The Holy See Search
back
riga

 

SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
7-28 OTTOBRE 2012

La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione italiana

17 - 15.10.2012

SOMMARIO

- DODICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)
- VOLUME SULLA X ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI
- GIORNATA DI CONFRONTO E DIALOGO SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

DODICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)

- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Oggi, lunedì 15 ottobre 2012, alle ore 16:30, con la preghiera Actiones nostras, ha avuto inizio la Dodicesima Congregazione Generale per la continuazione degli interventi in Aula dei Padri Sinodali sul tema Sinodale: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».

È seguito un tempo di interventi liberi.

Presidente Delegato di turno S. Em. R. Card. John TONG HON, Vescovo di Hong Kong (CINA).

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 19:00 con la preghiera dell'Angelus Domini, erano presenti 249 Padri.

Al termine della Congregazione è stato proiettato il film “Campane d’Europa”, la cui scheda esplicativa è pubblicata nel Bollettino n°16 di questa mattina.

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Sono intervenuti i seguenti Padri:

- Rev. P. José RODRÍGUEZ CARBALLO, O.F.M., Ministro Generale dell'Ordine Francescano Frati Minori
- S. Em. R. Card. Wilfrid Matthew NAPIER, O.F.M., Arcivescovo di Durban (SUD AFRICA)
- S. E. R. Mons. Adolfo GONZÁLEZ MONTES, Vescovo di Almería (SPAGNA)
- S. E. R. Mons. Jorge HERBAS BALDERRAMA, O.F.M., Vescovo Prelato di Aiquile (BOLIVIA)
- S. E. R. Mons. Bernard LONGLEY, Arcivescovo di Birmingham (GRAN BRETAGNA)
- S. E. R. Mons. Gabriel Akwasi Ababio MANTE, Vescovo di Jasikan (GHANA)
- S. E. R. Mons. Robert ZOLLITSCH, Arcivescovo di Freiburg im Breisgau, Presidente della Conferenza Episcopale (GERMANIA)
- S. E. R. Mons. Sanctus Lino WANOK, Vescovo di Nebbi (UGANDA)
- S. E. R. Mons. Ladislav NEMET, S.V.D., Vescovo di Zrenjanin (SERBIA)
- Rev. P. Bruno CADORÉ, O.P., Maestro Generale dei Frati Predicatori (Dominicani)
- S. E. R. Mons. Shlemon WARDUNI, Vescovo di Curia di Babilonia dei Caldei, Vescovo titolare di Anbar dei Caldei (IRAQ)
- S. Em. R. Card. Leonardo SANDRI, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Peter J. KAIRO, Arcivescovo di Nyeri (KENYA)
- S. E. R. Mons. Franz-Josef Hermann BODE, Vescovo di Osnabrück (GERMANIA)
- S. Em. R. Card. Angelo AMATO, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ine(CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Emmanuel Adetoyese BADEJO, Vescovo di Oyo (NIGERIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- Rev. P. José RODRÍGUEZ CARBALLO, O.F.M., Ministro Generale dell'Ordine Francescano Frati Minori

I nuovi evangelizzatori devono essere, innanzi tutto, uomini e donne animati da una fede retta. Se “la trasmissione della fede è lo scopo dell’evangelizzazione” (cf. IL 31), è allora indispensabile che nell’evangelizzatore alberghi la fede, ma una fede fatta di esperienza, una fede vissuta, celebrata, professata... Nella formazione, permanente o iniziale che sia, bisogna dedicare particolare attenzione alla questione della fede.
Questa fede deve essere alimentata da un’intensa vita di preghiera, che ne sarà anche manifestazione. Il nuovo evangelizzatore, sin dai primi anni di formazione, deve sentirsi discepolo permanente dell’arte della preghiera. Solo così potrà evitare che la sua fede s’indebolisca gradualmente fino a cadere nella tentazione del surrogato. È la preghiera che permette all’evangelizzatore di rispondere con saggezza evangelica ai grandi interrogativi posti dall’inquietudine del cuore umano e dai suoi bisogni più urgenti, fra cui il bisogno di Dio.
La passione per il Signore deve essere accompagnata dalla passione per gli uomini, soprattutto i più poveri, fino a farsi ultimi fra gli ultimi della terra. Se non si rende testimonianza di un amore attivo e concreto in favore dei più poveri, o non si testimonia una vita coerente vissuta in base alla logica della povertà e del servizio gratuito, all’insegna della semplicità e la vicinanza agli ultimi, il nostro messaggio difficilmente sarà credibile e correrà il rischio di annegare in un mare di parole (cf. NMI 50).
Tale passione per l’umanità porterà il nuovo evangelizzatore a non trascurare nessuna delle sfide cui l’uomo di oggi è particolarmente sensibile - gli squilibri ambientali, una pace sempre minacciata, la violazione dei diritti umani fondamentali, come il diritto alla vita - e a occupare il posto adeguato nei moderni aeropaghi: il mondo dell’educazione, della cultura, delle comunicazioni (cf. VC 96-99).
Il nuovo evangelizzatore, sia nella formazione permanente sia in quella iniziale, dovrebbe imparare l’arte del dialogo. La nuova evangelizzazione va di pari passo con il dialogo culturale, il dialogo ecumenico e il dialogo interreligioso.
Propongo che questo Sinodo offra modelli di formazione per i nuovi evangelizzatori, in base alle esigenze della Nuova Evangelizzazione.

