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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
7-28 OTTOBRE 2012

La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione italiana

19 - 16.10.2012

SOMMARIO

- QUATTORDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MARTEDÌ 16 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)
- CONCERTO: “UNA BELLA NOTIZIA”

QUATTORDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE (MARTEDÌ 16 OTTOBRE 2012 - POMERIDIANO)

- INTERVENTO DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO: ANNUNCIO DELEGAZIONE IN SIRIA
- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)
- AUDITIO DELEGATORUM FRATERNORUM (IV)
- INTERVENTO DELL’INVITATO SPECIALE, FR. ALOIS, PRIORE DELLA COMUNITÀ ECUMENICA DI TAIZÉ (FRANCIA)

Oggi, martedì 16 ottobre 2012, alle ore 16:30, alla presenza del Santo Padre, con la preghiera Pro felici Synodi exitu, ha avuto inizio la Quattordicesima Congregazione Generale per la continuazione degli interventi in Aula dei Padri Sinodali sul tema Sinodale: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana».

Presidente Delegato di turno S. Em. R. Card. Francisco ROBLES ORTEGA, Arcivescovo di Guadalajara (MESSICO).

In apertura di Congregazione Generale S. Em. R. Card. Tarcisio BERTONE, Segretario di Stato (CITTÀ DEL VATICANO) ha preso la parola per rappresentare alla popolazione siriana la vicinanza del Santo Padre, dei Padri Sinodali e degli altri Partecipanti alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Nelle parole del Cardinale Segretario di Stato l’annuncio di una Delegazione in Siria e la preghiera perché nel Paese si cerchi una soluzione politica all’immane tragedia, si tutelino i sofferenti, i deboli e gli sfollati, prevalgano la ragione e la compassione. Il testo integrale dell’intervento è pubblicato in questo Bollettino.

Durante la Congregazione Generale sono intervenuti alcuni Delegati Fraterni.

Successivamente il Presidente Delegato ha dato la parola all’Invitato Speciale, Fr. ALOIS, Priore della Comunità Ecumenica di Taizé (FRANCIA).

È seguito un tempo di interventi liberi.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 19:00 con la preghiera dell'Angelus Domini, erano presenti 246 Padri.

INTERVENTO DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO: ANNUNCIO DELEGAZIONE IN SIRIA

Beatissimo Padre,
Eminentissimi ed Eccellentissimi Padri Sinodali,
Cari fratelli e sorelle,

non possiamo essere semplici spettatori di una tragedia come quella che si sta consumando in Siria: alcuni interventi sentiti in aula ne sono la prova.
Convinti che la soluzione della crisi non può essere che politica e pensando alle immani sofferenze della popolazione, alla sorte degli sfollati nonché al futuro di quella nazione, alcuni di noi hanno suggerito che la nostra assemblea sinodale possa esprimere la sua solidarietà.
Il Santo Padre ha così disposto che una Delegazione si rechi nei prossimi giorni a Damasco con lo scopo di esprimere, a nome Suo e di tutti noi:
- la nostra fraterna solidarietà a tutta la popolazione, con una offerta personale dei Padri Sinodali, oltre che della Santa Sede;
- la nostra vicinanza spirituale ai nostri fratelli e sorelle cristiani;
- i nostri incoraggiamenti a quanti sono impegnati nella ricerca di un accordo rispettoso dei diritti e dei doveri di tutti, con una particolare attenzione a quanto previsto dal diritto umanitario.

Composizione della Delegazione:

Padri Sinodali:
- Sua Em.za Card. Laurent Mosengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa;
- Sua Em.za Card. Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso;
- Sua Em.za Card. Timothy Dolan, Arcivescovo di New York;
- Sua Ecc.za Mons. Fabio Suescun Mutis, Ordinario militare in Colombia;
- Sua Ecc.za Mons. Joseph Nguyen Nang, Vescovo di Phat Diem;

Oltre ai citati Padri Sinodali, fanno parte della Delegazione:
- Sua Ecc.za Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato;
- Mons. Alberto Ortega, Officiale della Segreteria di Stato.

Si presume che esperite le formalità necessarie con il Nunzio Apostolico e con le autorità locali, la Delegazione si recherà a Damasco la settimana prossima.
Nel frattempo preghiamo perché prevalgano la ragione e la compassione.

[00321-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Sono intervenuti i seguenti Padri:

- S. Em. R. Card. Angelo BAGNASCO, Arcivescovo di Genova, Presidente della Conferenza Episcopale (ITALIA)
- S. E. R. Mons. Stanislav LIPOVŠEK, Vescovo di Celje (SLOVENIA)
- S. E. R. Mons. Kieran O'REILLY, S.M.A., Vescovo di Killaloe (IRLANDA)
- S. E. R. Mons. Everardus Johannes de JONG, Vescovo titolare di Cariana, Ausiliare e Vicario Generale di Roermond (PAESI BASSI)
- S. E. R. Mons. Vincent RI PYUNG-HO, Vescovo di Jeonju (COREA)- S. E. R. Mons. Diarmuid MARTIN, Arcivescovo di Dublin (IRLANDA)
- S. E. R. Mons. Yves Marie MONOT, C.S.S.p., Vescovo di Ouesso (REPUBBLICA DEL CONGO)
- S. E. R. Mons. Der Raphaël DABIRÉ KUSIÉLÉ, Vescovo di Diébougou (BURKINA FASO)
-
S. Em. R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (C.C.E.E.) (UNGHERIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S. Em. R. Card. Angelo BAGNASCO, Arcivescovo di Genova, Presidente della Conferenza Episcopale (ITALIA)

