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 CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

Intervento del Card. Crescenzio Sepe
alla presentazione del volume su
"Ivan Merz - Un programma di vita
e di azione cattolica per i giovani di oggi"

Un grande missionario

 


A conclusione di questo incontro dovrei, anche io, dire grazie. E invece io non ringrazio!

Innanzitutto non ringrazio il Prof. Mario Agnes, Direttore dell'"Osservatore Romano", per aver pubblicato questo libro sul beato Ivan Merz! Non lo ringrazio perché doveva pubblicarlo!

Il libro entra a far parte della Collana dei Quaderni dell'"Osservatore Romano" che segna ormai la storia della Chiesa, la storia di questi venticinque anni di Pontificato. I libri della Collana sono come "pietre" poste nel cammino di questo Pontificato del quale la Collana coglie non solo i momenti salienti, ma anche queste straordinarie figure di santità. Penso, in particolare, al libro dedicato all'eroico Cardinale martire Alojzije Stepinac e, oggi, al volume sul beato Ivan Merz.

Il Prof. Agnes doveva pubblicare questo libro perché il giovane Ivan è una delle espressioni più belle dell'Azione Cattolica: come poteva un Presidente Nazionale di Azione Cattolica non cogliere questa occasione?

Non ringrazio Giampaolo Mattei perché doveva scrivere questo libro! Per prima cosa perché Mattei è, anche lui, un giovane cattolico. Seconda cosa perché l'autore ha seguito il Papa e ha potuto cogliere e far tesoro di tutta l'esperienza, soprattutto spirituale, del meraviglioso Viaggio Apostolico a Banja Luka, il 22 giugno scorso. Un'esperienza che ho vissuto anch'io. E, terza cosa, non lo ringrazio perché vedo in questo volume quasi una "autoriflessione":  cioè quello che un giovane, di fronte a questa figura, si può domandare. E lui se lo è domandato, facendosi interprete della gioventù che va in cerca di testimoni.

L'autore ha saputo raggiungere la dimensione profonda dello spirito, che non è solo giovanile ma di tutti, di fronte a un giovane come Ivan che è stato capace di trovare la santità nell'ordinarietà. Perché la santità non è straordinarietà:  non è vero, non è teologicamente vero!

La santità è ordinarietà, perché la santità è parte essenziale del proprio essere cristiani. Noi siamo battezzati per cosa? Qual è la ragione ultima, profonda, totale, coinvolgente del nostro essere cristiani? È essere santi. E se non lo siamo è perché non rispondiamo alla nostra vocazione. Ogni battezzato, per il fatto stesso di essere battezzato - e quindi parte di questo Corpo che è Cristo, che è la Chiesa -, deve diventare santo.

Non ringrazio neanche la Casa editrice, la Tipografia Vaticana, perché pubblicando questa Collana, e i libri su queste figure, diventa come un invito a tutte le altre Case editrici a saper cogliere i momenti e le persone nella loro essenzialità. Non si deve continuare a pubblicare di tutto e di tutti. Si devono pubblicare - penso soprattutto alle Editrici cattoliche - queste testimonianze. Papa Paolo VI diceva che noi non abbiamo bisogno di maestri, di dottori, di scienziati, ma abbiamo bisogno di testimoni. E Ivan Merz è un grande testimone. Per cui nessun ringraziamento!

Non ringrazio neanche i relatori - Sua Eminenza Josip Bozanic e le Eccellenze Franjo Komarica e Marin Barisic - perché hanno il dovere di far conoscere che la terra croata è terra di santità. È una santità che inizia dai primi secoli della Chiesa e continua anche oggi. E in questo senso è anche una terra che continua una grande storia, una terra che continua a parlare al mondo.

Se permettete, una riflessione finale. Adesso sì ringrazio perché a me questo libro ha fatto molto bene. Sì, mi ha fatto molto bene questo volume che continuerò a leggere perché è opportuno rileggere queste testimonianze per assimilarle. Dunque continuerò a leggerlo, ma soprattutto c'è una verità che mi prende di questo giovane:  la santità non ha età, la santità non ha un luogo, la santità non ha circostanze. Nel senso che a qualsiasi età, in ogni luogo e in ogni circostanza possiamo e dobbiamo diventare santi. Ma, soprattutto, mi ha colpito la dimensione della missionarietà del giovane Ivan. È stato missionario perché ha cominciato la sua missione già nella sua famiglia, dando esempio e convertendo i propri genitori. È stato missionario, è uscito dalla patria e ha testimoniato Cristo in Austria, in Italia, in Francia. La missione è ciò che ogni cristiano è chiamato a vivere nella sua propria esistenza.

Ho detto prima che la santità non ha età, non ha luogo e non ha circostanze: ecco, allora, le grandi figure del Cardinale Alojzije Stepinac e di Ivan Merz - e poi anche la figura del Cardinale Franjo Seper - che si sono incontrate in gioventù, si sono conosciute nell'ambito dell'Azione Cattolica. Poi ciascuno ha risposto, chiamato da Dio, in diversa misura, però sempre nell'incontro della santità. Ringrazio, dunque, la Chiesa croata, la terra croata per aver offerto alla Chiesa intera una testimonianza di come essere santi oggi.

Infine non ringrazio la Comunità di Sant'Egidio perché è chiamata alla santità, che vive e cammina per la santità, e quindi ha fatto il suo dovere ad ospitarci in questa bella Sala. Alla fine ringrazio tutti voi e soprattutto ringrazio il Signore che, attraverso questi testimoni, ci offre uno strumento per diventare santi.

 

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