[00121-01.06] [IN092] [Testo originale: spagnolo]

- S. Em. R. Card. Wilfrid Matthew NAPIER, O.F.M., Arcivescovo di Durban (SUD AFRICA)

Vorrei condividere con voi quanto fatto dalla Chiesa nell’Africa australe, nella regione dell’IMBISA - che comprende Angola, Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sao Tome e Principe, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe -, per rispondere ai cambiamenti avvenuti riguardo al personale, allo sviluppo di infrastrutture e all’accesso ai finanziamenti.
Costituita negli anni Settanta, sin dall’inizio l’IMBISA (Assemblea Interregionale dei Vescovi dell’Africa Australe) si è impegnata a rispondere nel modo più efficace possibile ai bisogni e alle preoccupazioni di tutta la regione. Pertanto, dopo avere affrontato le questioni costituzionali e organizzative, l’IMBISA si è dedicata all’analisi sistematica, alla riflessione teologica e alla pianificazione pratica di come ottenere, tra l’altro, la riduzione della povertà tra la sua gente, utilizzando le proprie risorse.
Il primo passo compiuto nel 2001 è stato quello di valutare la nostra situazione dal punto di vista delle risorse. Lo abbiamo fatto utilizzando il ciclo pastorale, con i suoi quattro punti pratici: a) esposizione/immersione; b) analisi sociale; c) riflessione teologica; e d) pianificazione pastorale.
Alla successiva assemblea plenaria nel 2004 abbiamo imparato a impiegare un metodo semplice di pianificazione pastorale strategica e lo abbiamo subito applicato per raggiungere il nostro obiettivo di diventare più autosufficienti negli ambiti fondamentali a) del personale; b) delle infrastrutture; c) delle finanze. I vescovi hanno fissato un obiettivo concreto, ovvero che ciascuna Chiesa locale aumentasse la propria autosufficienza del 15 percento entro il 2007.
Entro il 2007 la maggior parte delle Chiese locali ha riportato progressi positivi, quindi l’IMBISA si è preoccupata di consolidare il livello di autosufficienza già raggiunto, attraverso un workshop sulla buona gestione. Lo abbiamo considerato un modo per assicurare che la nostra autosufficienza sarebbe stata sostenibile anche senza sostanziali aiuti esterni. A questo è poi seguito un workshop sull’etica del buon lavoro.
È quindi nostra speranza che, dotata di queste risorse, la Chiesa nell’Africa australe riesca a portare a termine i progetti ispirati: a) dalle Assemblee Speciali del Sinodo dei Vescovi per l’Africa del 1994 e del 2009; b) dall’Anno della Fede; e c) dalla Nuova Evangelizzazione per la Trasmissione della Fede Cristiana.
Questa speranza si fonda sull’esperienza di diverse diocesi, compresa l’arcidiocesi di Durban, che si sono impegnate attivamente nella Nuova Evangelizzazione, utilizzando processi simili a “renew”, con la sua metodologia, che consiste in diversi anni di “stagioni” di riflessione della durata di 6-8 settimane su temi quali “Amicizia con Gesù”, “Amici per sempre”, “Doni dello Spirito Santo”, “Frutti dello Spirito Santo”.
In un recente sondaggio, molti laici hanno testimoniato di avere avuto esperienze di incontri personali e oranti con Gesù mentre leggevano, condividevano e pregavano insieme le Scritture. Inoltre hanno espresso l’opinione che le loro parrocchie fossero sulla buona strada per essere “evangelizzate” grazie all’impegno a favore: a) di una formazione permanente nella fede per gli adulti; b) la preparazione sistematica al matrimonio, come pure l’assistenza alle coppie appena sposate; c) una rilevante catechesi post prima comunione, post confermazione e post matrimonio; e d) una vita cristiana basata sui valori evangelici necessari perché la Chiesa diventi veramente Famiglia di Dio.

[00206-01.05] [IN151] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Adolfo GONZÁLEZ MONTES, Vescovo di Almería (SPAGNA)

La fede è opera di Dio, ma giunge agli uomini che non conoscono Cristo attraverso coloro che lo conoscono e lo amano. La cooperazione nella trasmissione della fede inizia con la testimonianza e diviene esplicita confessione di Cristo tramite il primo annuncio. Spiegare la fede presuppone la conoscenza di Cristo, ma lo si fa conoscere anche quando si adducono argomenti a favore della fede, affrontando le sfide della non credenza.
La fede può generare l’inquietudine del cuore che intuisce di trovarsi davanti alla verità e al bene a lungo ricercati, ma può anche provocare un’opposizione al Vangelo, quando la verità proclamata è percepita come ostacolo alla propria libertà e alla propia idea di felicità. Gesù è il salvatore dell’uomo e allo stesso tempo “pietra di scandalo e di contraddizione”. L’uomo può rifiutare il messaggio della Chiesa perché, con la buona novella del perdono divino, il Vangelo chiede la conversione e la rinuncia alla costruzione di un mondo “senza Dio e senza Cristo”.
La nuova evangelizzazione ci sollecita a dimostrare all’uomo di oggi che il messaggio della Chiesa è la buona novella di Cristo, che è venuto a salvarci e a offrirci la felicità piena. Ridare la fede a chi ha perso Cristo è un compito arduo, ma non potremo farlo con chi vive dominato da una cultura agnostica senza avviare un dialogo con l’idea dell’uomo promossa dalla cultura contemporanea, tenendo presenti le garanzie di una società aperta. Compito che deve essere accompagnato: 1) dal rafforzamento interno della comunione ecclesiale, superando l’attuale frammentazione della Chiesa mediante il rafforzamento del catecumenato degli adulti e della catechesi e la cooperazione tra parrocchia, famiglia e scuola nell’educazione cristiana di bambini e giovani; e 2) per mezzo della santità di vita e della testimonianza della carità.