L’invito di Cristo - “Non temete” - è risuonato forte nell’aula del Sinodo, agorà dei popoli.
Per questo, l’episodio evangelico di Pietro che cammina sulle acque, bene esprime il primo messaggio per noi Pastori, come per i nostri Sacerdoti e le comunità cristiane: dobbiamo tener fermo lo sguardo sul volto del Signore, altrimenti affondiamo nei timori. Ecco il primato della grazia e il bisogno del sacramento della riconciliazione nella vita spirituale. La luce si accende con la luce - scriveva Romano Guardini -, la gioia con una fede gioiosa! Occorre dunque essere uomini di fede per essere maestri di fede. Lo sguardo con cui dobbiamo guardare il mondo deve riflettere la simpatia di Dio che in Cristo si è rivelata come salvezza, e questo sguardo ci porta a riconoscere innanzitutto i segni della sua opera. Esiste, infatti, nel popolo cristiano un diffuso tesoro di eroismo umile e quotidiano, che non fa notizia ma costruisce la storia. In questo senso, in Italia, la presenza di 25.000 Parrocchie costituisce una rete di prossimità e un patrimonio da non disperdere.
Un altro compito è quello di fare con animo nuovo le cose di sempre, consapevoli cioè che la gente che incontriamo nelle nostre comunità spesso deve riscoprire la fede o scoprirla. Questa coscienza richiede ardore, generosità e fiducia, senza dimenticare che la presenza di tanti emigrati cristiani è una grazia che spesso edifica i credenti del nostro Paese. Il nuovo slancio della pastorale territoriale si deve, poi, coniugare con la pastorale degli ambienti, realtà vastissima del vivere umano che forse dobbiamo guardare con maggiore attenzione (scuola, università, ospedali, sport, media, mondo della fabbrica...). Infine, la pastorale ordinaria e occasionale, territoriale e d’ambiente, con pazienza deve diventare una pastorale integrata con le molteplici Aggregazioni laicali, associazioni, movimenti, gruppi ecclesiali, come ricorda l’Instrumentum laboris.
L’evangelizzazione ha un carattere profetico: essa si attua - come tutta “l’economia della rivelazione” - con eventi e parole intimamente connessi (cfr Dei Verbum 2). Il profeta è colui che legge le circostanze e gli avvenimenti con lo sguardo di Dio: ne coglie la verità in rapporto a Lui e quindi ne vede l’orientamento interno, potremmo dire, l’esito. Ma il profeta è anche colui che anticipa in modo simbolico il cammino della storia. In questo orizzonte, la vita della comunità cristiana, il servizio capillare e la testimonianza della carità, la divina liturgia, l’annuncio del Vangelo... hanno un carattere profetico o perché fanno incontrare realmente quell’umanità nuova che Gesù ha iniziato con il suo sacrificio, oppure perché annunciano esplicitamente le parole della Rivelazione che salva, o perché smascherano lo spirito di menzogna che ispira idee e comportamenti che portano non alla felicità, ma in deserti tristi e disumani. Per questa ragione il giudizio che a volte si legge, secondo cui nella Chiesa mancherebbe la profezia, è ingiustificato. Cristo deve essere annunciato per intero, nella sua Persona e nelle sue implicazioni antropologiche, etiche e sociali. Senza, la fede resterebbe emotiva e irrilevante per la vita concreta.
Se è evidente che alcune tendenze culturali sono contrarie al Vangelo, è anche vero che dalla parte del Vangelo c’è l’uomo. La cultura contemporanea, ad esempio, demonizza la categoria del “limite” perché è intesa come negazione della libertà individuale e dello slancio vitale. Tale pregiudizio stravolge l’etica, le relazioni, la famiglia, l’esperienza della malattia. Ma l’esperienza del limite - ontologico, morale, affettivo, psichico - è un grande alleato del Vangelo, poiché dice che l’uomo ha bisogno degli altri e, innanzitutto, dell’Altro che è Dio. Questo aver bisogno non è una debolezza ma un valore, perché spinge ad aprirsi nella reciprocità dell’Amore che non solo corrisponde ma salva.

[00255-01.04] [IN190] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Stanislav LIPOVŠEK, Vescovo di Celje (SLOVENIA)

Parlo in riferimento all’“Instrumentum laboris” Nr. 138 dove sta scritto che si deve aiutare le comunità cristiane locali, cominciando dalle parrocchie, ad adottare uno stile più missionario della propria presenza dentro il tessuto locale.
Nella Chiesa in Slovenia questo stile missionario delle parrocchie è stato favorito in tutto il periodo postconciliare, quando abbiamo cercato di far vivere diverse indicazioni e linee pastorali dei documenti pastorali conciliari e postconciliari. A livello delle diocesi ed anche a livello nazionale sono stati preparati diversi “forum pastorali” per promuovere la vita cristiana nelle parrocchie sempre nelle dimensioni principali della missione salvifica della Chiesa, che si svolge nella evangelizzazione, nella liturgia e nella diaconia.
Alla vigilia del “Anno della fede” 2012/2013 abbiamo preparato un documento pastorale nazionale “Venite e vedete”, che è un confronto con la pastorale attuale e, nella seconda parte, un programma nazionale per promuovere la nuova evangelizzazione nelle nostre comunità parrocchiali, nei diversi gruppi e collaboratori parrocchiali.
Sotto la guida dei vescovi e la coordinazione del Consiglio pastorale nazionale i Consigli pastorali parrocchiali cominciano a studiare, trasmettere e realizzare il programma pastorale, affinché tutti i membri e gruppi della parrocchia e tutti gli uomini di buona volontà vengono introdotti nel programma pastorale nazionale e nella vita cristiana per una fede viva, operante gioiosa ed salvifica.

