di Angelo Comastri
cardinale arciprete di San PietroAveva un grande desiderio Papa Francesco: visitare la necropoli vaticana. Ce ne ha parlato poco prima della Pasqua. In particolare desiderava di vedere la tomba dell'apostolo Pietro, il luogo nel quale i cristiani di Roma collocarono il corpo crocifisso del primo Papa dopo il martirio nel circo di Nerone, nell'anno 67 dopo Cristo.
Il Papa si è voluto dunque recare laddove c'è l'origine del Pontificato Romano, nel quale la Provvidenza oggi ha voluto inserire anche la sua persona.
Lunedì pomeriggio, 1° aprile, abbiamo avuto la gioia, oltreché l'onore, di accompagnare Papa Francesco lungo questo itinerario unico al mondo. Dal piano delle Grotte Vaticane siamo scesi nella necropoli: un salto all'indietro di 1800 anni. Fino al 1939-40 essa era sommersa dalla terra. Questo perché gli architetti di Costantino, nell'anno 320, per creare il piano del pavimento della prima basilica, riempirono di terra la parte scoscesa del Colle Vaticano. Oggi, dopo gli scavi, tutto è prodigiosamente riemerso. La prima sosta è avvenuta di fronte al mausoleo degli Egizi (che risale alla fine del secondo secolo). In questo mausoleo, in mezzo a tante sepolture pagane, c'è anche una sepoltura cristiana. Il cristianesimo infatti, come un lievito, stava entrando nel mondo pagano. Il Papa, ammirato, ha esclamato: "Così accade anche oggi!".
Abbiamo poi fatto una seconda sosta davanti alla lapide funeraria di un uomo chiamato Istatilio. Era sicuramente un cristiano: c'è infatti il noto monogramma xp che indica Cristo. Sulla lapide è scritto: "È andato d'accordo con tutti e non ha mai causato litigi". Il Papa, dopo aver letto la frase, ci ha guardato e ha detto: "È un bel programma di vita". Quando poi siamo giunti al luogo della sepoltura dell'apostolo Pietro ho visto il Santo Padre fissare, visibilmente commosso, quella parete bianca piena dei graffiti che testimoniano ancora oggi la devozione nei confronti dell'apostolo Pietro.
Risalendo, appena giunti nella Cappella Clementina, Papa Francesco si è raccolto in preghiera e ha ripetuto ad alta voce le tre professioni di fede di Pietro: "Signore, Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente"; "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna"; "Signore, Tu sai tutto! Tu sai che io ti amo!". In quel momento, abbiamo avuto l'impressione che la vicenda di Pietro uscisse dai secoli passati e diventasse presente e viva nella vita dell'attuale successore dell'apostolo Pietro.
Erano con me il vescovo Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro, monsignor Alfred Xuereb e i responsabili della necropoli Pietro Zander e Mario Bosco e quando abbiamo salutato il Santo Padre abbiamo pensato che egli faceva ritorno alla sua abitazione confortato dall'eco delle parole di Gesù: "Tu sei pietra e su questa pietra Io edificherò la mia Chiesa e le porte del male non prevarranno contro di essa".