[00207-01.04] [IN152] [Testo originale: spagnolo]

- S. E. R. Mons. Jorge HERBAS BALDERRAMA, O.F.M., Vescovo Prelato di Aiquile (BOLIVIA)

Molti agenti pastorali formati nella Chiesa che erano stretti collaboratori della comunità parrocchiale sono entrati nella vita politica e, ricoprendo cariche di potere, hanno volto le spalle alla Chiesa cattolica. Per questo ci domandiamo in che cosa abbiamo sbagliato come Chiesa nella loro formazione nella fede, o se siano cristiani più per tradizione e convenienza che per convinzione.
Per rispondere a questa realtà, la Nuova Evangelizzazione deve cominciare evangelizzando innanzitutto gli evangelizzatori. L’annuncio del Vangelo di Cristo è compito di tutti i battezzati e parte dell’incontro personale con Cristo, un’esperienza di fede che permette di riscoprire la bellezza della fede cristiana e fà del cristiano un vero discepolo missionario. Un cristiano maturo nella fede agisce per convinzione, è disposto a rendere ragione della sua fede anche in ambito pubblico, diventa testimone della fede che professa, ne testimonia l’annuncio con la vita, trasmette l’entusiasmo ed è convincente.
Non possiamo pretendere la conversione pastorale (Aparecida 370) senza prima aver ottenuto la conversione personale. Allora si potrà passare da una pastorale conservatrice, con strutture che non favoriscono la trasmissione della fede (Aparecida 365), a una pastorale decisamente missionaria ed evangelizzatrice, integrandosi nella Chiesa, che è comunione e partecipazione, riflesso della comunione trinitaria (Aparecida 213).
Allora la comunità parrocchiale sarà seducente e allettante, in essa si potranno trovare accoglienza fraterna, motivazione per la propria vita di fede e l’opportunità di impegnarsi con Dio nella Chiesa. Occorre favorire la formazione iniziale e permanente degli agenti pastorali, guidarli ed essergli grati per il loro generoso servizio nella trasmissione della fede in Cristo.

[00208-01.04] [IN153] [Testo originale: spagnolo]

- S. E. R. Mons. Bernard LONGLEY, Arcivescovo di Birmingham (GRAN BRETAGNA)

L’Instrumentum laboris sottolinea, al n. 125, che “un rinnovato impegno ecumenico” è frutto della trasfigurazione della Chiesa.
Da ciò scaturiscono sei punti:
1. L’impegno a favore del dialogo e la testimonianza possono servire la nuova evangelizzazione.
2. Una proclamazione efficace della fede esige un ascolto profondo secondo l’esempio di Cristo.
3.Il dialogo rende più profonda la comprensione delle culture che occorre evangelizzare.
4. Il beato cardinale John Henry Newman è un patrono adeguato per la nuova evangelizzazione.
5. I fedeli laici sono chiamati a essere nuovi evangelizzatori e a tal fine hanno bisogno di una formazione specifica (cfr. Maryvale Institute).
6. Questo Sinodo è un modello per la collaborazione tra clero, religiosi e fedeli laici che caratterizza la nuova evangelizzazione.

[00209-01.04] [IN154] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Gabriel Akwasi Ababio MANTE, Vescovo di Jasikan (GHANA)

Mentre la sfida riguardante la natura della fede dei cattolici ghanesi è interna alla Chiesa, ci sono anche fattori esterni che pongono una sfida alla sua vita. Tra le sfide esterne ci sono l’aumento costante delle sette, l’emergere di un islam militante e l’atteggiamento antiecclesiale di organizzazioni finanziarie internazionali e di cosiddetti partner per lo sviluppo.
La presenza e l’attività delle sette, con il loro vangelo di prosperità e le promesse di successo e di ricchezza immediati, sono molto attraenti per i giovani. Questa attrazione sta causando una emorragia dei membri della Chiesa. Tuttavia, questo fenomeno suggerisce con forza che i giovani hanno bisogno di qualcosa in più della ricchezza e del successo. Di fatto, il loro atteggiamento e il loro comportamento indicano che hanno fame della Parola di Dio e sete di un significato nella vita, basato su una solida formazione e un orientamento cattolici.
Finora in Ghana l’islam non ha presentato nessuna aperta minaccia alla Chiesa cattolica e alle altre comunità ecclesiali. Di fatto, tra le due parti esistono buoni rapporti e collaborazione nell’ambito delle principali questioni sociopolitiche. Tuttavia, ci si domanda se sotto questi buoni rapporti non si nasconda qualche corrente negativa, e pertanto la situazione prevalente non deve essere data per scontata.
L’atteggiamento antiecclesiale di alcune organizzazioni finanziarie internazionale sta influendo negativamente sulla Chiesa in Ghana, specialmente sul settore educativo. Per esempio, è stata necessaria una forte presa di posizione da parte della Conferenza dei vescovi cattolici affinché l’insegnamento dell’educazione religiosa e morale fosse reintrodotta nelle scuole elementari. E comunque la religione e la morale cristiana vengono insegnate accanto a quelle di altre fedi.
C’è anche bisogno di costruire una fiducia più grande e profonda tra i fedeli laici e il clero attraverso una formazione estesa, che abbia come fine ultimo quello di offrire loro più opportunità per servire la Chiesa con le proprie capacità.
Per quanto riguarda i giovani, il loro bisogno di aiuti programmati per sviluppare legami più stretti con Cristo come loro ispiratore e fonte di forza per affrontare le esigenze insite nella loro crescita non verrà mai sottolineato abbastanza.