[00256-01.04] [IN191] [Testo originale: italiano]

- S. E. R. Mons. Kieran O'REILLY, S.M.A., Vescovo di Killaloe (IRLANDA)

Il momento magico che si è creato a seguito del Congresso Eucaristico Internazionale, tenutosi recentemente in Irlanda, è stato ulteriormente valorizzato dalla pubblicazione di un Nuovo Direttorio Nazionale per la catechesi in Irlanda dal titolo “Trasmettere la Buona novella”. Questo documento della Conferenza Episcopale è un programma per tutta la Chiesa in Irlanda.
Trasmettere la Buona novella comporta la completa affermazione della fede, il Catechismo della Chiesa cattolica, che cerca metodi sicuri per rendere i tesori celati nel Catechismo più accessibili al popolo irlandese di oggi. Rappresenta inoltre un richiamo all’azione, con l’obiettivo di contribuire ad aiutare i membri della Chiesa a parlare con fiducia del messaggio evangelico che ogni generazione di credenti deve assimilare ex novo. Si tratta di un programma decennale: i primi due anni prevedono un periodo di applicazione e di promozione della conoscenza del Direttorio, seguiti dalla sua piena attuazione in tutta la diocesi di Irlanda.
Di pari passo con la trasmissione della Buona novella, deve essere ulteriormente approfondita la sua conoscenza e la sua comprensione, così come viene predicata e vissuta nel Nuovo Testamento. Per citare la Verbum Domini al n. 51, la Chiesa...“è una comunità che ascolta ed annuncia la Parola di Dio. La Chiesa non vive di se stessa ma del Vangelo e dal Vangelo sempre e nuovamente trae orientamento per il suo cammino”. Ciò esige un più profondo ed efficace apostolato biblico.
La Chiesa in Irlanda ha vissuto e continua a vivere in modo drammatico la crisi recente. Allo stesso tempo dobbiamo affrontare i medesimi effetti del secolarismo di molti altri paesi, soprattutto dell’Europa. Di conseguenza la Chiesa adesso deve parlare con una voce che sia piena di speranza e allo stesso tempo umile, fiduciosa e compassionevole, con un’esigenza di autorità che deve radicarsi in modo più evidente nel Vangelo e nell’amore di Cristo. È questo il contesto in cui avverrà la nuova evangelizzazione.
Spero che il Sinodo voglia rivolgere una parola di incoraggiamento a tutti gli agenti della Nuova Evangelizzazione, soprattutto alle molte donne che rivestono un ruolo significativo nella vita della nostra Chiesa, esprimendo la nostra gratitudine per la loro generosa attività nel diffondere il Vangelo nei vari settori della vita quotidiana in cui sono presenti come figure centrali - nel lavoro, nelle scuole, nelle famiglie e nella campo sanitario. Queste e altri membri impegnati delle nostre comunità di fede, si aspettano e attendono un messaggio di speranza e di incoraggiamento dal Sinodo, mentre li invitiamo a impegnarsi con coraggio evangelico a favore della nuova evangelizzazione nei diversi aeropaghi del nostro tempo.

[00259-01.06] [IN193] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Everardus Johannes de JONG, Vescovo titolare di Cariana, Ausiliare e Vicario Generale di Roermond (PAESI BASSI)

Il nostro problema non è costituito tanto da un avversario visibile quanto dagli invisibili spiriti del male (Ef 6, 12).
È stata la Pentecoste a dare inizio alla prima evangelizzazione e ora abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste. Pertanto, dobbiamo pregare con fervore e costanza lo Spirito Santo, come suggerisce Evangelii nuntiandi, n. 75. Deve essere questo il primo elemento di una strategia di nuova evangelizzazione a livello mondiale. Questa preghiera allo Spirito Santo è stata promossa da grandi missionari come San Arnold Janssen (1837-1909) ed è stata alla base del Movimento Carismatico Cattolico nel 1967. Gesù stesso ha promesso lo Spirito Santo a chiunque lo chieda (Lc 11, 13)! Forse il Santo Padre introdurrà preghiere benedettine al termine della Messa (cfr. le preghiere leoniane di Leone XIII) o una novena perpetua per chiedergli di effondersi.
Dobbiamo promuovere l’arte del discernimento degli spiriti. In questo tempo di relativismo, in cui la verità oggettiva non è facilmente accettata, possiamo aiutare le persone a confrontare le loro esperienze soggettive per guidarle verso la verità oggettiva. Non dobbiamo solo presentare il Vangelo e il catechismo, ma dobbiamo anche promuovere esercizi spirituali, nei quali mettiamo le persone a confronto con il Gesù dei Vangeli e la Chiesa e le aiutiamo a confrontare l’influenza del Suo Spirito nella loro vita con i risultati di uno stile di vita più edonistico (cfr. Gal 5, 29-32). In tal modo verranno guidati verso la conoscenza e il discernimento della verità oggettiva della loro natura umana, dei suoi desideri più profondi e di Dio nella loro coscienza. Scopriranno così San Pietro, i suoi successori e la Chiesa (cfr. beato John Henry Newman (1901-1890)). Ciò significa che dobbiamo dare ai sacerdoti e ai religiosi una formazione spirituale migliore, affinché siano guide spirituali, padri e madri spirituali autentici.
Dobbiamo promuovere la preghiera agli angeli e agli arcangeli nella nuova evangelizzazione. Molti pontefici e santi hanno praticato questa devozione e l’hanno promossa.
Le famiglie sono essenziali per la trasmissione del Vangelo. Nel contesto presente, la nostra tlinesocietà non conosce più il peccato. Tuttavia, il peccato influenza l’apertura al messaggio evangelico. La pornografia, la sessualità al di fuori del matrimonio tra un uomo e una donna, la contraccezione e l’aborto chiudono i cuori. Di fatto, chi può dire di sì a Dio, che dà la vita in abbondanza, se in modo consapevole o inconsapevole dice di no alla vita umana? Ciò significa che la Chiesa deve promuovere con coraggio il Vangelo della vita, compresa la teologia del corpo, la pianificazione familiare naturale e allo stesso tempo annunciare Dio misericordioso.

