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CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA

SIMPOSIO INTERNAZIONALE SU
"LA FORMAZIONE DEL CLERO E LA MUSICA SACRA"

RELAZIONE D'APERTURA
DEL CARDINALE ZENON GROCHOLEWSKI

Roma, 10 novembre 2005


La formazione del clero e la musica sacra

 

I postulati derivanti dall'identità sacerdotale

Per poter comprendere l'importanza della formazione riguardante la musica sacra dei candidati al sacerdozio ministeriale, si deve prima di tutto avere presenti alcuni elementi dell'identità del presbitero e della sua specifica missione.

Nell'Esortazione Apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis, circa la formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali, del 25 marzo 1992, Giovanni Paolo II, radicando l'identità sacerdotale nel mistero della Santissima Trinità e della comunione della Chiesa, nota: "Il presbitero, [...] in forza della consacrazione che riceve con il sacramento dell'Ordine, è mandato dal Padre, per mezzo di Gesù Cristo, al quale come Capo e Pastore del suo popolo, è configurato in modo speciale, per vivere e operare nella forza dello Spirito Santo a servizio della Chiesa e per la salvezza del mondo" (1). Il presbitero, quindi, "trova la verità piena della sua identità nell'essere una derivazione, una partecipazione specifica ed una continuazione di Cristo stesso, sommo e unico Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza: egli è un'immagine viva e trasparente di Cristo Sacerdote" (2).

Si deve però avere presente che Cristo ha realizzato il suo sacerdozio pienamente nel mistero della sua morte e risurrezione, e questo mistero della morte e risurrezione "è come raccolto [...] e "concentrato" per sempre" nell'Eucaristia, nella quale "Cristo ha consegnato alla Chiesa l'attualizzazione perenne del mistero pasquale. Con esso, ha istituito una misteriosa "contemporaneità" tra [il Triduum Pasquale] e lo scorrere di tutti i secoli" (3). In altre parole, l'Eucaristia "è il sacrificio della Croce che si perpetua nei secoli" (4). Quindi "quando la Chiesa celebra l'Eucaristia [...] questo evento centrale di salvezza è reso realmente presente e "si effettua l'opera della nostra redenzione"" (5).

Ora, l'Eucaristia è strettamente legata al sacramento dell'Ordine, anzi è "la principale ragion d'essere del Sacramento del sacerdozio, nato effettivamente nel momento dell'istituzione dell'Eucaristia ed insieme con essa" (6). I sacerdoti, pertanto - come ci ricorda il Concilio Vaticano II - nella loro qualità di ministri delle cose sacre, "sono soprattutto i ministri del sacrificio della Messa" (7).

C'è uno stretto nesso anche fra tutta l'attività ed efficacia pastorale dei presbiteri e l'Eucaristia. Infatti, il Decreto conciliare sul ministero e la vita dei presbiteri Presbyterorum ordinis, indica la carità pastorale come "il vincolo di perfezione sacerdotale che ridurrà a unità la loro vita e azione", aggiungendo subito che "la carità pastorale scaturisce soprattutto dal Sacrificio Eucaristico" (8).

Partendo da questi elementi dell'identità del sacerdote e della sua missione, non è difficile scorgere la responsabilità dei sacerdoti per l'Eucaristia. Essi non sono soltanto ministri dell'Eucaristia, ma da loro dipenderà principalmente anche come in realtà sarà celebrata l'Eucaristia, come sarà percepita e vissuta dai fedeli. Da loro dipenderà l'impostazione della musica e del canto sacro nelle nostre chiese. Sarebbe irrealistico aspettare la promozione della genuina musica sacra nella liturgia, senza un'adeguata preparazione di quanti hanno da svolgere in questo settore un ruolo predominante.

L'Eucaristia e la Liturgia delle Ore nella formazione sacerdotale

Dalle considerazioni fin qui fatte risulta anche che quanto più profondamente il sacerdote comprende e in realtà vive l'Eucaristia - che è cuore di tutta la liturgia - tanto meglio potrà capire ed impostare la musica sacra. Infatti, il canto e la musica sacra sono "parte necessaria ed integrale della liturgia solenne" (9), devono quindi essere intimamente armonizzati con la liturgia, partecipare efficacemente al suo fine, ossia devono esprimere la fede, la preghiera, lo stupore, l'amore verso Gesù presente nell'Eucaristia. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ripete, quindi, ancora una volta che il canto e la musica sacra svolgono la loro funzione di segni in una maniera tanto più significativa "quanto più sono strettamente uniti all'azione liturgica", quanto più esprimono la preghiera (10).