[00210-01.04] [IN155] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Robert ZOLLITSCH, Arcivescovo di Freiburg im Breisgau, Presidente della Conferenza Episcopale (GERMANIA)

Già prima degli anni Sessanta dello scorso secolo, nei paesi dell’Europa centrale e occidentale sono stati avviati processi sociali che potrebbero essere riassunti con i termini modernizzazione e secolarizzazione. Ne derivano svolte e cambiamenti specifici che riguardano in particolare anche l’ambito religioso. Si tratta di un profondo processo in cui le esperienze di vita fondamentali vengono modificate e l’individuo non si limita più a ricevere tradizioni, ma viene sfidato a decidere di persona. Al tempo stesso, questa sfida diventa anche un’opportunità per la nuova evangelizzazione. Nell’uomo vi è un intimo desiderio di significato, che nel mondo moderno non è morto, ma è stato sovrastato e coperto, e tuttavia continua a ripresentarsi.
La nuova evangelizzazione significa quindi aiutare le persone a portare alla luce questi rivoli di fede, accompagnarle nel loro cammino e aiutarle a scoprire le tracce di Dio nella vita quotidiana. Occorre cercare insieme la “veritas semper maior”. E in questa ricerca comune bisogna anzitutto far sperimentare alle persone, attraverso il nostro comportamento, l’amore gratuito di Dio per ogni singolo uomo.

[00211-01.05] [IN156] [Testo originale: tedesco]

- S. E. R. Mons. Sanctus Lino WANOK, Vescovo di Nebbi (UGANDA)

Nell’Africa orientale, in particolare nella diocesi di Nebbi, c’è un desiderio crescente da parte di molti di conoscere e comprendere la Parola di Dio. Molti movimenti di apostolato laico si stanno impegnando a mettere la Parola di Dio al centro di tutte le attività. C’è un interesse crescente da parte dei laici a partecipare a ritiri, incontri di preghiera e pellegrinaggi per fare un’esperienza più profonda della Parola. In molti territori di missione, soprattutto in quelle vaste comunità che i sacerdoti non riescono a visitare regolarmente, esistono centri guidati da catechisti per la celebrazione domenicale della Parola di Dio. Certo, hanno bisogno di un’orientamento adeguato. Esiste una crescente tendenza da parte dei ragazzi e dei giovani adulti a partecipare alla liturgia eucaristica della domenica, ma successivamente vanno ad ascoltare i predicatori evangelici alle loro riunioni, alla radio o alla televisione, giustificandosi col fatto che la nostra liturgia non esprime in modo adeguato la Parola di Dio. I fedeli desiderano ardentemente predicatori e insegnanti che presentino la Parola di Dio come la voce di Cristo che parla a loro e alla loro condizione di vita.
Più che leggere e comprendere, occorre pregare e meditare quotidianamente questa Parola di vita. La Nuova evangelizzazione esige:
1. Il rinnovamento della Chiesa che ha la Bibbia che si auto-interpreta e auto-testimonia nell’incontro personale con Cristo, rendendo con ciò il cristiano un autentico discepolo che ascolta e medita la Parola di vita.2. Il potenziamento della Commissione biblica e dell’apostolato biblico in ogni diocesi e a livello parrocchiale con nuovi metodi, affinché essi assumano un ruolo guida nell’avvicinare le persone a una più profonda comprensione della Parola di Dio.
3. Che ogni parrocchia incoraggi tutti i membri a possedere e usare la Bibbia in famiglia, nei movimenti laici e nelle loro vite personali quali discepoli di Cristo.
4. La promozione dell’uso della Bibbia per la preghiera: ritiri, novene e consigli pastorali.
5. L’impiego di diverse forme di mezzi di comunicazione al fine di promuovere l’apprezzamento della Parola di Dio quale centro di spiritualità nella vita di ciascun cristiano.
La proclamazione della Parola di Dio ha il potere di condurre i fedeli a un incontro con la persona di Gesù Cristo. È attraverso le Scritture che sperimentiamo il mistero della salvezza, l’amore salvifico del Padre e la presenza vivificante dello Spirito Santo realmente all’opera nella vita della Chiesa. La Parola di Dio può trasformare la vita delle persone e portare alla conversione del cuore.