[00261-01.04] [IN195] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Vincent RI PYUNG-HO, Vescovo di Jeonju (COREA)

Sin dall’inizio del mio episcopato nel 1990, ho cercato di memorizzare i passi biblici della Messa quotidiana, dedicandovi due ore e mezza ogni mattina e coinvolgendo in un modo o nell’altro in particolare i laici. Quando ci dedichiamo a ciò, comprendiamo quanto siano vere le parole di Sant’Ambrogio, il quale ha affermato: “quando prendiamo in mano con fede le sacre Scritture e le leggiamo con la Chiesa, l’uomo torna a passeggiare con Dio nel paradiso” (Verbum Domini, n. 87). Lo scorso sinodo, un vescovo francese ha detto: “Ho una laurea in Sacra Scrittura, ma sono stati i laici, i poveri, ad aprirmi veramente alla forza della Parola. Mi hanno evangelizzato. I poveri sono profondamente ricettivi alla Parola di Dio (Mt 11, 25-26), e la Chiesa dovrebbe sempre leggerla avendoli vicini”. La fede, definita come incontro personale con il Signore, è il fondamento sul quale è costruita ogni cosa che facciamo e perfino la Chiesa stessa. Se è solida come una roccia, non crollerà nemmeno dinanzi a inondazioni e venti forti. Ma se le fondamenta non sono solide, come la sabbia, non possono resistere al minimo ostacolo. Per quanto riguarda l’incontro e la relazione con Cristo, il Signore dice: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 20). Non siamo dunque noi che prendiamo l’iniziativa di incontrare il Signore; al contrario, è il Signore a essere già alla nostra porta e a bussare. Per noi, il modo più semplice, efficace e concreto di incontrare il Signore è attraverso i Libri Sacri. Non dobbiamo fare altro che lasciarlo entrare in noi, con cuore accogliente, attraverso la porta della Bibbia. Allora la parola diventerà in noi “spirito e vita” (Gv 6, 63).
Per quanto riguarda il “cuore accogliente”, potremmo avere un altro problema: la preghiera. Noi cattolici siamo talmente abituati alle formule pronte che rischiamo di perdere la spontaneità, la gioia, l’ardore e l’entusiasmo e di cadere in una semplice routine. Facendo un confronto con i protestanti, la differenza diventa eclatante, specialmente nella predicazione e nella preghiera. Penso che tutte le domande e le sfide relative alla Nuova Evangelizzazione possano essere ridotte a una sola: la Parola del Signore. Gesù stesso dice: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato” (Gv 15, 5-7). Per far sì che le parole del Signore rimangano in noi, dobbiamo iniziare a memorizzarle. In questo, la nostra patrona è santa Teresa di Lisieux, dichiarata Dottore della Chiesa. Ha imparato a memoria ogni passo biblico che ha trovato, che fosse nelle immagini sacre o in libri pii. Monsignor Guy Gaucher ha affermato: “Di ogni ramo ha fatto frecce e da ogni fiore il miele”.
Come afferma l’apostolo Pietro, siamo un popolo rigenerato “non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna” (1 Pt 1, 23). La Parola di Dio è il grembo del nostro essere, e per trovare la “novità” tanto desiderata, per l’evangelizzazione del presente, dobbiamo ritornare a questo luogo originale del nostro essere. La Parola divenuta “spirito e vita” è questo luogo.

[00262-01.04] [IN196] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Diarmuid MARTIN, Arcivescovo di Dublin (IRLANDA)

La sfida della lingua viene soprattutto avvertita nei paesi in cui l’idioma dominante è l’inglese, ed è caratterizzata da filosofie linguistiche con ben note sfide epistemiologiche. Esiste anche un’ulteriore sfida al linguaggio quotidiano, non soltanto dei media, ma di una cultura della manipolazione del linguaggio e della gestione dell’informazione, in cui il significato dei termini viene cambiato e manipolato per fini commerciali, ideologici o politici.
La preoccupazione che vorrei sottolineare in particolar modo oggi è la sfida che questa manipolazione del linguaggio rappresenta per i giovani alla ricerca del messaggio di Gesù Cristo. I giovani vivono in una cultura di relativismo e di un’autentica banalizzazione della verità, senza esserne spesso neppure consapevoli. È una cultura che non hanno creato loro. Possono non conoscere altre culture, eppure devono trovare Cristo in questa cultura avendo scarsa familiarità con il linguaggio della fede.
Non sto pensando qui ai grandi gruppi di giovani che hanno trovato forza e sostegno grazie ad eventi quali la Giornata Mondiale della Gioventù, ma dei molti giovani, uomini e donne, che, in un momento difficile e complesso della vita, nella loro ricerca di un senso si ritrovano molto spesso soli in mezzo ai compagni di classe, agli altri studenti e possono addirittura incontrare ostilità e incomprensione quando cercano di trovare o coltivare la fede in Gesù Cristo.
In che modo ci rendiamo presenti nella vasta popolazione di studenti, soprattutto presso coloro la cui educazione cristiana di base è stata molto superficiale, sia in famiglia che a scuola?
La sfida della Nuova evangelizzazione deve essere contrassegnata da un forte confronto di idee, non in termini di aggressione ideologica, ma nell’aiutare i giovani a discernere le idee.
La cultura dell’individualismo può essere contrastata con la creazione di una varietà di nuove comunità ecclesiali, non solo quelle che nascono dai movimenti ecclesiali, ma anche dalle nostre parrocchie, che saranno le pietre angolari delle comunità eucaristiche del futuro.