L'Eucaristia

È importante, quindi, anche nella nostra prospettiva, che i seminaristi:

a) Vengano educati a comprendere l'Eucaristia nelle sue piene dimensioni e valore; si rendano conto che "nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua" (11); che Essa è "il vertice della preghiera cristiana" (12); che è "fonte e apice di tutta la vita cristiana" (13) e "tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati" (14).

b) Si rendano conto del loro ruolo riguardo all'Eucaristia, ossia che "nella loro qualità di ministri delle cose sacre, sono soprattutto i ministri del Sacrificio della Messa" e che di conseguenza "il loro ruolo è del tutto insostituibile, perché senza sacerdote non vi può essere offerta eucaristica" (15); che si rendano conto anche del loro compito per quanto riguarda la comprensione e la promozione dell'Eucaristia nella vita dei fedeli.

c) Ricevano una adeguata educazione liturgica (16) insieme con la dovuta spiegazione del significato delle norme liturgiche.

d) Vengano introdotti a vivere intensamente ed amare l'Eucaristia. A questo riguardo il Codice di Diritto Canonico prescrive: "La celebrazione eucaristica sia il centro di tutta la vita del seminario, in modo che ogni giorno gli alunni, partecipando alla stessa carità di Cristo, attingano soprattutto a questa fonte ricchissima forza d'animo per il lavoro apostolico e per la propria vita spirituale" (17). Similmente la Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis: "La celebrazione quotidiana dell'Eucaristia [...] deve essere il centro di tutta la vita del seminario, e gli alunni devono parteciparvi devotamente" (18).

L'Esortazione Apostolica Pastores dabo vobis, proprio dalla relazione fra l'Ordine sacro e il Sacrificio della Messa, deduce "l'importanza essenziale dell'Eucaristia per la vita e per il ministero sacerdotale e, conseguentemente, nella formazione spirituale dei candidati al sacerdozio" (19). Anzi, Giovanni Paolo II non soltanto raccomanda che la quotidiana partecipazione dei seminaristi all'Eucaristia diventi poi "regola della loro vita sacerdotale", ma, inoltre, che siano "educati a considerare la celebrazione eucaristica come il momento essenziale della loro giornata, al quale parteciperanno attivamente, mai accontentandosi di una assistenza soltanto abitudinaria", che siano "formati alle intime disposizioni che l'Eucaristia promuove: la riconoscenza per i benefici ricevuti dall'alto, poiché Eucaristia è azione di grazie; l'atteggiamento oblativo che li spinge a unire all'offerta eucaristica di Cristo la propria offerta personale; la carità nutrita da un sacramento che è segno di unità e di condivisione; il desiderio di contemplazione e di adorazione davanti a Cristo realmente presente sotto le specie eucaristiche" (20).

Sono profondamente convinto che la comprensione e il giusto appassionato atteggiamento verso la musica sacra dipendono dal modo di percepire e di vivere la liturgia, e specialmente l'Eucaristia.

La celebrazione della Liturgia delle Ore

Secondo la Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis: "Alla formazione al culto eucaristico deve essere unita intimamente la formazione all'Ufficio divino, mediante il quale i sacerdoti "pregano Iddio in nome della Chiesa e in favore di tutto il popolo loro affidato, anzi in favore di tutto il mondo"" (21). Ritengo opportuno menzionare questo, in quanto nella celebrazione della Liturgia delle Ore viene spesso adoperato il canto e la musica.

L'Instrumentum laboris dell'VIII Sinodo dei Vescovi sulla formazione dei sacerdoti del 1990 affermava: "La Liturgia delle Ore è una delle maggiori espressioni della preghiera liturgica. Attraverso un'iniziazione graduale a questa preghiera oraria, il candidato imparerà a imprimere un ritmo alle giornate scandite da una celebrazione dove si esprime e si rinnova la sua fede. Gustando gli elementi di ciascuna "ora", egli potrà integrare progressivamente vita e preghiera a titolo personale e in nome della Chiesa, per il popolo che gli è affidato e per il mondo intero" (22).

Nella formazione seminaristica, si deve dunque evitare che nella celebrazione della Liturgia delle Ore, sia comunitaria che individuale, si riduca questa preghiera all'obbligo formale compiuto meccanicamente come una lettura abitudinaria e accelerata senza dare una attenzione necessaria al significato del testo. I seminaristi dovrebbero essere adeguatamente introdotti in essa in modo che si abituino a gustare, a comprendere e ad amare sempre più le ricchezze dell'Ufficio e, in pari tempo, imparino a ricavare da esso un nutrimento per la preghiera personale e per la contemplazione (23). Il canto può essere di aiuto (o se mal fatto di ostacolo) per raggiungere questo.