[00225-01.05] [IN157] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Ladislav NEMET, S.V.D., Vescovo di Zrenjanin (SERBIA)

Nelle mie osservazioni relative alla nuova evangelizzazione vorrei concentrarmi su quattro aspetti.
Il contesto della nostra proclamazione: viviamo in un mondo in continuo mutamento.
Ciò può valere per alcuni contesti, ma ci sono alcune questioni e valori fondamentali che rimangono validi per sempre.
Gesù Cristo e il suo insegnamento rappresentano tali realtà. Il Vangelo non cambia, ma la sua proclamazione può rivestire forme diverse a seconda dei contesti culturali dei nostri tempi.
Le missioni popolari: per il rinnovamento delle piccole comunità (non delle grandi città), come parrocchie o come unità pastorali, sembrerebbe che la prassi, ben nota per il passato, delle missioni popolari possa essere ripresa e adattata ai nostri tempi.
La nuova evangelizzazione è essenzialmente connessa al lavoro parrocchiale e alla missione “ad gentes” (RM 32-34). Le Chiese locali non dovrebbero dimenticare nel processo della nuova evangelizzazione la loro vocazione a partecipare nella missione ad gentes.
La conversione personale e strutturale di tutti noi appare di somma importanza in questo momento della storia.

[00212-01.04] [IN158] [Testo originale: inglese]

- Rev. P. Bruno CADORÉ, O.P., Maestro Generale dei Frati Predicatori (Dominicani)

L’impegno per l’evangelizzazione trova la sua gioia e la sua forza nella contemplazione. Questa intuizione degli Ordini mendicanti mette in luce tre delle sfide che l’evangelizzazione si trova oggi ad affrontare.
La sfida della conoscenza, affrontata nel dialogo con tutti i cercatori di verità, filosofi, scienziati, ricercatori. Il dispiegamento delle scienze e dei saperi è l’occasione di realizzare questa “bella amicizia tra la fede e le scienze” proclamata dal Concilio. Nella fede si contempla il mistero della continua creazione di Dio e il suo fiducioso appello alla libertà e alla ragione dell’uomo. Nell’amicizia possiamo, con gli uomini di scienza, discernere le sfide per costruire, insieme, un mondo per l’uomo.
La sfida della libertà. Nell’incontro con i nostri contemporanei, credenti e non, occorre far conoscere in primo luogo l’amicizia di Dio con gli uomini, piuttosto che formulare risposte a domande che talvolta non sono poste nei termini dovuti. Farsi guidare dalla pazienza di Dio che fa assegnamento sull’uomo, perché egli impari a mettere la sua libertà all’altezza della sua dignità e a contemplare la misericordia di Cristo, che ci precede, Lui che insegna ai suoi amici ciò che ha ricevuto dal Padre.
La sfida della fratellanza. Le comunità religiose vogliono essere luoghi in cui la fratellanza costruita nella diversità aspira ad essere trasformata dallo spirito di comunione in “sacramento” dell’amicizia di Dio con il mondo. E, a causa di questa speranza, sono sfidate a elargire questa speranza di comunione, legando il loro destino ai dimenticati del mondo, facendo loro la convinzione del Sinodo del 1971: “L’agire per la giustizia ed il partecipare alla trasformazione del mondo ci appaiono chiaramente come dimensione costitutiva della predicazione del Vangelo”.

[00213-01.05] [IN159] [Testo originale: francese]

- S. E. R. Mons. Shlemon WARDUNI, Vescovo di Curia di Babilonia dei Caldei, Vescovo titolare di Anbar dei Caldei (IRAQ)

L’Evangelizzazione per essere efficace e produttiva deve inventare nuovi metodi e mezzi: innanzitutto, fondarsi sulla grazia dello Spirito Santo, che illumina l’uomo e lo fa accogliere e vivere la sua vocazione cristiana e umana e arrivare all’autentica luce della mente e alla vera gioia del cuore.
La vita veritiera dei maestri che segue un modello di “santità”. Bisogna chiederci: dov’è la nostra umiltà? dov’è la nostra unità? dov’è il nostro reale amore per Dio, che ci ha amati dandoci il suo Figlio unigenito (Gv 3, 16; 13, 1; 1Pt 1, 22; Gv 13, 34).
Il Sinodo precedente è stato sulla Parola di Dio, Parola che è vitale per la Nuova Evangelizzazione, come dice il salmista: “luce ai miei passi la Tua parola”. Senza la Parola non potremo incontrare il Verbo. Egli è pronto a presentarsi e a dare la forza a coloro che si lasciano guidare da Lui. Perciò bisogna evangelizzarsi, prima di evangelizzare gli altri.
Purtroppo è diffusa una mentalità che disprezza la religione, considerandola ostacolo allo sviluppo sociale e scientifico. Tale visione spinge all’indifferenza mortale, in una forma di ateismo mascherato. Un ateismo praticato e diffuso in tutte le società, aumentato, purtroppo, dalle discordie della Chiesa. Una Chiesa che si trova spesso costretta a difendersi invece di testimoniare Cristo ... tutto questo indebolisce la fede dei semplici.
Un altro motivo di questa degradazione religiosa è l’aumento dell’emigrazione, cioè il fuggire da alcune realtà difficili ad altre sconosciute e spesso difficoltose - il “miele amaro” come l’ha chiamato Benedetto XVI nel Suo discorso ai giovani in Libano.
Senza scordare l’impatto negativo dei Mass-Media che spesso si dispongono contro la Chiesa per screditarla e indebolire la sua forza morale, dannando cosi, soprattutto, la fede per degli adolescenti e dei giovani.
L’Evangelizzazione è uno dei compiti più grande dei vescovi, come afferma il Concilio Vaticano II, nel Decreto “Christus Dominus” (No. 13).
La Nuova Evangelizzazione in Iraq: la situazione resta estremamente negativa, nonostante i continui tentativi della Chiesa. Il numero dei cristiani è sempre in diminuzione a causa dell’emigrazione continua dei fedeli e del Clero e anche a causa dal nostro cattivo esempio, dalla non-coesione, e dall’aumento delle divisioni tra di noi.

