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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move - Supp. N° 93,  December 2003, pp. 296-298

Polonia

Rev. Don StanislawOpocki

Direttore Nazionale

Il cristianesimo è per tutti gli uomini, e quindi anche per il popolo Rom, poiché Dio non nega il suo amore a nessuno. Il Regno di Dio sarà veramente compiuto soltanto quando fino all’ultimo degli uomini sarà annunciata la sua venuta, e tutti saranno accolti nella Chiesa. Ogni uomo è predestinato – per volontà di Dio – ad essere salvato. Cristo infatti è interessato ad ogni uomo, senza eccezione! Lo cerca dunque, e lo chiama di seguirlo e, di conseguenza, lo precede nel suo cammino. Allo stesso tempo, Egli rispetta la libertà umana, la libera volontà dell’uomo e aspetta che egli dia il minimo cenno di consenso alla proposta della vita eterna. E’, però, indiscutibile il fatto che non si può rispondere alla chiamata divina senza una, pur minima, conoscenza di Dio.

Dio ha creato l’uomo a Sua somiglianza, a Sua immagine lo creò – è questa la prima e fondamentale verità sull’uomo. La seconda è conseguenza della prima ed è questa: tutta l’umanità forma un’unica famiglia, che dovrebbe essere caratterizzata dalla fratellanza, dalla solidarietà e dall’amore. La suddivisione in popoli, nazioni e tribù non causa divisione in questa grande famiglia umana, né la svaluta, ma ogni gruppo vi porta la sua ricchezza e diversità.

Si dovrebbe porre la domanda: qual è il posto che compete al popolo Rom nella Chiesa cattolica? Quali iniziative ed opere intraprendere al fine di ottenere una migliore crescita spirituale e un maggiore inserimento degli Zingari nella Chiesa?

Posso affermare che in Polonia sono già stati intrapresi i primi passi per avviare varie forme di lavoro pastorale con gli Zingari.

Siamo consapevoli che dichiarare l’appartenenza alla Chiesa non basta, ma che bisogna confermare questo legame con le pratiche religiose. Purtroppo, per quanto riguarda l’osservanza di queste ultime, gli Zingari trovano non poche difficoltà e incontrano molti problemi. Pur dichiarandosi cattolici battezzati, raramente partecipano alla Messa domenicale; a quella dei giorni feriali non se ne parla neanche; essi non sentono il bisogno di legalizzare il matrimonio in Chiesa (o di santificarlo con il sacramento); molti adulti poi non hanno fatto la Prima Comunione. Cosa dire infine di coloro che non sono stati battezzati né cresimati?

Ovviamente, per aiutare questo popolo ad avvicinarsi a Dio, si rende necessario offrire loro delle occasioni ed opportunità per un progressivo approfondimento della Sua conoscenza. Ma come si può svolgere una catechesi o una lezione di religione se i Rom non sanno né scrivere né leggere? Per venire incontro alle necessità di scolarizzazione ed educazione dei Rom, è sorta in Polonia l’iniziativa di integrare i bambini Rom nelle scuole elementari del Paese. In tal modo, è stata resa effettuabile anche l’evangelizzazione del popolo Rom, cominciando dai bambini e arrivando, attraverso di loro, ai genitori.

Allo stesso modo, sul territorio di tutto il Paese, è stata creata una rete di collaboratori pastorali, religiosi e laici, che colgono varie occasioni per trasmettere ai Rom il messaggio evangelico e insegnare loro il catechismo, come incontri familiari, manifestazioni culturali, colloqui personali, pellegrinaggi, ecc. Così facendo, vogliamo non solo rispondere al bisogno dei Rom - che anche a loro venga proclamata la Buona Novella della Salvezza - ma desideriamo creare una comunione vera ed autentica tra il popolo Rom e quello polacco. Ciò creerà altresì delle relazioni caratterizzate da un profondo amore cristiano, che costituisce uno dei fattori fondamentali nella lotta al razzismo e contro ogni atto di discriminazione nei confronti del popolo Rom. In base all’esperienza di alcuni anni di lavoro in questo campo, posso costatare che vi sono già testimonianze di autentica fraternità tra i due popoli. Ciononostante, devo confessare che c’è ancora molto da fare.

Il tema proposto per questo Congresso: Chiesa e Zingari – per una spiritualità di comunione, rispecchia appieno la problematica e la realtà inerente alla presenza del popolo Rom nella Chiesa. Il popolo Rom è di natura molto sensibile e reagisce emotivamente a tutto. Pertanto, anche la loro religione va vissuta, in un certo senso, nella sfera delle emozioni e dei sentimenti. Se non è sostenuta da un adeguato approfondimento, all’interno di un processo graduale, essa diventa molto superficiale, non è motivata e, di conseguenza, viene facilmente abbandonata.

E’ necessario, dunque, ricordare che laddove viene sparso il seme della parola di Dio, comincia a spuntare e a crescere, esso ha bisogno anche di una continua cura e sollecitudine perché possa portare frutto abbondante. Nella realtà polacca, noi cerchiamo di proteggere la crescita religiosa e spirituale con varie iniziative di preghiera, soprattutto in occasione di pellegrinaggi ai vari santuari del Paese. Bisogna aggiungere che i Rom mantengono vivo il culto profondo alla Madonna e volentieri peregrinano ai più famosi Santuari Mariani, anche se questo comporta molti sacrifici. Ogni anno ci incontriamo a Czestochowa davanti all’immagine della “Madonna Nera”; ci diamo un appuntamento annuale al Santuario della “Madonna Zingara” a Rywald Krolewski; l’ultimo infine nell’anno è il pellegrinaggio dalla Madonna a Limanowa. Quell’ultimo di solito è il più solenne e numeroso, e da alcuni anni ha acquistato un carattere internazionale: ci vengono Rom e Sinti da tanti Paesi europei. Nel corso di questi pellegrinaggi avvengono cose meravigliose e trovano spazio molti eventi significativi. Solo per darne qualche esempio: numerosi Rom sostano in ginocchio tutta la notte davanti al Santissimo Sacramento in adorazione, altri firmano una dichiarazione di astenersi dagli alcolici; si notano anche molte conversioni. Tutto questo costituisce una stupenda testimonianza di un amore profondo dei Rom per Dio.

L’appartenenza alla Chiesa comporta anche dei doveri per il popolo Rom, ed essi ne sono pienamente consapevoli. Infatti, cercano di osservare le leggi e di compiere i propri doveri per poter contribuire alla creazione e all’approfondimento della comunione tra la Chiesa e loro stessi. Esempio particolare e guida sicura è il Beato Zeffirino Giménez Malla, il quale ha vissuto la propria vita in unione profonda con Cristo, con la Chiesa e con il prossimo. Se, dunque, questo popolo ha un suo intercessore presso Dio Padre, deve essere allora un popolo da Lui eletto ed amato. Nessun Rom può rimanere indifferente a questa verità e deve pertanto rispondere alla grazia di Dio. L’unica risposta a questo amore divino può essere la vita cristiana permeata dall’amore, un amore che, è vero, è pieno di debolezze e imperfezioni che scaturiscono dal cuore umano, ma che ha pur tuttavia un grande valore perché è pieno di fiducia nella misericordia di Dio!

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