Nei seminari vengono abitualmente celebrati in comune, in corrispondenza al loro giusto tempo, le lodi, come preghiera del mattino, e i vespri, come preghiera della sera. Si può anche celebrare l'ora media e la compieta. La vigilia delle solennità, si può talvolta celebrare l'ufficio delle letture secondo il rito della "vigilia protratta". La celebrazione comune spesso è lodevolmente cantata.

L'adeguata formazione liturgica

In connessione con quanto ho esposto occorre osservare che il futuro sacerdote, tramite la partecipazione alla vita liturgica in seminario durante gli anni della sua formazione iniziale, riceve un'autentica "educazione liturgica, nel senso pieno di un inserimento vitale nel mistero pasquale di Gesù Cristo morto e risorto, presente e operante nei sacramenti della Chiesa" (24). Egli impara progressivamente, per esperienza, che cosa è la liturgia della Chiesa, e deve essere aiutato per scoprire la ricchezza dei riti della Chiesa, delle preghiere dei libri liturgici, dei testi dei diversi lezionari. Deve essere sostenuto nel processo di imparare a gustare la bellezza delle preghiere, del luogo del culto, degli ornamenti, della qualità della musica e dei canti.

Sotto la direzione dei superiori, e, particolarmente, del responsabile della liturgia, l'alunno compie alcuni servizi, alcuni ministeri - di lettore, di accolito, di diacono - man mano che si avvicina all'Ordinazione sacerdotale. Ci sono anche altri servizi liturgici, per esempio quello di cantore, di salmista, di maestro di coro, di organista.

I seminaristi, in piccole équipe - ad esempio per una settimana - sono incaricati di preparare la liturgia della Messa e dell'Ufficio divino, scelgono alcuni canti, le melodie e alcuni toni per la salmodia, tenendo conto della loro qualità, dei diversi tempi liturgici e del grado di solennità della liturgia del giorno.

I programmi di studi includono, infatti, uno specifico insegnamento liturgico, riguardo al quale la Congregazione per l'Educazione Cattolica ha dato alcune norme e indicazioni (25). Questo insegnamento della liturgia è necessario, ma sarà veramente fruttuoso soltanto se sarà interiorizzato dal seminarista stesso. Perciò si insiste molto affinché il futuro sacerdote acquisti non soltanto la conoscenza tecnica dei sacri riti, ma soprattutto il loro significato profondo teologico e spirituale.

La formazione musicale

Oltre agli elementi, esposti sopra, che costituiscono un presupposto sostanziale per la comprensione della musica sacra in quanto parte integrale della liturgia e non soltanto un elemento decorativo o un ornamento che si aggiungerebbe all'azione liturgica, il Magistero e la normativa della Chiesa forniscono ai seminaristi ed ai formatori dei Seminari opportune indicazioni.

Specifica formazione nei seminari

Tutti i documenti menzionati hanno ovviamente una importanza fondamentale per una buona formazione musicale dei seminaristi.

La Congregazione per l'Educazione Cattolica ha emanato nel 1979 un'Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari (26). In essa, fra l'altro, leggiamo: "Data l'importanza della musica sacra nelle celebrazioni liturgiche, gli alunni devono ricevere da esperti quella preparazione musicale, anche pratica, che sarà necessaria nel loro futuro ufficio di presidenti e di moderatori delle celebrazioni liturgiche. In tale preparazione si deve tener conto delle doti naturali dei singoli alunni, e avvalersi dei nuovi mezzi oggi generalmente in uso nelle scuole di musica, per rendere più facile il profitto degli alunni. Si deve soprattutto curare che agli alunni sia data non solo una preparazione nell'arte vocale e strumentale, ma anche una vera e autentica formazione della mente e dell'animo, per cui conoscano e gustino le migliori opere musicali del passato e sappiano scegliere, nella moderna produzione, ciò che è sano e retto" (27).

Nel campo pratico, si richiede l'apprendimento dei diversi canti utilizzati nella liturgia. Perciò, i seminaristi dovrebbero partecipare regolarmente alle lezioni di canto previste dal curricolo degli studi.