[00263-01.06] [IN197] [Testo originale: inglese]

- S. E. R. Mons. Yves Marie MONOT, C.S.S.p., Vescovo di Ouesso (REPUBBLICA DEL CONGO)

La nostra missione di Chiesa, Famiglia di Dio nel Congo-Brazzaville, si colloca oggi chiaramente tra la prima evangelizzazione, una pastorale parrocchiale di autentica vicinanza e la nuova evangelizzazione. Dopo l’indipendenza nel 1960, il nostro Paese ha vissuto quasi trent’anni di socialismo marxista e una ventina di apprendimento della democrazia con periodi dolorosi di guerra civile. Attualmente la nostra società è immersa più nella religiosità che nella secolarizzazione, anche se questa è già operante. I quadri e i giovani adulti sono stati toccati dall’ateismo marxista militante. Molti di questi anziani “membri” sono passati alle sette: gruppi esoterici (i quadri) o congregazioni diverse chiamate Chiese del risveglio (i più giovani). La missione principale della nostra Chiesa è di impegnarsi per una evangelizzazione profonda del nostro Paese: una catechesi centrata su Cristo, Vangelo di Dio per l’uomo, attenta alle diverse fasi della nostra storia, aperta agli interrogativi che vengono dalla modernità (valori e antivalori), attenta alla formazione del popolo di Dio alla fede, nella libertà del cuore che ci viene da Gesù Cristo Salvatore e al servizio della Riconciliazione, della Giustizia e della Pace, nonché alla salvaguardia della creazione (foreste del bacino del Congo). La presenza degli “autoctoni” (denominazione ufficiale dei pigmei) ci ricorda che molte zone del nostro Paese sono tuttora terre di prima evangelizzazione.

[00264-01.04] [IN198] [Testo originale: francese]

- S. E. R. Mons. Der Raphaël DABIRÉ KUSIÉLÉ, Vescovo di Diébougou (BURKINA FASO)

Il tema della comunicazione è: promozione umana e inculturazione nella nuova evangelizzazione. Nel Burkina Faso e in Niger il contesto non è quello della scristianizzazione, ma di una cristianizzazione nascente in mezzo a numerose difficoltà - credenze erronee, sottovalutazione della donna, analfabetismo delle popolazioni, povertà, ecc. - come la donna dell’Apocalisse di san Giovanni, accerchiata da un drago con sette teste e dieci corna. È in questo contesto che la Chiesa Famiglia di Dio si rivolge a persone che si confrontano con la miseria e la morte.
L’uomo è un essere pluridimensionale. La Buona Novella della salvezza deve assumere tutte le dimensioni dell’umano per fargli sperimentare quaggiù il benessere come sacramento della beatitudine futura. La nuova evangelizzazione deve considerare la promozione umana non come una semplice contingenza legata ai tempi e ai luoghi, ma come parte necessaria e integrante della missione di Cristo Salvatore.
Tuttavia, per essere adeguata, la nuova evangelizzazione deve farsi carico della cultura. Senza inculturazione la fede trasmessa non può radicarsi nel cuore dei popoli. La Chiesa, in quanto soggetto della trasmissione della fede, deve inculturarsi, se vuole essere autentica e credibile.
È per questo che, pur accogliendo con favore i tentativi d’inculturazione già in essere in Africa - come la valorizzazione dell’immagine ecclesiologica della Chiesa famiglia di Dio - occorre incoraggiare la riflessione e l’azione in tal senso, per trovare nuove strade d’inculturazione, ma soprattutto per promuovere la vita di santità dei nuovi evangelizzatori.

[00265-01.05] [IN199] [Testo originale: francese]

- S. Em. R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (C.C.E.E.) (UNGHERIA)

Il n. 54 dell’Instrumentum laboris parla del cortile dei gentili. Per l’evangelizzazione è necessario partire dalle cose fondamentali della nostra esistenza. La nostra fede, infatti, si riferisce alla realtà. Alla totalità di tutto ciò che esiste. L’odierna visione scientifica del mondo ci offre una prospettiva larghissima. Se cerchiamo di immaginarci l’Universo, la nostra fantasia si apre verso Dio, verso la sua immensa realtà. La realtà colossale di Dio, quando incontra il mondo, essendo intimamente presente in esso, ma stando al disopra dello spazio e del tempo, produce delle situazioni che ci sembrano spesso paradossali.
Le scienze naturali, la fisica, l’astronomia, ci dimostrano l’elasticità e la ricchezza di concetti fondamentali come la materia o l’energia. Pongono la domanda dell’inizio e della fine dell’Universo. Parlano persino di energia oscura o di antimateria, categorie utili per spiegare certi fenomeni basilari dell’Universo. Non mancano i ricercatori che sono aperti all’accettazione dell’esistenza di un Dio trascendente, il quale non è identico quindi con lo stesso Universo.
Quando noi cristiani annunciamo che questo Dio è personale, che ci ama, che ci ha salvati, che ci invita ad una vita felice ed eterna in comunione con Lui, non stiamo formulando delle conclusioni che si danno automaticamente dalle nostre conoscenze sulla natura. Abbiamo un’altra fonte, necessaria per la nostra fede: la Rivelazione divina, arrivata nella sua completezza nella persona di Gesù Cristo. Questo grande evento, lo possiamo conoscere attraverso la Tradizione, trasmessa dalla Chiesa, attestata dalla testimonianza delle generazioni dei santi partendo dagli apostoli fino ai nostri giorni.
La tradizione della fede suona come un’autentica risposta alla nostra grande esperienza e domanda circa l’Universo. Viviamo quindi in un’epoca di grandi opportunità per annunciare la nostra fede anche attraverso il dialogo con le scienze naturali e quelle storiche.

[00266-01.04] [IN200] [Testo originale: italiano]

AUDITIO DELEGATORUM FRATERNORUM (IV)

Sono intervenuti i seguenti Delegati Fraterni:

- S. Em. HILARION [Alfeyev], Metropolita di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per Relazioni pubbliche della Chiesa del Patriarcato di Mosca (FEDERAZIONE RUSSA)
- Rev. P. Massis ZOBOUIAN, Direttore del "Christian Education Department of the Catholicosate of the Holy See of Cilicia" (LIBANO)
- Rev. Dott. Timothy GEORGE, Decano della "Beeson Divinity School of Samford University" (STATI UNITI D'AMERICA)
- S. E. Sarah F. DAVIS, Vice Presidente del "World Methodist Council" (STATI UNITI D'AMERICA)
- S. E. Steven CROFT, Vescovo di Sheffield (GRAN BRETAGNA)
-
S. E. SILUAN [Şpan], Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena in Italia (ITALIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S. Em. HILARION [Alfeyev], Metropolita di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per Relazioni pubbliche della Chiesa del Patriarcato di Mosca (FEDERAZIONE RUSSA)

