The Holy See
back up
Search
riga

PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

RIFLESSIONE DI PADRE FELIX A. MACHADO
IN OCCASIONE DEL XX ANNIVERSARIO
DEL PRIMO INCONTRO DI PREGHIERA
SUL MONTE HIEI (KYOTO-GIAPPONE)

 

La Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace che ha avuto luogo ad Assisi il 27 ottobre 1986, è stata fonte di ispirazione per un gruppo di Buddisti in Giappone. Il defunto Venerabile Etai Yamada, Capo del "Buddismo Tendai" in Giappone, fu invitato a prendere parte a detta Giornata di Preghiera per la Pace. A quel tempo aveva oltre ottant'anni. Dopo il suo ritorno in Giappone, egli organizzò un Incontro interreligioso, nell'agosto del 1987 sul Monte Hiei, un luogo sacro ai Buddisti, vicino a Kyoto. I rappresentanti di quasi tutte le Religioni in Giappone parteciparono all'evento. La data di inizio agosto fu scelta deliberatamente perché coincidesse con il ricordo della bomba su Hiroshima, 6 agosto. L'evento fu così abitualmente organizzato ogni anno e il Venerabile Yamada ha confessato che l'ispirazione gli venne dalle parole del Servo di Dio Giovanni Paolo II: "Continuiamo a vivere lo spirito di Assisi". È incoraggiante sapere che quest'anno l'iniziativa compie 20 anni. Sono state programmate celebrazioni dal 3 al 4 agosto 2007 sul Monte Hiei e il Santo Padre ha inviato un breve Messaggio per l'occasione.

Il medesimo Santo Padre Benedetto XVI descrisse l'evento che ebbe luogo ad Assisi il 27 ottobre 1986 con le seguenti parole: "...l'iniziativa promossa vent'anni or sono da Giovanni Paolo II assume il carattere di una puntuale profezia. Il suo invito ai leaders delle religioni mondiali per una corale testimonianza di pace servì a chiarire senza possibilità di equivoco che la religione non può che essere foriera di pace" (Lettera a S.E. Mons. Domenico Sorrentino in occasione del XX anniversario dell'Incontro Interreligioso di Preghiera per la Pace, 2 settembre 2006).

I credenti non possono rimanere passivi di fronte ad un mondo che è circondato da odio, violenza e guerra. È evidente che la pace, dovunque essa esiste, è continuamente minacciata. Il Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II ha giustamente riconosciuto i mali della società e ne ha saggiamente proposto una soluzione. Egli era convinto che il non agire da parte dei credenti per portare la pace, avrebbe solamente aiutato le malvagie intenzioni di coloro che agiscono contro la pace, in particolare dei terroristi. Il paradosso della società moderna è che, da un lato, la gente sta ricercando ardentemente la pace, mentre dall'altro il mondo soffre tuttora delle conseguenze della guerra e del terrorismo: "la pace è un bene così fondamentale e insieme così insidiato da suscitare nelle persone consapevoli una costante trepidazione e talora anche un senso di impotenza; essa infatti sembra a volte un traguardo umanamente irraggiungibile" (Giovanni Paolo II, Regina Coeli, 6 aprile 1986). Il Servo di Dio Giovanni Paolo II era convinto che solo uno sforzo unitario da parte di tutti, avrebbe offerto una soluzione stabile alla situazione presente. Radicato nella verità della fede cristiana, egli cercò una risposta appropriata per venire incontro alla sfida della pace mondiale.

La convocazione della Giornata di Preghiera per la Pace ad Assisi nel 1986 concise anche con l'Anno Internazionale della Pace proclamato dalle Nazioni Unite. L'impegno inequivocabile della Chiesa per la pace nel mondo è stato quantomai evidente, ma dato che la questione della pace è legata al presente e al futuro dell'intera umanità, si è ritenuto necessario coinvolgere gli sforzi associati di tutti. La Chiesa conosce i passi fatti da persone di ogni cultura e religione per contribuire alla causa della pace; l'intenzione della Chiesa al riguardo, quindi, è di cooperare con tutti e chiamare ciascuno, specialmente i seguaci delle varie religioni, a collaborare per raggiungere la meta della pace duratura. Ovviamente, il Cristiano inizia ad essere operatore di pace dal suo fondamentale atteggiamento di pregare per la pace, la quale, egli fermamente crede, è un dono gratuito di Dio. Questa verità fu espressa con forza dal Servo di Dio Giovanni Paolo II con le seguenti parole: "Il trovarsi insieme di tanti capi religiosi per pregare è di per sé un invito oggi al mondo a diventare consapevole che esiste un'altra dimensione della pace e un altro modo di promuoverla, che non è il risultato di negoziati, di compromessi politici o di mercanteggiamenti economici. Ma il risultato della preghiera, che, pur nella diversità di religioni, esprime una relazione con un potere supremo che sorpassa le nostre capacità umane da sole" (Discorso ai Rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali e delle altre Religioni, Assisi, 27 ottobre 1986). Questo movimento di preghiera per la pace, che iniziò ad Assisi il 27 ottobre 1986, aveva il desiderio di superare i confini delle nazioni, coinvolgendo credenti di tutte le religioni e di arrivare ad abbracciare il mondo intero (cfr Giovanni Paolo II, Omelia a San Paolo Fuori le Mura, 25 gennaio 1986).

La Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace del 1986 è stata e rimarrà un evento unico; in questo senso, esso è irripetibile. Ma è un evento il cui obiettivo è aperto; il suo spirito vuole incoraggiare ulteriori iniziative per costruire ponti di fratellanza tra le varie entità religiose a livello locale e di base nel mondo per ispirare una "cultura del dialogo e della pace". Ciò significa essere un "movimento mondiale di preghiera per la pace" perché "la pace è una responsabilità universale: essa si costruisce attraverso migliaia di piccoli atti nella vita quotidiana. Nel modo quotidiano di vivere con gli altri, le persone scelgono in favore o contro la pace". Rivolgendosi ai leaders delle varie Religioni, il 29 ottobre 1986, il Papa Giovanni Paolo II mostrò le sue intenzioni affermando: "Continuiamo a vivere lo spirito di Assisi". Con parole impegnative invitò i Capi religiosi che parteciparono a detta Giornata a "riconoscere le loro responsabilità e dedicarsi con rinnovato impegno al compito della pace, a porre in atto le strategie della pace con coraggio e lungimiranza" (Discorso ai Rappresentanti delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali e delle altre Religioni, Assisi, 27 ottobre 1986). Il successo della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace in Assisi nel 1986 e la sua memoria ispiratrice dopo 20 anni è una prova che un vasto numero di popoli del mondo aspirano ardentemente alla pace. Questo vivo anelito è evidente nel profondo desiderio dei credenti di pregare per la pace e l'evento del 1986 afferma inequivocabilmente che la pace è impossibile senza la preghiera.

Il Servo di Dio Giovanni Paolo II espresse la propria gioia nel costatare che lo "spirito di Assisi" continuava: "il pellegrinaggio di pace che è nato dallo storico evento di Assisi dell'ottobre 1986, ha già percorso diverse città dell'Europa e del Mediterraneo, coinvolgendo rappresentanti di diverse confessioni religiose, e vive ora un'ulteriore significativa tappa. Ad Assisi, al termine di una memorabile giornata, sgorgò naturale l'invito a proseguire sulla via della ricerca della pace, "sentiero sul quale dobbiamo camminare assieme". Sono lieto di vedere che il cammino allora avviato prosegue ed attrae in maniera crescente uomini e donne di religioni e culture diverse tutti uniti nell'unico anelito per il grande dono della pace" (Lettera al Card. Edward I. Cassidy per l'Incontro Internazionale di Preghiera a Milano, 16 settembre 1993).

I terribili eventi che scossero il mondo proprio all'inizio del Terzo Millennio piantarono semi di violenza e di odio e ruppero l'incantesimo di una società che vedeva sé stessa progredita e libera, ma che, in un istante, si trovò, invece, fragile, divisa e minacciata. Gli atti terroristici dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti d'America e successivi simili fatti tragici in altre parti del mondo toccarono i cuori di ognuno e rivelarono la debolezza della situazione mondiale.

È in questo contesto di precarietà del nostro mondo che il significato dell'audace e profetico gesto del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II deve essere compreso. Il Santo Padre Benedetto XVI nella sua Lettera al Vescovo di Assisi del 2 settembre 2006 ricordò a tutti che "l'invito (del Papa Giovanni Paolo II) ai leaders delle religioni mondiali per una corale testimonianza di pace servì a chiarire senza possibilità di equivoco che la religione non può che essere foriera di pace". Il Santo Padre successivamente riconobbe che nella Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace in Assisi del 1986 il senso religioso aveva raggiunto una sua "maturità" che "genera nel credente la percezione che la fede in Dio, Creatore dell'universo e Padre di tutti, non può non promuovere tra gli uomini relazioni di universale fraternità" (Lettera a S.E. Mons. Domenico Sorrentino in occasione del XX anniversario dell'Incontro interreligioso di Preghiera per la Pace, 2 settembre 2006).

Lo "spirito di Assisi" dovrebbe essere trasmesso alle nuove generazioni. Questo fu il desiderio del Servo di Dio Giovanni Paolo II, il Quale scrisse: "Dobbiamo mantenere vivo il genuino "spirito di Assisi" non solo per un dovere di coerenza e di fedeltà, ma anche per offrire un motivo di speranza alle nuove generazioni (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1992). Nella speranza di continuare lo "spirito di Assisi" il nostro Pontificio Consiglio organizzò un Incontro Interreligioso di giovani ad Assisi dal 4 all'8 novembre 2006. Mentre tale incontro voleva commemorare il 20° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace ad Assisi del 1986, il Dicastero spera di trasmettere lo "spirito di Assisi" ai giovani di oggi di tutte le religioni, molti dei quali non erano ancora nati o erano troppo piccoli quando ebbe luogo quell'"evento religioso", svoltosi ad Assisi nel 1986, che attirò la più grande attenzione del mondo.

top