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Il Nobel per la letteratura a Tomas Tranströmer

Bagliori di luce
nel buio inverno nordico

di ULF JOSSON

L'appuntamento annuale per la consegna del Nobel a Stoccolma ha fatto dello scorso 10 dicembre una giornata molto speciale in Svezia. Insieme alla cerimonia per la consegna del premio per la Pace - che si svolge lo stesso giorno nella norvegese Oslo - si ripete ogni anno come momento di splendore e festivitas in mezzo al buio inverno nordico. È l'occasione per partecipare alla gioia di celebrare alcuni eccezionali risultati della cultura e della ricerca umana.
Ogni premio Nobel è considerato il riconoscimento più importante nel rispettivo campo, ma tra i premiati a Stoccolma ve n'è uno che tende sempre a ricevere un'attenzione particolare: quello per la letteratura. E il Nobel 2011, il poeta svedese Tomas Tranströmer - che lo scorso aprile ha celebrato il suo ottantesimo compleanno - di certo non fa eccezione.
Nato a Stoccolma, attualmente Tranströmer vi risiede con la moglie Monica. Per oltre trent'anni, però, la coppia ha vissuto nella città di Västerås, dove sono cresciute le due figlie e dove Tranströmer ha lavorato come psicologo. La sua prima opera, 17 dikter ("17 poesie"), venne pubblicata già nel 1954, e nel periodo trascorso a Västerås ha scritto un'altra decina di libri. Negli ultimi quindici anni Tranströmer ha poi pubblicato altri due volumi, nonostante l'ictus che lo ha colpito nel 1990, causandogli grandi difficoltà nel parlare e nel comunicare.
Sebbene scriva in una lingua poco diffusa, Tranströmer è molto apprezzato anche oltre i confini nazionali. Le sue poesie sono state tradotte in più di cinquanta lingue, tra cui il cinese, il vietnamita e l'ebraico. E molte sue liriche sono state musicate da diversi compositori. Non è un caso: accanto alla poesia, la musica svolge un ruolo importante nella vita di Tranströmer, essendo lui stesso un abile pianista e compositore. La musica e il paesaggio rurale della Svezia sono, del resto, tra le principali fonti d'ispirazione della sua poesia.
Un linguaggio, il suo, che a prima vista può apparire semplice e comune, ma che, a uno sguardo più approfondito, rivela una scelta espressiva precisa e attenta. Le sue metafore - sebbene siano formulate in maniera molto precisa - di solito sono aperte a una vasta gamma di interpretazioni. Il comitato del Nobel ha motivato la scelta di attribuire il premio a Tranströmer affermando che "attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ha offerto un nuovo accesso alla realtà".
Ci si potrebbe quindi chiedere a che genere di realtà Tranströmer faccia riferimento nelle sue poesie. In superficie i testi sembrano affrontare esperienze molto comuni della realtà quotidiana. E poiché la cultura contemporanea svedese è per la maggior parte forgiata con uno stampo distintamente non religioso, si potrebbe forse provare una certa riluttanza a cercare sentimenti religiosi nei suoi testi. Nel caso di Tranströmer, tuttavia, questa riluttanza sarebbe certamente inopportuna.
Certo, egli evita di parlare molto di sé nei suoi testi e ha sempre mostrato una certa discrezione nell'esporre in pubblico le proprie convinzioni personali. Vuole che le sue poesie parlino da sole, lasciandole aperte a diverse interpretazioni. Ma i suoi testi sono permeati da un senso di mistero e di apertura all'infinito di un altro mondo che traspare nelle metafore tratte dalla vita quotidiana. Talvolta egli fa esplicito riferimento a testi biblici, come in Näktergalen i Badelunda ("L'usignolo a Badelunda"). Per non parlare di Romanska bågar ("Archi romani"), dove l'incontro con un angelo in una chiesa apre il cammino per esprimere l'apertura verso l'infinito che dimora nella persona umana.
All'inizio di ottobre, dopo essere stato nominato vincitore del Nobel, Tranströmer ha ricevuto la visita di numerosi giornalisti nella sua casa della Stigbergsgatan a Stoccolma. Tra questi anche il suo vecchio amico Ola Biörlin, che scrive per la rivista cattolica svedese "Katolskt magasin". Quando Tranströmer ancora viveva a Västerås, i due suonavano insieme Bach - Tomas il pianoforte e Ola il flauto - in una piccola orchestra. Sebbene le sue capacità di parlare siano ora fortemente limitate a causa dell'ictus, Tranströmer è riuscito a dire al suo vecchio amico di essere naturalmente felice dell'attribuzione del Nobel, ritenendo che non sia poi tanto male aver raggiunto gli ottant'anni al momento di ricevere un premio tanto prestigioso: lo si può accettare in modo più rilassato, senza eccitarsi troppo. Certamente si è mostrato contento di partecipare alle festivitates che fanno da contorno alla consegna del premio. Ma allo stesso tempo Tranströmer ha spiegato a Biörlin che egli attende con ancora maggior piacere la tranquillità che seguirà, quando ritornerà alla vita normale. Perché è nella vita quotidiana che si trova il cammino verso la realtà.