Questo Sinodo dei Vescovi della Chiesa cattolica romana viene celebrato in una data di rilievo, il cinquantesimo anniversario dall’inizio del concilio Vaticano II, ed è dedicato al tema della nuova evangelizzazione importante per tutti i cristiani, il discorso di Cristo nel mondo secolare. Anche mezzo secolo fa i padri conciliari erano tutti consapevoli che una cooperazione più stretta tra i cristiani delle diverse tradizioni avrebbe avuto come risultato testimoniare Cristo e la sua missione salvifica nel mondo moderno in modo più convincente. Oggi siamo chiamati a riflettere per risolvere i compiti comuni che ci presenta l’epoca moderna. Le sfide dei cinquant’anni trascorsi dall’inizio del Vaticano II non soltanto non hanno perso la loro importanza, ma sono diventate perfino più acute e minacciose.
Sia la Chiesa russa ortodossa sia la Chiesa cattolica romana svolgono la missione alla quale sono state chiamate da Cristo e danno instancabilmente testimonianza della verità, convincendo “il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio” (Gv 16, 8). In questo ministero le nostre Chiese sono sempre più consapevoli della necessità di unire i propri sforzi affinché la risposta cristiana alle sfide della società moderna possa essere udita. Negli ultimi anni, la Chiesa ortodossa e quella cattolica hanno collaborato in modo fecondo nel Forum cattolico-ortodosso, in varie organizzazioni internazionali e in altri ambienti di dialogo con il mondo secolare.
Il Sinodo dei Vescovi riunito a Roma discuterà e cercherà gli strumenti per una predicazione efficace della verità evangelica nella società moderna. Auspico che uno dei frutti del lavoro sinodale possa essere lo sviluppo della cooperazione tra ortodossi e cattolici, proprio come è accaduto dopo il Vaticano II: “perché il mondo creda” (Gv 17, 21).

[00303-01.04] [DF009] [Testo originale: inglese]

- Rev. P. Massis ZOBOUIAN, Direttore del "Christian Education Department of the Catholicosate of the Holy See of Cilicia" (LIBANO)

Vi salutiamo nello spirito dell’amore e della fratellanza cristiana.
L’iniziativa di Sua Santità Papa Benedetto XVI di convocare un’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sul tema “La Nuova Evangelizzazione per la Trasmissione della Fede Cristiana” ha un profondo significato e implicazioni ecumeniche, ecclesiologiche e missiologiche.
L’evangelizzazione è la ragion d’essere della Chiesa. È allo stesso tempo un dono di Dio in Cristo e una chiamata. L’evangelizzazione cristiana deve essere oggetto di un’attenzione mirata nel mondo d’oggi, in cui i valori spirituali e morali sono in costante declino. Rinnovare e rinvigorire la vocazione a evangelizzare non rappresenta per la Chiesa un’opzione, bensì un’urgente necessità e una tremenda sfida.
Per questo motivo, dar nuovo vigore alla missione evangelizzatrice della Chiesa non è un compito che riguarda la sola Chiesa cattolica. Rappresenta la priorità di tutti i cristiani e un imperativo ecumenico. Le Chiese che rendono testimonianza nelle diverse parti del mondo sono chiamate a dare nuovo impulso all’urgenza cruciale dell’evangelizzazione e a infondere nuovo dinamismo nel loro impegno missionario.
Dobbiamo osservare tuttavia che portare il Vangelo al mondo non è un compito facile nelle moderne società dominate dalle forze della secolarizzazione e della globalizzazione. La Chiesa non può rinunciare, per alcun motivo, alla propria missione affidatale da Dio.
Salutiamo con calore lo spirito ecumenico e l’apertura di Sua Santità nell’invitare i delegati fraterni a partecipare a questo importante evento spirituale nella vita e nella testimonianza della Chiesa cattolica. Siamo certi che i Padri sinodali affronteranno l’importante compito dell’evangelizzazione con un approccio olistico e contestualmente rilevante, rispondendo così all’attuale necessità dei fedeli a livello locale in tempi tanto difficili.
Che Dio vi sia di guida nelle vostre riflessioni e azioni per la gloria del Suo regno celeste.

[00194-01.04] [DF004] [Testo originale: inglese]

- Rev. Dott. Timothy GEORGE, Decano della "Beeson Divinity School of Samford University" (STATI UNITI D'AMERICA)

In qualità di delegato fraterno, in rappresentanza dell’Alleanza Battista Mondiale, una fratellanza di circa 42 milioni di cristiani che servono il Signore in 177.000 chiese in 120 paesi, vorrei sottolineare tre punti riguardanti la Nuova Evangelizzazione.Innanzitutto i Battisti professano, insieme a tutti i cristiani, una profonda fede nel Dio uno e trino, che ci ha resi partecipi della sua vita divina attraverso Gesù Cristo, il grande evangelizzatore, che ci salva solo con la sua grazia. Senza questa realtà trinitaria fondamentale, tutti i nostri programmi e progetti per l’evangelizzazione rimarrebbero infruttuosi.
In secondo luogo esiste un imperativo biblico all’unità dei cristiani. Ciò perché l’ecumenismo in sé non è mai un fine, ma è sempre a servizio dell’evangelizzazione. Gesù pregava il Padre celeste perché tutti i credenti fossero una cosa sola, “perché il mondo creda” (Gv 17, 21). Un esempio di unità cristiana è il Rapporto del Dialogo internazionale Battista-Cattolico di prossima pubblicazione, “La Parola di Dio nella vita della Chiesa”.
In terzo luogo, nel corso della storia, i Battisti sono stati ardenti araldi della libertà religiosa per tutte le persone. Tale libertà non si fonda su costrutti sociali o politici, ma deriva da Dio stesso e dal tipo di rapporto a cui chiama tutte le persone.
Oggi la libertà religiosa è sotto assedio in molti modi, alcuni evidenti e altri più subdoli. Tutti i cristiani che prendono sul serio il richiamo all’evangelizzazione devono impegnarsi e operare insieme per tutelarla e diffonderla.