I seminaristi che sono dotati di buone attitudini musicali possono essere invitati a sviluppare i loro talenti, per esempio come organisti, o per imparare la direzione di un coro o di una assemblea. Per questo, si può anche approfittare di sessioni di formazione durante le vacanze.

Alcune feste del seminario possono essere segnate, oltre che dalla celebrazione della liturgia, anche dall'esecuzione di certe opere musicali: canti polifonici, concerti d'organo o di musica strumentale, attingendo al ricco patrimonio musicale della Chiesa. Si tratta del patrimonio al quale è auspicabile che i seminaristi siano introdotti.

Partecipando nel seminario ad una liturgia di qualità, nella quale il canto e la musica hanno tutto il loro posto, e beneficiando di una formazione musicale impartita da persone competenti, il futuro sacerdote si prepara progressivamente alla sua responsabilità liturgica in quanto celebrante dell'Eucaristia e degli altri sacramenti, in quanto pastore e guida della preghiera delle comunità di cui sarà incaricato. Egli impara progressivamente a discernere ciò che è bello, ciò che conviene al culto divino, ciò che è conforme allo spirito dell'azione liturgica, ciò che permette di tradurre la verità del mistero celebrato, ciò che contribuisce autenticamente alla glorificazione di Dio ed alla santificazione dei fedeli, ciò che favorisce la preghiera dei cristiani e la loro "piena, cosciente ed attiva partecipazione" (28) alla liturgia. Grazie a questa formazione musicale, il futuro sacerdote impara a dare tutto il suo posto alla musica nelle celebrazioni "tenendo conto del carattere proprio alla liturgia come della sensibilità del nostro tempo e delle tradizioni musicali delle diverse regioni del mondo" (29).


1) Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis, 25 marzo 1992, n. 12b.

2) Ibid., n. 12d. "Il ministero ordinato è come "l'icona" di Cristo Sacerdote" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1142).

3) Giovanni Paolo II, Enciclica Ecclesia de Eucharistia, 17 aprile 2003, n. 5b.

4) Ibid., n. 11a.

5) Ibid., n. 11c; cfr anche n. 21a.

6) Ibid., n. 31a.

7) Concilio Vaticano II, Decreto sul ministero e la vita dei presbiteri Presbyterorum ordinis, n. 13c.

8) Presbyterorum ordinis, n. 14b.

9) Concilio Vaticano II, Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, n. 112a.

10) Catechismo della Chiesa Cattolica (ed. 1977), n. 1157.

11) Presbyterorum ordinis, n. 5.

12) Pastores dabo vobis, n. 48a.

13) Concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen gentium, n. 11a.

14) Presbyterorum ordinis, n. 5b. Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1324.

15) Pastores dabo vobis, n. 48b.

16) Pastores dabo vobis, n. 48a.

17) Can. 246 1.

18) Congregatio pro Institutione Catholica, Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, 19 martii 1985, n. 52. Il testo, latino e italiano, si può trovare in Enchiridion Vaticanum, vol. S1, nn. 918-1072, pp. 840-975.

19) Pastores dabo vobis, n. 48c.

20) Pastores dabo vobis, n. 48c.

21) Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, n. 53. Circa la relazione fra l'Eucaristia e la Liturgia delle Ore, cfr anche Pastores dabo vobis, n. 48 inizio.

22) Instrumentum laboris per l'VIII Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi su "La formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali", 1990, n. 31.

23) Cfr Congregazione per l'Educazione Cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari, 3 giugno 1979, n. 29. Il testo, latino e italiano, può essere trovato in Enchiridion Vaticanum, vol. 6, nn. 1550-1704, pp. 1044-1125.

24) Pastores dabo vobis, n. 48.

25) Congregazione per l'Educazione Cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari, 3 giugno 1979, n. 29. Il testo, latino e italiano, può essere trovato in Enchiridion Vaticanum, vol. 6, nn. 1550-1704, pp. 1044-1125.

26) Congregazione per l'Educazione Cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica nei Seminari, 3 giugno 1979. Il testo, latino e italiano, può essere trovato in Enchiridion Vaticanum, vol. 6, nn. 1550-1704, pp. 1044-1125.

27) Ibid., n. 56.

28) Sacrosanctum Concilium, n. 14.

29) Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Spiritus et Sponsa, nel XL anniversario della Costituzione "Sacrosanctum Concilium" sulla sacra liturgia, 4 dicembre 2003, n. 4. Nel volume cit. Spiritus et Sponsa (pp. 11-106), si trova il testo della lettera nelle seguenti lingue: latino, italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco.

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