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Nell’Amoris laetitia

Il magistero della gioia

di Ricardo Blázquez Pérez
Cardinale arcivescovo di Valladolid
Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola

«La gioia dell’amore (Amoris laetitia) che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa», così comincia l’esortazione postsinodale di Papa Francesco. Questo incipit si situa nella stessa prospettiva della sua prima esortazione apostolica, che a sua volta era programmatica del pontificato. «La gioia del Vangelo (Evangelii gaudium) riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù». Anche la lettera apostolica per l’anno della vita consacrata ha per titolo Testimoni della gioia.

Queste coincidenze, ripetute e intenzionali, portano a concludere che l’allegria e la gioia del Vangelo illuminano l’intero magistero di Papa Francesco. Non è con sguardo triste, bensì carico di speranza per la salvezza proclamata dal Vangelo — sguardo  impregnato dalla misericordia di Dio — che Papa Francesco contempla l’umanità di oggi. Questa gioia è compatibile con le prove, poiché nella vita dei discepoli di Gesù, segnata dalla Pasqua, la croce e la luce si armonizzano (cfr. 1 Pt 1, 6-9; 4, 12-14). Questa gioia ha una sua versione nel matrimonio cristiano. «La gioia matrimoniale, che si può vivere anche in mezzo al dolore, implica accettare che il matrimonio è una necessaria combinazione di gioie e di fatiche, di tensioni e di riposo, di sofferenze e di liberazioni» (Amoris laetitia, n. 126). La visione che trasmette il Papa è, allo stesso tempo, realistica, con una vicinanza cordiale alle persone nelle loro situazioni  concrete, e  gioiosa per l’amore di Dio. Non è difficile scoprire una grande affinità spirituale tra san Giovanni XXIII e Francesco. Dio non è fonte di tristezza, ma di gioia e di pace.

È significativa la coincidenza della pubblicazione di Amoris laetitia nell’anno della misericordia, proprio perché la logica della misericordia è la chiave del documento.  Per il Papa la strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a chi la chiede con cuore sincero. Perché la carità vera è sempre immeritata, incondizionata e gratuita. Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo! (cfr. Amoris laetitia, nn. 296-297).  Ciò è valido per tutti noi e anche per i divorziati risposati.

Grazie a questo dinamismo della misericordia, che tende a integrare, si comprende che nessuno,  anche chi si trova in una situazione «irregolare» per la sua unione matrimoniale, deve considerarsi scomunicato, al margine della Chiesa e abbandonato da Dio. In dialogo stretto e fiducioso  con altri cristiani e in un moto di umile ritorno a Dio, può essere ammesso dal ministro della comunione ecclesiale nella vita della Chiesa, fino a dove, con coscienza sincera e fedeltà evangelica, il presbitero e il cristiano che si trova in quella situazione «irregolare» giudicano opportuno.

In Amoris laetitia il discernimento cristiano è fondamentale. Esso presuppone l’accettazione della dottrina della Chiesa e il rispetto delle norme canoniche. Ma tale discernimento ha qualcosa di singolare,  poiché si tratta di cercare la volontà di Dio nella situazione concreta di una singola persona. Per inquadrare il caso concreto, non basta fare un elenco di casi prevedibili. Occorre un nuovo atteggiamento.  Inoltre la coscienza personale, in cui risuona la voce di Dio e risplende la sua luce, deve essere formata nella conoscenza del Vangelo e nell’obbedienza a Dio, ma non può essere sostituita (cfr. Amoris laetitia, n. 38). È come un santuario che nessuno può invadere.

L’esortazione, sebbene lunga, è scritta in  uno stile piano, agile e bello. Non è uno scritto adatto solo agli esperti, ma è di facile lettura e comprensione. Include numerosi paragrafi delle due relazioni sinodali sulla famiglia, delle catechesi di Papa Francesco e di altri documenti magisteriali. E persino citazioni di teologi e di persone sagge. In questa bellissima esortazione è culminato un lungo itinerario percorso «sinodalmente». Non c’è un cambiamento di dottrina, ma ci sono un respiro nuovo, un linguaggio attuale e un atteggiamento innovativo dinanzi a situazioni, che non sono più, o ancora non lo sono pienamente, matrimonio cristiano.

Amoris laetitia è pertanto un buon e bel servizio alla Chiesa, che avrà ripercussioni molto  positive sull’umanità. Fa luce con coraggio su alcune confusioni nella concezione del matrimonio e della famiglia, che a volte sono passate alla legislazione civile. È, in definitiva, un invito profondo e lucido affinché curiamo come un bene prezioso il tesoro della famiglia, base dell’umanità e della Chiesa.

 

(© L'Osservatore Romano 15 aprile 2016)