[00195-01.04] [DF007] [Testo originale: inglese]

- S. E. Sarah F. DAVIS, Vice Presidente del "World Methodist Council" (STATI UNITI D'AMERICA)

Santità Papa Benedetto XVI, Eminenze, Eccellenze, Fratelli e Sorelle in Cristo Gesù,
Sono profondamente grato a Dio per l’importante opportunità di fare parte di questo augusto consesso, in occasione della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, per rappresentare il Consiglio Metodista Mondiale, associazione che riunisce ottanta milioni di membri appartenenti alle Chiese metodista, wesleyana, e alle relative Chiese dell’unificazione e unite, di novanta paesi. Il Consiglio Metodista Mondiale è profondamente grato al Santo Padre per averci esteso l’invito a partecipare a questo Sinodo opportuno e importante nella vita del cristianesimo.
Nel 1971, quando la Conferenza Metodista Mondiale dichiarò che era “giunta l’ora per tutte le persone chiamate metodiste di dedicarsi sia alla missione mondiale sia all’evangelismo”, l’evangelismo mondiale venne iniziato con grande fervore e intenzionalità. Il Consiglio Metodista Mondiale ritenne allora, come fa oggi, che il grande mandato di Cristo alla sua Chiesa di insegnare e predicare il Vangelo e di fare discepoli sia il compito principale della Chiesa.
Il Consiglio Metodista Mondiale concorda con il Santo Padre e con la conclusione indicata nell’Instrumentum laboris che è importante che la gente conosca Gesù Cristo nel ventunesimo secolo. Il mondo è ferito, perso, distratto, smarrito, malato e caduto in disgrazia e ha un disperato bisogno di guarigione, speranza e salvezza. In un tempo come quello presente non c’è altro nome da invocare che quello di Gesù Cristo.
Per far fronte alle sfide della Nuova Evangelizzazione possono essere utili le seguenti considerazioni:
- l’impegno evangelistico deve essere informato e modellato dalle esigenze specifiche e dall’ambiente culturale di coloro con i quali si condivide il Vangelo. Occorre creatività affinché, nel rispondere ai bisogni delle persone, non venga compromesso il Vangelo;
- l’impegno evangelistico deve essere “olistico”. Deve rispondere a tutte le esigenze delle persone - fisiche, emozionali, economiche, sociali, politiche e spirituali - proponendo il Vangelo di Gesù Cristo;
- l’impegno evangelistico deve basarsi sulla consapevolezza della potenza della grazia di Dio. In ogni tempo e in ogni luogo, Dio è già all’opera nella vita di ogni persona che incontriamo;- l’impegno evangelistico deve sempre essere permeato dallo Spirito Santo. Gli evangelizzatori da soli sono impotenti, ma, se aiutato dallo Spirito Santo, l’impegno diventa un’espressione dinamica e autentica della grazia salvifica di Dio manifestata in Gesù Cristo.
Il successo della Nuova Evangelizzazione è strettamente collegato con la credibilità dell’evangelizzatore. Saranno gli evangelizzatori ad essere messi sotto la lente d’ingrandimento, e non i processi, i programmi o i piani che scaturiranno da questo Sinodo. La gente vuole sapere che cosa ciò che gli evangelizzatori stanno proponendo ha già operato nelle loro vite.
Ringraziamo Dio del fervido appello di Sua Santità a favore della Nuova Evangelizzazione e preghiamo Dio perché continui a effondere la sua grazia sui prossimi risultati di questo Sinodo. Sia gloria a Dio! Grazie.

[00318-01.04] [DF011] [Testo originale: inglese]

- S. E. Steven CROFT, Vescovo di Sheffield (GRAN BRETAGNA)

L’arcivescovo Rowan Williams la scorsa settimana si è riferito alla contemplazione come alla radice dell’evangelizzazione. Io parlerò dei frutti dell’evangelizzazione nella vita della Chiesa, poiché la Chiesa rispecchia il carattere di Cristo attraverso discepoli maturi, comunità ecclesiali nuove e nuovi ministeri.
Primo, quando la Chiesa è rinnovata nella contemplazione di Cristo e nella parola di Dio, noi siamo trasformati a somiglianza sua e diventiamo latori del carattere di Cristo, divenendo in modo più evidente la Chiesa delle Beatitudini.
Secondo, la nuova evangelizzazione richiede una chiara visione di che cosa significhi essere discepoli. Nella catechesi è di fondamentale importanza avere dinanzi a noi un obiettivo chiaro: la formazione di discepoli maturi, capaci di vivere nel ritmo dell’adorazione, della comunità e della missione.
Terzo, desidero incoraggiare il Sinodo a riflettere maggiormente sulla formazione delle nuove comunità ecclesiali per trasmettere la fede a chi non appartiene più a nessuna chiesa.
Negli ultimi dieci anni, la Chiesa d’Inghilterra ha promosso attivamente un nuovo movimento missionario volto a dare inizio a nuove espressioni di chiesa, come parte naturale del ministero delle parrocchie o di gruppi di parrocchie o diocesi.
Chi saranno alla fine i nuovi evangelizzatori? Raccomando un’ulteriore riflessione sulla diakonia e sul ministero dei diaconi.
Il ministero di creare nuove espressioni di chiesa è radicato teologicamente nella diakonia e nel ministero dei diaconi: ascolto, servizio amorevole, essere mandati per conto della Chiesa. Nella Chiesa d’Inghilterra i diaconi ordinali sono descritti come araldi del regno di Cristo e agenti dei fini d’amore di Dio.