[00215-01.04] [IN161] [Testo originale: italiano]

- S. Em. R. Card. Leonardo SANDRI, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (CITTÀ DEL VATICANO)

Facendo riferimento ai nn. 74 e 75 dell’Instrumentum Laboris, desidero ringraziare di cuore il Santo Padre per avere introdotto le Chiese Orientali Cattoliche al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione col dono della Esortazione Apostolica Ecclesia in Medio Oriente e con l’indimenticabile visita in Libano. Questo Documento si apre richiamando in tutta la loro attualità i quattro pilastri sui quali la Chiesa, fin dalle origini, si fonda (Atti 2, 42): l'annuncio della parola, il servizio della carità, l’Eucaristia e l’insieme dei sacramenti, la preghiera personale e comunitaria (n. 5). Il binomio “comunione e testimonianza”, che guidò il Sinodo per il Medio Oriente e costituisce ora la priorità ecclesiale, trae forza dai quattro pilastri citati: essi valgono anche nel presente Sinodo, essendo imprescindibili ad ogni azione evangelizzatrice. Le Chiese Orientali sono riconosciute come “testimoni viventi delle origini” dal Concilio stesso (cfr. OE 1). Il beato Giovanni Paolo II le ha presentate come secondo polmone dell’unico Corpo di Cristo e Papa Benedetto le ha segnalate come portatrici dell’autenticità cristiana per la Chiesa intera, la quale guarda con sicurezza al futuro solo se rimane ancorata a ciò che è “fin dal principio” (Gv 1). Esse non possono rinunciare alla piena configurazione ecclesiale che il Concilio ha loro assicurato (cfr. OE 1; 24), e nemmeno alla specifica missione dell’unità di tutti i discepoli di Cristo, specie orientali (ibid.), loro affidata. Col sostegno del Santo Padre e della nostra Congregazione, si prodigheranno, pertanto, affinché siano loro accordate ovunque le formule di presenza e di giurisdizione almeno essenziali, in attesa di quelle più adeguate. Le Chiese Orientali chiedono che la piena comunione cum Petro et sub Petro non sia mai sottovalutata per finalità ecumeniche e interreligiose, che in tal modo verrebbero esse stesse disattese. Il lungo e fedele cammino ecclesiale, col sapore del martirio che lo ha sempre distinto, le abilita come operatrici qualificate della nuova evangelizzazione. Nella madrepatria sono messe a dura prova nell’incolumità fisica e nell’esercizio della libertà religiosa. Nei Paesi nuovi debbono attrezzarsi alla prova altrettanto dura dell’eclissi ostentata del senso di Dio e del confronto con linguaggi e modelli del tutto nuovi. Ma proprio i figli e le figlie dell’Oriente cristiano si trovano ad essere nuovi evangelizzatori in aree metropolitane di ogni Continente (cfr. Prolusione al PIO 15.10.2011), là dove le comunità cristiane sono talora ferite dall’indifferenza o addirittura dall’abbandono pratico o esplicito dell’appartenenza cristiana. Mi preme richiamare la condizione, in alcuni casi di persecuzione e più frequentemente di esodo, in cui vivono molti cristiani orientali (I.L. 74). E mi faccio eco del loro desiderio di essere pensati e valorizzati non· come minoranza, bensì come presenza. quella del lievito evangelico che fermenta tutta la pasta. È la qualità della fede, infatti, ad amplificare l’impeto dell’evangelizzazione. L’ammirevole sensibilità del Santo Padre e della Chiesa universale contribuisce e contribuirà a fugare il timore concreto che possano in futuro mancare le “pietre vive” a confessare il vangelo là dove è iniziata la sua corsa. Il pellegrinaggio, che specie nell’anno della fede le Chiese compiranno ai luoghi storici della nostra salvezza, confermi la carità spirituale e materiale ad incremento di speranza per i cristiani d’Oriente e per ricevere dalla loro testimonianza quel conforto della stessa speranza che è indispensabile alla nuova evangelizzazione. Con i Confratelli orientali, umilmente, diciamo a noi stessi: prendiamo atto insieme dei problemi, delle divisioni, delle mancanze di fedeltà al Vangelo, di commistioni a volte col potere o della ricerca di una sicurezza anche economica. Vogliamo perciò purificare lo spirito e l’agire pastorale, unitamente ai nostri fedeli. Grazie, confratelli latini, per 1'accoglienza che riservate agli Orientali Cattolici come protagonisti della nuova evangelizzazione. Desideriamo che essi siano fino in fondo se stessi, con la loro articolazione spirituale, rituale e disciplinare. A bene di tutti crescerà prorompente l’opera dello Spirito, l’unico garante della piena unità nella pluriformità. Grazie.

