluzionaria nel suo piccolo mondo, che non mancò di criticare, non senza appoggio clericale moralizzante, "le ragazze delle strade"! Thresia si rivolge con rinnovata fiducia alla Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Li incontra nelle sue visioni, ne riceve guida per il suo apostolato, specialmente per la conversione dei peccatori. Prega per i peccatori, digiuna per la loro conversione, li visita e li esorta al pentimento. Le sue pratiche penitenziali e ascetiche ricordano il rigore estremo degli antichi monaci ed eremiti. Ricevette molti doni mistici come la profezia, la guarigione, l’aureola, il profumo. Come Santa Teresa d’Avila ebbe frequenti estasi e levitazioni. Il venerdì la gente si radunava per vedere Mariam Thresia sollevata da terra e appesa alla parete come un crocifisso. Come il celebre Padre Pio da Pietrelcina, aveva le stimmate, che teneva nascoste scrupolosamente. Forse per aiutarla a restare sempre umile in mezzo a questi favori mistici, il Signore permise che fosse tormentata dalle vessazioni e dagli attacchi diabolici (ancora come Padre Pio) quasi per tutta la vita. Fu sottomessa a frequenti esorcismi tra il 1902 e il 1905 da Don Joseph Vithayathil, il parroco di Puthenchira, per ordine del Vescovo, accolto da Thresia con umiltà esemplare. Tuttavia sembra che tale sfiducia iniziale del vescovo abbia insinuato o confermato i dubbi di taluni circa la santità di Mariam Thresia, come nel caso di Maria Maddalena, dalla quale Gesù scacciò sette demoni e che poi venne identificata con la peccatrice del vangelo di Luca ( 7,36-50) in base al pregiudizio che una persona posseduta debba essere rea di peccati. Mariam Thresia ha dovuto pure combattere particolarmente le tentazioni contro la fede e la castità, passando attraverso la notte oscura dell’anima. Dal 1902, fino alla morte, ebbe Don Joseph Vithayathil come direttore spirituale. Gli aprì il cuore con fiducia seguendone il consiglio e obbedendogli ciecamente. Esistono 55 delle sue lettere; 53 furono scritte a lui per averne direzione e guida spirituale.

Fondazione della Congregazione della Sacra Famiglia

Nel 1903 Mariam Thresia richiese al Vescovo il permesso di costruire una casa di ritiro e di preghiera, ma Mar John Menachery, vicario apostolico di Trichur, volle prima provare la sua vocazione. Le suggerì di entrare nella Congregazione delle Clarisse Francescane, fondata di recente, ma lei non sentiva che questa fosse la sua vocazione. Nel 1912 egli la fece ricevere in un convento di Suore Carmelitane a Ollur. Sebbene le Suore l’avessero ammessa con gioia nella loro Congregazione, lei non si sentiva di farsi suora con loro. Finalmente, nel 1913, Mar Menachery permise la costruzione di una casa di preghiera e mandò il suo segretario a benedirla. Thresia vi si trasferì, e le sue tre compagne la raggiunsero presto. Conducevano vita di preghiera ed di austera penitenza come veri eremiti ma continuavano a visitare i malati, i poveri e gli intoccabili fuoricasta. Il vescovo capì che era l’inizio di una nuova congregazione religiosa per il servizio della famiglia. Il 14 maggio 1914 la eresse canonicamente, chiamandola Congregazione della Sacra Famiglia (C.H.F.) e ricevendo la professione perpetua di Mariam Thresia. Le sue tre compagne furono ammesse come postulanti nella nuova Congregazione, mentre lei fu costituita prima Superiora, con Padre Joseph Vithayathil come cappellano.

Madre e nutrice della nuova Congregazione

La nuova congregazione non aveva ancora costituzioni scritte. Il vescovo stesso si procurò le Costituzioni delle Suore della Sacra Famiglia di Bordeaux dal Ceylon (oggi Sri Lanka), le adattò e la diede alla fondatrice. Madre Mariam Thresia ne introdusse la stretta osservanza nella sua Congregazione, che ne accompagnò con grande cura la crescita. Durante e dopo i difficili anni della prima guerra mondiale, con indomita energia e totale fiducia nella divina Provvidenza, diede vita, in meno di dodici anni, a tre nuovi conventi, due scuole, due convitti, una casa di studio, e un orfanotrofio. L’educazione delle ragazze era la fattiva teologia della liberazione di Mariam Thresia, senza slogan. Non poche giovani furono attratte dalla sua semplicità, umiltà e luminosa santità. Quando morì all’età di 50 anni aveva 55 consorelle nella Congregazione, 30 collegiali e 10 orfani sotto la sua cura. Il co-fondatore Padre Joseph Vithayathil continuò, fino alla sua morte avvenuta nel 1964, a prendere cura della Congregazione, che crebbe costantemente. Oggi, nell’anno 2000, questa Congregazione della Sacra Famiglia ha 1584 suore professe, che servono nel Kerala, nelle missioni dell’India del nord, in Germania, Italia e Ghana, con un totale di 176 case, 7 province e 119 novizie.

Morte e fama di santità

Madre Mariam Thresia morì l’8 giugno del 1926 in seguito ad una ferita provocata da un oggetto cadutole sulla gamba. La ferita non guariva a causa del diabete. Dopo la morte la fama di santità si sparse rapidamente per il fatto che dal cielo ella continuava a soccorrere i malati e i poveri con favori miracolosi. Nel 1971 una commissione storica raccolse le prove su virtù e scritti e le presentò nel 1983 ad un tribunale eparchiale (diocesano), nel quale furono esaminati anche 15 testimoni oculari. Il 28 giugno 1999 la Congregazione per le Cause dei Santi promulgò il decreto che affermava la serva di Dio Mariam Thresia aver praticato eroicamente le virtù cristiane, così da poter essere chiamata Venerabile.
Delle molte guarigioni miracolose si esaminò canonicamente la seguente nel 1992. Mathew D. Pellissery, nato nel 1956 con "piede torto equino varo bilaterale" e che non camminava senza grande difficoltà sul dorso dei piedi fino al 1970, dopo 33 giorni di intensa penitenza e preghiera fatta dall’intera famiglia invocando l’aiuto di Madre Mariam Thresia, ebbe raddrizzato e guarito il piede destro notte tempo durante il sonno il 21 agosto; e similmente dopo un altro periodo di preghiera e penitenza di 39 giorni, il 28 agosto del 1971, il piede sinistro si raddrizzò e guarì notte tempo durante il sonno. Da allora ha potuto camminare normalmente su i due piedi raddrizzati. Questa duplice guarigione, dichiarata inspiegabile dalla scienza medica da nove medici in India e Italia, fu riconosciuta un miracolo ottenuto tramite l’intercessione della Serva di Dio Mariam Theresia dalla Congregazione per le Cause dei Santi il 27 gennaio 2000. Così la Serva di Dio Mariam Thresia Chiramel Mankidiyan fu ammessa alla beatificazione, prevista il 9 aprile 2000. Matthew Pellissery, il miracolato, è grato e felice di poter assistere oggi a questa celebrazione solenne in piazza San Pietro.

 

Omelia del Santo Padre
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