[00304-01.04] [DF010] [Testo originale: inglese]

- S. E. SILUAN [Şpan], Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena in Italia (ITALIA)

La proclamazione del Vangelo attraverso la Liturgia e la Carità
Messaggio di Sua Beatitudine Daniel, Patriarca di Romania

Il tema della XIII Assemblea del Sinodo dei Vescovi Cattolici di tutto il mondo sull’Evangelizzazione riguarda tutti coloro che portano il nome di Cristo (cfr. Atti degli Apostoli 2, 38), poiché l’evangelizzazione e la trasmissione della fede costituiscono allo stesso tempo una vocazione e un dovere per la Chiesa e per ogni cristiano singolarmente.
Il mondo secolarizzato e scristianizzato nel quale viviamo oggi ha bisogno di apostoli o missionari, come furono gli Apostoli di Cristo Signore e i Santi Padri della Chiesa. Nuovamente oggi i primi chiamati a coltivare intensamente lo zelo apostolico per l’evangelizzazione siamo noi vescovi della Chiesa di Cristo, insieme con tutto il clero e con tutti i laici credenti.
Una vita liturgica profonda è la sorgente principale per il rinnovamento dell’impegno di evangelizzazione. La Santa e Divina Liturgia Eucaristica è allo stesso tempo sorgente e spazio di proclamazione del Vangelo di Cristo.
L'incontro con Cristo nella Santa Liturgia Eucaristica è sorgente di luce per proclamare il Suo amore caritatevole e per promuovere l’opera di carità della Chiesa.
In altre parole, la vita spirituale deve essere la sorgente principale dell’azione sociale, affinché questa non si riduca ad un’etica umanistica secolarizzata. In modo particolare le famiglie cristiane, le parrocchie e i monasteri che pregano intensamente e allo stesso tempo realizzano opere di carità sono sorgenti di speranza e di rinnovamento per l’evangelizzazione. Se la sofferenza, la povertà, la solitudine e l’ingiustizia sociale divengono spesso sorgenti di disperazione e di violenza, la preghiera personale o comunitaria e l’azione sociale cristiana divengono sorgenti di speranza, di pace, di solidarietà e di santità. Davvero la santità è l’antidoto alla secolarizzazione.
Riteniamo, quindi, che il legame permanente tra la Liturgia e la Carità, tratto fondamentale della Santa Tradizione apostolica, è di grande aiuto per l’evangelizzazione della generazione contemporanea, in particolare con l'uso di strumenti di catechesi, pastorale e missionaria, adeguati ai tempi di oggi.
Auspichiamo a Vostra Santità, alle Eminenze ed Eccellenze Vostre, così come a tutti i partecipanti ai lavori di questo Sinodo, un abbondante aiuto dal Signore Gesù Cristo per il nuovo lavoro di evangelizzazione della umana società di oggi.
Con profonda stima e amore in Cristo Signore.

[00319-01.04] [DF012] [Testo originale: italiano]

INTERVENTO DELL’INVITATO SPECIALE, FR. ALOIS, PRIORE DELLA COMUNITÀ ECUMENICA DI TAIZÉ (FRANCIA)

Diamo qui di seguito il riassunto dell’intervento:

Noi di Taizé cerchiamo ardentemente di aiutare le migliaia di giovani cattolici, protestanti e ortodossi che provengono da diversi paesi e che vivono con noi, a fare un’esperienza di comunione. Il “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” che promuoviamo nei diversi continenti non ha altri fini.
I nostri incontri sono incentrati sulla ricerca di un rapporto personale con Dio, attraverso la bellezza dei canti, il silenzio, la semplicità della liturgia. Questo ecumenismo della preghiera non incoraggia una tolleranza superficiale, ma favorisce un profondo ascolto reciproco e un autentico dialogo.
La divisione dei cristiani è un ostacolo alla trasmissione della fede. Per le giovani generazioni, a un certo punto la ricerca dell’unità diventa irresistibile. Quando professiamo Cristo insieme, il Vangelo risplende in modo diverso agli occhi di coloro che hanno difficoltà a credere.
Noi di Taizé non vogliamo trattenere i giovani con noi, vogliamo inserirli nella Chiesa. Se le Chiese locali, le parrocchie, le comunità, i gruppi fossero innanzitutto luoghi di comunione! Luoghi in cui si dà fiducia ai giovani, in cui ci si sostiene a vicenda, ma anche luoghi in cui ci si sofferma sui più deboli, su coloro che non condividono le nostre idee... La speranza e la fede possono nascere solo se c’è un’esperienza di comunione.

[00196-01.04] [SP004] [Testo originale: francese]

CONCERTO: “UNA BELLA NOTIZIA”

"Una bella notizia" è il titolo del concerto di Christian music organizzato da Roma Capitale, in collaborazione con Radio Vaticana e Hope, nell' ambito della giornata di confronto e dialogo in occasione della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Giovedì prossimo, 18 ottobre 2012, dopo il Convegno in Campidoglio della mattinata (di cui è pubblicato il programma nel Bollettino no 17 di ieri) sarà la Sala Sinopoli dell' Auditorium Parco della Musica di Roma ad ospitare una serata per i Padri Sinodali, gli altri Partecipanti e quanti vorranno riflettere sui tanti temi legati alla nuova evangelizzazione.
Dalle ore 21 spazio a numerosi artisti: Lois Kirby, solista Gospel; i cantanti Jackie Francois e il Duo "Sentinel Crew"; Anno Domini Gospel Singer, quartetto Gospel; i gruppi musicali Nuovi Orizzonti e Carisma; Mika Kunii, contralto accompagnata dal maestro Domenico Arcieri; Shalom, corpo di ballo e di canto; Compagnia Balletto Classico (Liliana Cosi e Marinel Stefanencu); Gabriella Compagnone, disegnatrice con la sabbia; Fabio Bucci e Marilù Pipitone, attori. Conducono Francesca Fialdini ed Enrico Selleri. Cura l'evento Marco Brusati.

[00320-01.04] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

 
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- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - XIII Assemblea Generale Ordinaria - 2012
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