[00216-01.04] [IN162] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Peter J. KAIRO, Arcivescovo di Nyeri (KENYA)

Oggi in tutto il mondo la famiglia affronta molte sfide, tra cui separazioni, divorzi, convivenze, poligamia, genitori inadeguati e perfino la sterilità. Osservando attentamente, la famiglia difficilmente si forma per iniziare la vita matrimoniale, e dove esistono corsi di preparazione al matrimonio sono per pochi volontari. La formazione permanente dopo il matrimonio è praticamente inesistente. La questione del genitore singolo sta diventando un problema globale che non può più essere ignorato. Esigenze economiche superiori al reddito stanno affliggendo la famiglia. Il sistema educativo allontana i bambini dalle famiglie e un’attenta osservazione rivela che in diverse parti del mondo i nostri fedeli battezzati vivono due matrimoni allo stesso tempo - il matrimonio tradizionale e quello cristiano - impedendo alla famiglia di avere un’identità chiara.
In alcune famiglie manca la cultura dell’amore e ciò costringe alcuni membri ad allontanarsi. Consapevole di queste sfide, la famiglia ha bisogno del sostegno che viene dal sentirsi parte della comunità cristiana, dall’essere accettata e ascoltata.
La Chiesa deve dare risalto all’autentico significato del matrimonio quale legame complementare tra uomo e donna di istituzione divina, che deve essere rispettato con tutti i suoi valori. Occorre che la Chiesa trovi il modo di rafforzare la famiglia, affinché essa diventi luogo di evangelizzazione, di approfondire l’amore verso Dio come fondamento dell’amore reciproco dei suoi membri e di accompagnarla nelle sfide che deve affrontare quotidianamente.

[00227-01.06] [IN164] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Franz-Josef Hermann BODE, Vescovo di Osnabrück (GERMANIA)

In Germania in molti luoghi ci sforziamo di realizzare una pastorale diversa. La struttura territoriale parrocchiale continua a essere importante. A ciò si aggiungono servizi categoriali. Sono importanti anche le forme locali (per esempio i centri spirituali). Non poche persone si presentano temporaneamente, ad esempio, ai corsi di fede, alle scuole di preghiera e agli esercizi quotidiani. Sarà sempre più importante allacciare rapporti personali in seno alle piccole comunità cristiane, “biotopi” della fede, della speranza, della carità. Molti trovano un contatto mediale. Anche i grandi eventi “globali” (Giornata Mondiale della Gioventù, Congressi ecclesiali) non devono essere sottovalutati. La testimonianza diaconale dell’attenzione per le persone oggi viene molto ben compresa. Allo stesso modo, la cultura, l’estetica, la musica e la letteratura sono importanti in una pastorale attuale viva. Per questo rafforziamo la preparazione dei catechisti volontari e il gioco di squadra tra tutti i servizi dei battezzati, dei confermati, degli incaricati, degli inviati e dei consacrati. A tal fine sarebbe auspicabile ampliare le possibilità di affidare a uomini e donne compiti di responsabilità nella liturgia, nella catechesi e nel diaconato.

[00217-01.04] [IN165] [Testo originale: tedesco]

- S. Em. R. Card. Angelo AMATO, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi (CITTÀ DEL VATICANO)

Nei Lineamenta si contano una quarantina di rimandi sia alla santità come conversione a Cristo e come accoglienza piena della sua grazia, sia ai Santi come indispensabili protagonisti della nuova evangelizzazione: “Il segreto ultimo della nuova evangelizzazione è la risposta alla chiamata alla santità di ogni cristiano” (n. 158). Il tema della santità della Chiesa nel suo essere e nell’agire dei suoi figli costituisce una trama portante del documento.
Perché questa insistenza? Perché nei Santi la Chiesa offre alle genti lo spettacolo edificante del Vangelo vissuto, testimoniato e proclamato sine glossa. I Santi, infatti, evangelizzano con la loro vita virtuosa, nutrita di fede, speranza e carità. Essi incarnano le beatitudini evangeliche, che sono lo specchio fedele di Cristo: beati i poveri, i miti, i puri di cuore, i misericordiosi, gli operatori di pace, i perseguitati. Essi rispondono con straordinaria creatività al comandamento dell’amore di Dio e del prossimo: avevo fame e sete e mi avete dato da mangiare e da bere, ero straniero e mi avete accolto, malato e carcerato e mi avete visitato. I santi abbracciano l’umanità con la loro carità, rendendo la convivenza più buona, più pacifica, più fraterna. Per questo i giorni del nostro calendario sono segnati dai nomi dei santi. La storia della Chiesa, in Oriente come in Occidente, al Nord come al Sud, registra santi di ogni età, di ogni paese, di ogni razza, lingua o cultura, perché la grazia di Dio Trinità è come la rugiada del mattino. Essa si posa su tutte le piante del giardino, ma sulla rosa è rossa, sulle foglie è verde, sui gigli è bianca. Così è la santità, che, pur essendo unica come dono divino, penetra leggera e trasformante nei cuori dei figli della Chiesa in ogni parte del mondo, in Asia come in Africa, in America come in Oceania o in Europa. Ci sono santi martiri, santi confessori, santi dottori della Chiesa. Tutti sono testimoni di Cristo ed evangelizzatori.

