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CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E
LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA DI CHIUSURA
DEL I CONGRESSO EUCARISTICO DELLA CHIESA NEL CIAD

OMELIA DEL CARDINALE FRANCIS ARINZE
INVIATO SPECIALE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Mondou
Domenica, 8 gennaio 2006

 


Tutti i popoli della terra ti adorano, o Signore Gesù Cristo! Come i tre Magi vennero dall'oriente per adorarti a Betlemme offrendoti i loro doni simbolici, così la Chiesa, che è la Famiglia di Dio, presente nel Ciad, è riunita dinanzi a Te, oggi, al termine di questo Primo Congresso Eucaristico Nazionale. A Te, Signore, onore e lode.

Caro popolo di Dio, che è nel Ciad, vi porto i voti e la benedizione del Santo Padre, Papa Benedetto XVI, e della Chiesa di Roma, e di conseguenza della Chiesa Universale, in questo giorno di grande grazia.

1. Questo Congresso è un evento di grazia

La Chiesa che è nel Ciad ha preparato questo Congresso per tre anni. Nel corso degli ultimi dodici mesi, ogni parrocchia ha celebrato il suo proprio Congresso Eucaristico. Ogni Diocesi ha concluso questa fase in maniera appropriata con un Congresso Eucaristico Diocesano.

Il programma di questo Congresso Eucaristico Nazionale è eccellente. Gli ultimi tre giorni sono stati scanditi da catechesi, da dibattiti, dalla celebrazione della Santa Messa e dall'Adorazione Eucaristica. Ogni Diocesi si è riunita come una famiglia spirituale e ha cercato di formulare una risoluzione che costituisce in qualche modo una risposta al messaggio trasmesso dalla Santa Eucaristia. Ieri sera, una magnifica Processione del Santissimo Sacramento ha coronato queste manifestazioni della nostra fede Eucaristica.

Saluto in particolare Sua Eccellenza Monsignor Pierre Nguyen Van Tot, Nunzio Apostolico, e insieme a lui mi rallegro di questo bell'evento che si svolge all'inizio della sua missione in questo Paese. Mi congratulo con i Vescovi del Ciad, in primo luogo con Sua Eccellenza Monsignor Jean-Claude Bouchard, Vescovo di Pala e Presidente della Conferenza dei Vescovi del Ciad. Desidero rivolgere un ringraziamento speciale al Vescovo che ci accoglie, Sua Eccellenza Monsignor Joachim Kouraleyo Tarounga, Vescovo di Moundou. Ringrazio anche tutti gli altri Vescovi. Saluto Sua Eccellenza il Governatore e le altre autorità civili e politiche. Saluto anche i numerosi sacerdoti, e tutti i consacrati, uomini e donne, qui presenti.

Sono lieto di vedere così tanti fedeli laici di questo grande Paese riuniti qui in onore di Nostro Signore nell'Eucaristia. Al mio ritorno a Roma, avrò buone notizie da trasmettere al nostro Santo Padre, Papa Benedetto XVI.

Negli ultimi tre giorni, questa assemblea ecclesiale ha riflettuto e pregato su tre aspetti del Mistero Eucaristico: la fede, la vita e la missione. Essi costituiscono ora i tre punti della nostra meditazione.

2. La nostra fede eucaristica

La nostra fede cattolica ci insegna che la Santa Eucaristia è un sacrificio, un sacramento e una presenza.

In quanto sacrificio, la Santa Eucaristia è la ripresentazione sacramentale del mistero pasquale, ossia delle sofferenze, della morte e della Risurrezione di Gesù Cristo. "Fate questo in memoria di me" (1 Cor 11, 25): questa ingiunzione fu rivolta da Gesù alla sua Chiesa attraverso gli Apostoli. Nella Santa Messa Gesù associa la Chiesa alla propria persona, nell'offerta di se stesso a Dio Padre. La Messa è l'atto supremo di adorazione, di lode e di azione di rendimento di grazie che l'umanità può offrire a Dio. Noi dobbiamo tutto a Dio: la nostra vita, la nostra famiglia, i nostri talenti, il nostro lavoro, il Paese nel quale viviamo. Inoltre Dio ci ha inviato il suo Figlio unigenito per salvarci. Nella Messa noi offriamo a Dio il riconoscimento della sua maestà trascendente, e rendiamo grazie per la Sua ammirevole bontà verso ognuno di noi. Inoltre, nella Messa ci uniamo a tutto il creato nel riconoscimento della grandezza di Dio.

La Santa Eucaristia è anche il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo. Al momento della consacrazione, il pane non è più pane, diviene il Corpo di Cristo; il vino non è più vino, diviene il Sangue di Cristo. Il Concilio di Trento ci insegna che nella Santissima Eucaristia "è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero" (DS 1651; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1374).

