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Il dialogo tra le religioni nel video di Papa Francesco per l’Apostolato della preghiera

Un carisma non un lusso

di Marcelo Figueroa

La rete mondiale dell’Apostolato della preghiera, che svolge da tempo un vasto compito di diffusione delle intenzioni mensili del Pontefice, ha aggiunto una novità significativa con il video del Papa. Il primo della serie, diffuso nella festa dell’Epifania, contiene, oltre ai punti centrali del suo messaggio, segni importanti e impronte molto personali.

Non è un caso che la prima intenzione sia a favore del dialogo tra le religioni. Francesco lo considera un carisma speciale del suo pontificato. Ha la certezza che siamo tutti figli di Dio, certezza fondata sul racconto biblico della creazione che dice: «Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza» (Genesi, 1, 27). Da lì invita tutti a diffondere, a pregare e a collaborare con questa causa che in Kenya ha definito «essenziale», certo «non un lusso» né «qualcosa di aggiuntivo o di opzionale».

Su questo si fonda l’incontro tra le religioni, non su una qualsiasi ideologia. E per questo diviene uno strumento invincibile dinanzi a quello armato dei sistemi religiosi fondamentalisti. Questi cercano di giustificare la guerra, la morte e la violenza utilizzando il nome di un dio che si vuole deformare, manipolare e uniformare. Francesco presenta una teologia che va oltre: quella di un Padre amorevole che, padre di tutti, cerca e si lascia trovare, nelle diverse forme di pensiero e nella ricchezza della diversità di fede. Perciò il dialogo sincero è contrario al confronto “religioso”, perché comporta la pace e la giustizia.

Gesù portò con sé i suoi amici galilei, e tra i sommi sacerdoti di Gerusalemme li si riconosceva per il loro modo di parlare. Il video del Papa ha proprio questo segno. Dei quattro rappresentanti delle diverse confessioni che vi partecipano, tre sono argentini e si sente da come parlano. Questo è in sintonia con un’altra caratteristica fondamentale di Papa Bergoglio: la sua coerenza. La sua instancabile e costante dedizione al dialogo tra le religioni è qualcosa che porta nel cuore e un’azione che svolge da almeno due decenni, quando era a Buenos Aires.

Noi che continuiamo sulla stessa via da queste latitudini dobbiamo riconoscere che siamo figli e debitori della sua guida. Ecco perché, guardando il video, da una parte ricordo gli incontri di preghiera interreligiosi in Argentina, e dall’altra i racconti evangelici di Gesù che portava con sé a pregare sul monte della Trasfigurazione o su quello degli Ulivi i suoi tre migliori amici.

Francesco è un Papa che di continuo invita a pregare con lui. Questa caratteristica del suo ministero come successore di Pietro ha sorpreso fin dal suo primo saluto appena eletto. Chiedere a un popolo di pregare per lui benedicendolo e la frase ripetuta da una vita «pregate per me» sono segni chiari. Non parole o atteggiamenti retorici, ma richieste genuine, sentite e profonde. Nel video ci invita a pregare «con lui». Francesco crede profondamente nel potere della preghiera unita. Nella sua ultima frase mostra la sua fiducia sincera nel fatto che molti lo accompagneranno in questa fondamentale pratica spirituale. Lo faremo in intenzione e azione a partire dalla nostra religiosità? Voglia il Dio dello shalom, della pace e del salam che così sia.

(© L'Osservatore Romano 10 gennaio 2016)