[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 13 settembre 1998 Servizio sperimentale


«Ciò che abbiamo fatto oggi ad Assisi, pregando e testimoniando a favore del nostro impegno per la pace, dobbiamo continuare a farlo ogni giorno della nostra vita. Ciò che infatti abbiamo fatto oggi è di vitale importanza per il mondo. Se il mondo deve continuare, e gli uomini e le donne devono sopravvivere su di esso, il mondo non può fare a meno della preghiera. Questa è la lezione permanente di Assisi: è la lezione di San Francesco che ha incarnato un ideale attraente per noi; è la lezione di Santa Chiara, la sua prima seguace... Francesco e Chiara sono esempi di pace: con Dio, con se stessi, con tutti gli uomini e le donne in questo mondo. Possano quest'uomo santo e questa santa donna ispirare tutti gli uomini e le donne di oggi ad avere la stessa forza di carattere ed amore per Dio e per i fratelli, per continuare sul sentiero sul quale dobbiamo camminare assieme.
Mossi dall'esempio di San Francesco e di Santa Chiara, veri discepoli di Cristo, e convinti dall'esperienza di questo Giorno che abbiamo vissuto insieme, noi ci impegniamo a riesaminare le nostre coscienze, ad ascoltare più fedelmente la loro voce, a purificare i nostri spiriti dal pregiudizio, dall'odio, dall'inimicizia, dalla gelosia e dall'invidia. Cercheremo di essere operatori di pace nel pensiero e nell'azione, con la mente e col cuore rivolti all'unità della famiglia umana».

(Giovanni Paolo II, alla conclusione dell'incontro di Assisi, 27 ottobre 1986)

   
Lo "spirito di Assisi"
susciti nuove energie
di pace

Il messaggio di Giovanni Paolo II per l'incontro di preghiera promosso dalla Comunità di Sant'Egidio a Bucarest

Era il 27 ottobre 1986. Ad Assisi, la città di San Francesco e di Santa Chiara, rappresentanti delle grandi Religioni si ritrovavano insieme per la prima volta nella storia per pregare per la pace mentre in ogni angolo del mondo veniva rispettato il cessate­il­fuoco, in risposta all'esplicito appello del Papa ad una tregua.
Quell'incontro e quella testimonianza voluta da Giovanni Paolo II costituiscono una pietra miliare nella storia di questo secolo. Rappresentano la promessa di un'umanità rinnovata e l'impegno a tener viva la speranza. Da allora altre guerre hanno insanguinato città e villaggi, altre violenze hanno seminato lutti e sofferenze. Ma lo "spirito di Assisi" non si è disperso. Ha continuato e continua ad aleggiare, suscitando energie sempre nuove per il grande cantiere della pace.
L'incontro del 1986 è divenuto così, grazie all'impegno della Comunità di Sant'Egidio, un appuntamento annuale. Dopo aver toccato Roma, Varsavia, Bruxelles, Milano e Padova ­ tessendo quasi una "geografia" dello "spirito di Assisi" ­ quest'anno l'incontro si è svolto a Bucarest, in Romania. Per l'occasione Giovanni Paolo II ha inviato ai partecipanti un messaggio del quale pubblichiamo alcuni punti nodali.

La mia mente torna ancora con viva emozione a quella memorabile giornata di Assisi, quando, per la prima volta nella storia, rappresentanti delle grandi Religioni mondiali si radunarono assieme per invocare la pace da Colui che solo può darla con pienezza.

Da quel giorno è iniziato un cammino che la Comunità di Sant'Egidio ha animato con coraggio, coinvolgendo in maniera crescente uomini e donne di religioni e culture diverse.

Questo pellegrinaggio, ricco ormai di dodici anni di esperienza, giunge non a caso in Romania e fa tappa a Bucarest, città diventata in quest'occasione quasi centro fisico di quell'Europa che, ricca di popoli e culture, deve ricostruire un'armoniosa ed ampia unità che non escluda nessuno.

Desidero far giungere il mio saluto all'intero popolo romeno, a cui sono vicino con affettuoso pensiero. Saluto il Presidente della Repubblica e il suo Governo, ai quali va il mio ringraziamento per l'invito rivoltomi a compiere una visita in Romania, che spero di poter realizzare.

La grande manifestazione di preghiera per la pace si inserisce perfettamente nella singolare vocazione della Romania ad essere un ponte tra Oriente e Occidente, offrendo una sintesi originale delle culture e tradizioni europee.

È davvero un dono prezioso che così qualificati rappresentanti dell'Ortodossia si uniscano oggi a rappresentanti della Chiesa cattolica e di altre Chiese e Comunità cristiane d'Occidente, per riflettere insieme su di un tema tanto importante. La loro presenza a questo Incontro, proprio alle soglie del terzo millennio, ci induce ad elevare con particolare fiducia la nostra preghiera a Dio, perché il mondo veda i cristiani "meno divisi".

Abbiamo bisogno di ricordare a noi stessi e al mondo che quel che ci unisce è molto più forte di ciò che ci divide.

Alto è il significato spirituale di codesto Incontro, anche perché esso vede i cristiani ritrovarsi accanto ai rappresentanti delle grandi Religioni mondiali.

La loro presenza così numerosa e qualificata, mentre sottolinea l'importanza del ruolo che le religioni hanno nella vita degli uomini del nostro tempo, ci richiama all'impegno di manifestare l'unità delle genti, di educare alla pace e al rispetto, di coltivare l'amicizia e il dialogo.

Purtroppo, in questi ultimi decenni, pur avendo visto progressi notevoli sulla via della pace, abbiamo assistito all'espandersi di numerosi conflitti: guerre in varie parti del mondo, che spesso coinvolgono i Paesi più poveri, aggravando la loro già difficile condizione.

Di fronte all'espandersi di situazioni di guerra, c'è bisogno che si sviluppino nuove energie di pace, di cui le religioni sono preziosa riserva. Nell'incontro del 1993, svoltosi a Milano, i leaders religiosi presenti hanno sottoscritto un appello che conserva tutta la sua validità: "Nessun odio, nessun conflitto, nessuna guerra trovi nelle religioni un incentivo. La guerra non può essere mai motivata dalla religione. Che le parole delle religioni siano sempre parole di pace! Che la via della fede apra al dialogo e alla comprensione! Che le religioni guidino i cuori a rendere più pacifica la terra! Che le religioni aiutino tutti gli uomini ad amare la terra ed i suoi popoli, piccoli e grandi".

   
La cerimonia conclusiva dell'incontro a Bucarest

Testimonianze e riflessioni sull'incontro di preghiera per la pace svoltosi a Bucarest possono essere inviate via e-mail alla Redazione.

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