La presenza reale di Cristo nella Santa Eucaristia è di conseguenza molto cara a noi che professiamo la fede cattolica. Nella Santa Eucaristia Gesù è presente in un modo unico, e non si può equiparare dunque a nessun'altra presenza, in nessun altro luogo. Questo modo speciale di presenza supera tutti gli altri (cfr Paolo VI, Mysterium fidei, n. 39). È il motivo per cui veniamo ad adorare Cristo, che è presente nei tabernacoli delle nostre chiese e delle nostre cappelle. Allo stesso tempo ciò spiega perché ci inginocchiamo di fronte a Lui e l'adoriamo. Ed è infine la ragione per cui il tabernacolo, dove si trova il Santissimo Sacramento, è posto in un luogo particolarmente prominente nelle nostre chiese ed è al centro della nostra attenzione e della nostra preghiera. Il Sinodo dei Vescovi dell'ottobre 2005 ha sottolineato tutto ciò (cfr Prop. 6, 28, 34).

3. La Santa Eucaristia nella vita della Chiesa

La Santa Eucaristia occupa un posto centrale nella vita della Chiesa. Il Concilio Vaticano II dice che è "fonte e apice di tutta la vita cristiana" (Lumen gentium, n. 11).

La celebrazione dell'Eucaristia, o la Messa, ci nutre alle due mense, quella della Parola di Dio e quella del Corpo e del Sangue di Cristo. Nella prima parte della Messa, siamo alimentati dalla Parola di Dio ascoltando le letture, il salmo, il Vangelo e l'omelia. Se prendiamo bene parte a questo ascolto della Parola di Dio, il nostro cuore deve ardere dentro di noi come quello dei discepoli lungo il cammino per Emmaus (cfr Lc 24, 32). Come loro, dobbiamo dunque essere pronti a condividere la Buona Novella, a diffondere il Vangelo, a evangelizzare. Così fecero i tre Magi, dopo essere stati guidati dalla stella verso Gesù Bambino. Quando siamo nutriti alla mensa del Corpo e del Sangue di Cristo, veniamo colmati di energia per andare e portare frutto, un frutto che rimane (cfr Gv 15, 16).

La Santa Eucaristia ci invita anche alla riconciliazione, con Dio e con il prossimo. Una persona, che ha la disgrazia di cadere nel peccato mortale, ha prima di tutto il dovere di riconciliarsi con Dio ricorrendo al sacramento della Penitenza, prima di ricevere la Santa Comunione. San Paolo mette in guardia i Corinzi: "Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso, e poi mangi di questo pane e beva di questo calice" (1 Cor 11, 27-28). Noi ci riconciliamo con il prossimo quando appianiamo le nostre controversie e ristabiliamo buone relazioni con gli altri nella famiglia, nel nostro posto di lavoro, nella società e nella vita politica. Gesù ci dice: "Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono" (Mt 5, 23-24).

La Santa Eucaristia ci chiede di promuovere allo stesso tempo i due tipi di riconciliazione, con Dio e con il nostro prossimo.

Il Santissimo Sacramento fa progredire anche la comunione nella Chiesa. La Santa Eucaristia, nutrendoci di Cristo stesso, fa crescere l'unità fra noi, a livello sia della parrocchia sia della Diocesi e della Chiesa universale. La Celebrazione Eucaristica della domenica costituisce l'atto più importante che una parrocchia, in quanto famiglia spirituale, compie durante la settimana. Nel quadro della Diocesi, la Chiesa si manifesta essa stessa in modo speciale, quando il Vescovo, nella sua cattedrale, concelebra la Messa con i suoi sacerdoti, assistito dai diaconi e dagli altri ministri, e con la partecipazione attiva del popolo di Dio presente nella Diocesi (cfr Sacrosanctum Concilium, n. 41). In ogni Messa, il Papa e il Vescovo della Diocesi dove viene celebrata, sono menzionati nella Preghiera Eucaristica, per mostrare l'unità della Chiesa. Quando i cristiani sono divisi, infrangono questo vincolo di comunione. L'ecumenismo comporta sforzi nel campo della preghiera e del lavoro, affinché i cristiani divisi possano un giorno essere riuniti e, di conseguenza, siano in grado di celebrare la stessa Eucaristia, mangiare il Corpo di Cristo e bere al calice del Signore.

4. La Santa Eucaristia ci invia in missione

Al termine della Messa, il diacono, o in sua assenza il sacerdote, ci dice: "Ite Missa Est", il che significa che siamo giunti al termine della nostra celebrazione. Andate dunque e, nella vostra vita di ogni giorno, condividete con gli altri quello che avete ricevuto, ascoltato, cantato, meditato e pregato! La Santa Eucaristia ci invia quindi in missione.

