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Una testimonianza dall'India nella Giornata delle Claustrali

La preghiera
nel mezzo delle persecuzioni

di Madre Alosious
Clarissa

Qual è l'impatto delle attività anti-cristiane sulla nostra vita contemplativa? Quali sono le nostre impressioni in questo momento? Quali le nostre riflessioni, speranze, paure, angosce? Innanzitutto, vorremmo dire che siamo profondamente toccate e rattristate dal fatto che il nostro Paese, che una volta era tollerante e pacifico, è diventato un focolaio di terrorismo e di persecuzione contro i cristiani. Questi motivi non sono tali da farci disperare o da scoraggiarci perché "tutta la creazione geme e soffre fino a oggi" (Romani, 8, 22) in attesa di un cielo nuovo e di una terra nuova. Siamo piene di speranza perché sappiamo che il sangue dei martiri è germe del cristianesimo, e che "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Romani, 8, 28). Sappiamo che questa è la tempesta che viene prima della calma; sappiamo che Dio vincerà e che dopo questo Venerdì Santo ci sarà sicuramente la Domenica di Pasqua.
Indubbiamente, stiamo affrontando una vera persecuzione dei cristiani, una persecuzione che è un invito a scuotere tutti i cristiani in letargo, letargo in cui ci troviamo anche noi suore contemplative. Siamo ferite dalla consapevolezza che finora non siamo state vere cristiane, che il nostro Padre Celeste ci stia dando una scossa per farci essere cristiane credibili e lodiamo il Signore perché la Chiesa in India si sta svegliando.
Qual è stato l'impatto di tutte queste vicende su di noi, nella clausura? Soltanto ascoltando quanto è successo in una comunità a Quilon si può capire quello che sta avvenendo in tutte le nostre comunità. Tutto è cominciato con una legge inaccettabile sull'educazione, approvata in Kerala. Poi abbiamo sentito tutto ciò che succedeva in Orissa e la profanazione della nostra Cappella a Milagre, nel Bangalore. Ci siamo molto rattristate e abbiamo deciso di digiunare e pregare. Abbiamo anche deciso di rinunciare a un tempo di ricreazione per poter offrire delle preghiere di intercessione. Dopo circa una settimana di questa preghiera così intensa un vescovo, che è anche nostro amico, ci ha visitato dicendo che in queste circostanze non dovevamo rinunciare alla ricreazione. Rimanendo nell'obbedienza, abbiamo cercato comunque di non smettere di pregare e di intercedere.
È interessante e incoraggiante vedere la reazione degli anziani della Casa di cura legata al nostro monastero. Fino a quel momento avevano aderito alle preghiere comunitarie rimanendo nei loro posti nel refettorio. Dopo aver sentito queste brutte notizie andavano in cappella con i loro girelli e i loro bastoni per pregare insieme con la comunità. Un'ottantenne, faticosamente andava da una porta all'altra, bussando alle porte delle sue amiche, chiamandole in cappella per pregare e intercedere insieme. Il fervore con cui si sono radunate ci ha edificate e incoraggiate; anche gli anziani si sono sentiti ringiovaniti. Crediamo che il mondo sia mantenuto unito a motivo delle lacrime, dei sospiri e delle preghiere di anime innocenti come queste.
"Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio" (Romani, 8, 28). Di questo siamo sicure. Proprio come le eruzioni vulcaniche, i terremoti e le tempeste, così anche questi eventi paurosi e distruttivi sono episodi necessari che Dio permette per perfezionare il genere umano. Crediamo, e ne siamo sicure, che questi castighi che viviamo adesso, anche se dolorosi e apparentemente oltre la nostra capacità di sopportazione, facciano parte del piano di Dio che corregge un'umanità disonesta, chiedendo all'uomo un cambiamento del cuore e purificando la Chiesa.
Mentre attendiamo il rinnovamento della Chiesa in India con una speranza profonda, siamo colpite dalla situazione in cui si trovano i cristiani poveri e i missionari. Tanti cristiani devono riconvertirsi all'induismo per salvare la loro vita; tante religiose e altre persone, specie le più povere, si nascondono nella selva senz'acqua e senza cibo. Le donne, soprattutto le sorelle religiose, sono state maltrattate e rapite. I nostri cuori sono profondamente trafitti e ci sentiamo chiamate a intensificare la nostra vita di preghiera e di sacrificio. Allo stesso tempo, troviamo conforto nel pensiero che il nostro Padre Celeste conosce tutto e preghiamo che il suo cuore si pieghi compassionevolmente verso tutti i dolori umani e ci faccia comprendere che ha permesso tutti questi eventi per il nostro bene.santità.

 

(© L'Osservatore Romano 21 novembre 2008)