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Per un nuovo sguardo pastorale

 

Fra un sinodo e l’altro Papa Francesco ha messo al lavoro tutta la Chiesa sul tema della famiglia, e se ne sono visti i frutti in questi ultimi mesi, quando libri e dibattiti si sono susseguiti a ritmo crescente, portatori di punti di vista differenti, ma con intenti costruttivi. Quasi tutti si sono concentrati sull’indissolubilità del matrimonio e sull’accoglienza dei divorziati risposati, trascurando però altri problemi emersi dai questionari raccolti nelle diocesi, e quindi di grande attualità e interesse.

In Francia una riunione preparatoria — durante la quale si sono confrontati docenti universitari di otto facoltà teologiche, con una particolare attenzione alla diversità delle impostazioni — si è mossa invece in una direzione più ampia, affrontando non solo le problematiche indicate dalla relatio synodi, ma anche le domande emerse durante l’assemblea dei vescovi francesi. Ne è nato un libro intelligente e vivace (La famiglia fra sfide e prospettive, Edizioni Qiqajon, 2015), che apre prospettive diverse di riflessione e fa pensare. In particolare colpisce la nutrita presenza di donne, teologhe e bibliste, che fanno sentire la loro voce.

La riflessione teologica avviata vuole considerare la famiglia a partire dalla parola di Dio, non dimenticando però i bisogni del nostro tempo, senza quindi cadere in astrazioni. Anne-Marie Pelletier ricorda come i modelli familiari offerti dalla Bibbia siano molto diversi tra loro, e in alcuni casi francamente contestabili, per concludere che il racconto scritturistico non pretende certo di legittimare queste condotte, «ma testimonia come Dio venga ad investire delle situazioni trasgressive per farne strumento di salvezza». In sostanza, in questo come in altri interventi, si denuncia una tendenza a leggere i testi sacri per parlare di una famiglia ideale, che non esiste, piuttosto che affrontare la realtà e vedere il lavoro di Dio nelle nostre vite reali e imperfette.

Fin dai primi saggi, si apre il problema della legge di natura, a cui spesso si rifanno documenti della Chiesa, e della famiglia “naturale” a cui molti vogliono legare il modello cattolico di famiglia. Questo problema percorre tutte le questioni, in particolare quelle che riguardano la sessualità e la procreazione, e viene affrontato in modo risolutivo nella postfazione di Enzo Bianchi, che invita a considerare «l’esistenza di diverse forme di famiglia nel cammino di umanizzazione».

Due contributi del libro vorrebbero dar conto con un taglio storico dell’emergenza nella storia del modello cristiano di famiglia — e quindi offrire un fondamento più solido alla visione della famiglia come esito storico-culturale — ma in questo caso il risultato non è all’altezza dei propositi, dimostrando ancora una volta la carenza di analisi storica che caratterizza in genere l’attuale cultura cattolica.

Più ricche e interessanti le sezioni di esegesi biblica, in particolare l’esame dell’immagine del matrimonio modellato sul rapporto fra Cristo e la Chiesa. Questa immagine da più parti viene sottoposta a una serrata analisi critica, anche perché — scrive Hélène Bricout — «noi ereditiamo una lettura della questione dell’indissolubilità che è stata elaborata in un contesto matrimoniale, culturale, sociale diverso dal nostro».

Oltre ai problemi relativi ai divorziati risposati, numerosi sono i temi affrontati — tra questi, il cammino per chi non è chiamato né al matrimonio né alla vita religiosa e la questione dell’omosessualità — ma in tutte le risposte, che pure partono da punti di vista differenti fra loro, viene ribadita la necessità di uscire dall’astratto e dall’autoreferenzialità. «Parlare di matrimonio e di famiglia oggi richiede di discernere e di incontrare le domande di oggi, quelle che la pastorale ecclesiale conosce, a contatto con gli uomini e le donne di questo tempo» scrive Antoine Guggen-heim. E continua: «Ci aspettiamo un chiarimento e un progresso non della dottrina cattolica, ma della pastorale cattolica». In chiara sintonia, quindi, con le esortazioni di Papa Francesco a uscire, per andare incontro ai fedeli nella realtà delle loro vite.

di Lucetta Scaraffia

(© L'Osservatore Romano  2 ottobre 2015)