[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 27 settembre 1998 Servizio sperimentale

"Nessuna autorità umana, neppure lo Stato, può giustificare moralmente l'uccisione dell'innocente. Tale tragica trasformazione di un delitto in diritto è indice di preoccupante decadenza di una civiltà. Le leggi abortiste, infatti, oltre a ferire la legge impressa dal Creatore nel cuore di ogni uomo, manifestano una forma non corretta di democrazia, propongono un concetto riduttivo di socialità, rivelano una carenza d'impegno da parte dello Stato nei confronti della promozione dei valori. Un'azione efficace in questo campo deve, pertanto, mirare a ricostruire un orizzonte di valori che si traduca in una chiara affermazione del 'diritto alla vita' nelle carte internazionali e nelle leggi nazionali".
(Giovanni Paolo II, al Movimento per la Vita, 22 maggio 1998)
   
Spagna: un voto per la vita

Respinta dal Parlamento una proposta di legge socialista sulla libertà di aborto

Per un solo voto il Parlamento spagnolo ha respinto, martedì 22 settembre, una proposta di legge del "partito socialista operaio" (Psoe, all'opposizione) che prevedeva la depenalizzazione totale del reato di interruzione della maternità. L'esito della cruciale votazione è stato 173 "no" contro 172 "sì" e un'astensione.
Contro la liberalizzazione dell'aborto si sono pronunciati 155 su 156 deputati del "partito popolare" (Pp) del Premier José María Aznar. Gli altri voti contrari sono venuti dai partiti nazionalisti regionali alleati del Pp nel Governo: 11 dai catalani di "convergenza e unione", 3 dal "partito nazionalista basco", altri 3 da "coalizione Canaria" e 1 dal gruppo misto. A favore della proposta di legge hanno votato 140 su 141 deputati socialisti, 16 comunisti di "sinistra unita", 4 nazionalisti catalani, 4 delle Canarie, due baschi, nove parlamentari del gruppo misto. Come si arguisce dai risultati dello scrutinio, i partiti regionali avevano lasciato libertà di voto ai propri parlamentari.
Bocciata la proposta di depenalizzazione totale, l'aborto in Spagna continuerà ad essere regolato dalla legge del 1983 (con le modifiche apportate due anni dopo), che fu introdotta dal partito socialista allora al potere. Essa autorizza l'interruzione della maternità, entro le prime dodici settimane dal concepimento, in tre soli casi: pericolo di vita per la madre, stupro, gravi malformazioni psico-fisiche. La proposta socialista di allargamento, presentata il 24 febbraio scorso, contemplava una quarta ipotesi: gravidanza con grave conflitto personale, familiare o sociale per la donna. Il che significava, in pratica, libertà completa di aborto.

(da L'Osservatore Romano del 24 settembre 1998)

    Il movimento per la vita presente all'udienza generale del 23 settembre

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