[00218-01.04] [IN166] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Emmanuel Adetoyese BADEJO, Vescovo di Oyo (NIGERIA)

Riflettendo sull’Instrumentum laboris (92-95), sono convinto che la Chiesa deve esplorare la possibilità di trasformare la celebrazione stessa dei sacramenti in un momento più efficace per agire sulla fede, che possa attirare i non cristiani alla catechesi e all’impegno. Lo si può fare se aggiorniamo continuamente la predicazione e i riti sacramentali ricorrendo a modalità più attrattive nell’arte, nel linguaggio, nelle espressioni e nelle immagini che facilitino la comunicazione del loro potere e del loro significato.
La capacità di attrarre delle liturgie multimediali, solenni ma esuberanti, può far sì che l’insofferenza dell’uomo moderno si concentri sull’azione dello Spirito Santo, per irrobustirlo contro il consumismo, la corruzione, il materialismo e il relativismo e così diventare un testimone del Vangelo (IL 119, 123). La nuova evangelizzazione potrebbe sfruttare questo modello sul quale l’Africa fa tanto affidamento nella sua liturgia.
Nel mondo attuale, molti forse non si rivolgono alla Chiesa, ma hanno bisogno che la Chiesa vada loro incontro, la dove si trovano, in particolare nei luoghi in cui le chiese si stanno svuotando. O è forse lo Spirito Santo che ci sta chiamando a uscire dalle “catacombe della paura e della coscienza di noi stessi” per condividere di più Gesù con gli altri? Gli “spazi originali dei media”, cioè i campi di gioco, le strade, le città, i mercati, i nightclub, i centri commerciali, persino i bar e i bassifondi, anelano a essere “Chiesa” in qualche misura.
Sacerdoti e vescovi forse non saranno accolti a braccia aperte in simili luoghi, ma una sola parola o un solo gesto da parte nostra potrebbero bastare a rivelare il volto di Gesù, come un primo incontro per qualcuno, ed è da lì che la fede inizia. È qui, secondo me, che l’appello alla nuova evangelizzazione con zelo, mezzi e metodi rinnovati assume il suo senso autentico.Mi piacerebbe che questo Sinodo confermasse con energia il ruolo e la responsabilità dei professionisti e degli operatori cattolici dei media nella Nuova Evangelizzazione e l’esigenza di rivolgere un’attenzione particolare al loro sviluppo spirituale. Milioni di giovani nel mondo intero condividono le stesse storie, esperienze e sfide, senza distinzioni di luogo, grazie ai nuovi media sociali, personali e digitali. La Chiesa deve cercare con umiltà la loro fiducia, sapendo che i giovani preferiscono un rapporto di comunicazione reciproca all’antiquato modello docente-discente, oratore-ascoltatore. Quando si sentiranno in armonia con la Chiesa potranno nelle forme e nel linguaggio adeguati portare la loro fede e i loro valori cristiani ai nuovi contesti sociali.

[00219-01.04] [IN167] [Testo originale: inglese]

VOLUME SULLA X ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

“Il Vescovo servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo” è stato il tema della X Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, celebrata in Vaticano nel 2001. Un volume, che ha per titolo lo stesso tema sinodale, è stato presentato nella Decima Congregazione di questa mattina al Santo Padre Benedetto XVI, che ha donato una copia a ciascun Padre Sinodale e Partecipante a questa Assemblea.
Edito dalla Lateran University Press, il testo è stato curato dal Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, S. E. R. Mons. Nicola Eterović , Arcivescovo tit. di Cibale (CITTÀ DEL VATICANO).
Si compone di quattro parti. Contiene gli atti sinodali, dall’annuncio del tema, con i relativi preliminari, fino all’Esortazione Apostolica Postsinodale “Pastores gregis”.
Ampia la documentazione a disposizione: vengono ripresi i lavori sinodali ripercorrendo tutte le Congregazioni generali, le riunioni dei Circoli minori, l’elaborazione delle Proposizioni e le informazioni sull’attività del Sinodo. In Appendice anche i testi della Segreteria Generale, in particolare i Lineamenta, l’Instrumentum laboris, l’Elenco dei partecipanti e le varie Commissioni.

[00292-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

GIORNATA DI CONFRONTO E DIALOGO SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

“Una bella notizia” è il tema della giornata di confronto e dialogo sulla nuova evangelizzazione, promossa da Roma Capitale in occasione della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Due gli eventi previsti per giovedì prossimo, 18 ottobre 2012, realizzati in collaborazione con la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, Radio Vaticana e Hope.
Al mattino, alle ore 10:30, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si svolgerà un convegno internazionale. Rivolgeranno i saluti istituzionali Gianni Alemanno, Sindaco di Roma; S.E.R. Mons. Nikola Eterović, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; S.E.R. Mons. Salvatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e Padre Federico Lombardi, S.J., Direttore della Radio Vaticana, del Centro Televisivo Vaticano e della Sala Stampa della Santa Sede,
A seguire, le testimonianze di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari; Franco Miano, Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e di Chiara Amirante, Fondatrice e Presidente della Comunità Nuovi Orizzonti, tutti Uditori in quest’Assemblea generale.
Alle ore 12 spazio agli interventi di alcuni Padri Sinodali, provenienti dai cinque continenti. Coordina Marco Brusati, Direttore generale di Hope.
In serata sarà proposto un concerto internazionale di Christian Music. Appuntamento alle ore 21 nella sala Sinopoli dell’Auditorium “Parco della Musica” di Roma.

[00293-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

 
Ritorna a:

- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - XIII Assemblea Generale Ordinaria - 2012
  [Plurilingue, Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco]

- Indice Sala Stampa della Santa Sede
 
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

top