Dopo che i due discepoli lungo il cammino per Emmaus ebbero udito la parola di Dio, che fu loro spiegata, e ebbero "spezzato il pane" con nostro Signore - il che vuol dire che ricevettero la Santa Eucaristia - si sentirono in obbligo di tornare immediatamente a Gerusalemme per condividere con gli altri discepoli la Buona Novella della Risurrezione di Cristo. Allo stesso modo, dopo aver visto e adorato Gesù Bambino, i tre Magi tornarono nei loro Paesi, e non commettiamo sicuramente un errore nel credere che condivisero con gli altri quello che avevano visto e udito.

La Chiesa evangelizza in diversi modi: con la testimonianza silenziosa resa a Cristo da parte di coloro che conducono una buona vita cristiana; con l'annuncio esplicito di Cristo, permettendo così ad altre persone di credere e di ricevere il battesimo; con l'insegnamento e ciò che può rafforzare la fede dei cristiani; con i molteplici contatti con tutte le persone che non sono ancora cristiane; e con atti che mostrano la solidarietà dei cristiani verso i poveri e i bisognosi (cfr Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, nn. 41-60). In questo ambito specifico della missione evangelizzatrice della Chiesa, la priorità spetta alla proclamazione dell'annuncio della salvezza in Gesù Cristo. "Non c'è vera evangelizzazione se il nome, l'insegnamento, la vita, le promesse, il regno, il mistero di Gesù di Nazareth, Figlio di Dio, non siano proclamati" (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, n. 22).

La Santa Eucaristia ci invia dunque anche per portare lo spirito di Cristo in famiglia, nel nostro posto di lavoro o di svago, nella vita artistica e scientifica, in quella politica e nel governo, nei sindacati e nelle diverse professioni. Si tratta dell'apostolato specifico che corrisponde al fedele laico (cfr Apostolicam actuositatem, n. 7; Gaudium et spes, n. 43). In numerosi Paesi africani, è opportuno sottolineare in modo particolare il dovere che incombe sui cristiani di promuovere l'armonia fra i popoli di diverse lingue, gruppi etnici e condizione sociale. La chiamata alla missione, che riceviamo dalla Santa Eucaristia, include questo invito all'armonia sociale. E ciò dovrebbe certamente aiutare molti Paesi africani a risolvere numerosi problemi sociali, a eliminare, o al meno a ridurre, le tensioni, a evitare la violenza e la guerra, e a promuovere una maggiore giustizia e uno sviluppo più rapido.

Mediante la Celebrazione dell'Eucaristia, siamo anche inviati per diventare i fratelli e le sorelle di quanti sono poveri o nel bisogno. Gesù ci dice che il giudizio finale si farà tenendo conto delle nostre azioni caritative: se dimostreremo al Signore che l'amiamo aiutando gli affamati, i malati, i prigionieri e i poveri, allora Egli ci ammetterà nel Regno dei cieli (cfr Mt 25, 31-46). Il Servo di Dio, Papa Giovanni Paolo II di felice memoria, ci dice che l'autenticità della nostra Celebrazione Eucaristica può essere apprezzata in base alla solidarietà e alla carità cristiana di cui diamo prova verso le persone bisognose che vivono in mezzo a noi. Suggerisce quindi a ogni parrocchia o a ogni Diocesi di avviare un progetto di questo tipo, al fine di vivere in modo pratico l'Anno dell'Eucaristia che si è concluso lo scorso ottobre (cfr Mane Nobiscum Domine, n. 28). Durante questo Congresso Eucaristico è stato un bene che ogni Diocesi abbia formulato, ieri, le proprie risoluzioni e decisioni in vista di un'azione pratica. Mi è stato detto che la colletta, che sarà fatta durante questa Messa, sarà destinata ad aiutare alcuni fratelli e sorelle vittime dell'Aids. Possa Dio benedire tutti voi per questo gesto cristiano ed Eucaristico!

5. Trovare Cristo con Maria, sua Madre

I tre Magi trovarono Cristo con Maria, sua Madre. La Chiesa, Famiglia di Dio, che è nel Ciad, si volge verso la Santissima Vergine Maria, Madre del nostro Salvatore. Con la sua intercessione, questa Chiesa prega per riuscire a crescere ogni giorno nella fede Eucaristica e per una maggiore diffusione del Regno di Cristo nel Ciad; questa Chiesa prega anche per ottenere un numero sempre più alto di giovani dediti alla vocazione sacerdotale e alla vita consacrata, e per un impegno più dinamico nell'evangelizzazione da parte di ognuno di noi: membri del clero, persone consacrate o fedeli laici.

Al vostro ritorno a casa, possa ognuno di voi sentirsi pieno dell'amore di Dio Padre, della grazia di Gesù suo Figlio, nella comunione dello Spirito Santo!

 

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