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Mélanie, ventunenne affetta da sindrome di Down, ha presentato le previsioni meteorologiche su France 2

Una conduttrice molto speciale

di Charles de Pechpeyrou

Sfida accettata! Martedì sera 14 marzo, davanti a più di cinque milioni di telespettatori, la giovane Mélanie Ségard ha presentato il meteo sul canale pubblico francese France 2. Un’esperienza molto particolare per questa ragazza di 21 anni affetta da sindrome di Down, che non sa né leggere né scrivere. Nonostante questo handicap, voleva dimostrare di essere in grado di rivolgersi alla telecamera, vestita e truccata come tutte le altre conduttrici, con l’aiuto di una sua “collega”. Con rossetto e camicetta fucsia, una gonna nera, ma soprattutto con un luminoso sorriso, la giovane si è cimentata nel presentare le previsioni meteorologiche per il weekend.

Importante è stato l’incoraggiamento che ha ricevuto dalla popolazione francese. Per convincere il mondo della televisione delle sue capacità la ragazza ha usato i social media, con la creazione di una pagina Facebook. Quasi 250.000 le persone che hanno risposto cliccando «like» sulla pagina dedicata a questa iniziativa gestita dall’Unapei, una federazione di 550 associazioni che aiutano le persone con un handicap mentale e le loro famiglie. Un successo che ha motivato il canale France 2 a fare di Mélanie Ségard la miss meteo della serata.

C’è davvero da rallegrarsi di questa performance oppure si è trattato soltanto di un’operazione di comunicazione senza reale effetto positivo sulla vita delle persone con sindrome di Down e della loro integrazione nella società? Philippe de Lachapelle, direttore dell’Ufficio cristiano delle persone handicappate (Och), non nega affatto l’aspetto innanzitutto mediatico di questa iniziativa ma ritiene anche che «rivela qualcosa di più profondo in tutti noi, una aspirazione a riconoscersi in una stessa umanità, che si abbia o no un cromosoma in più».

«Mi rallegro dello slancio di entusiasmo — dichiara all’Osservatore Romano — che va preso sul serio, anche se si tratta di un’emozione, perché siamo di fronte a un desiderio di riconciliazione con questa parte di fragilità di Mélanie».

L’unica piccola delusione del responsabile riguarda la contraddizione tra il successo dell’operazione e il fatto che i media abbiano quasi sempre usato, nel commentare l’evento, la parola tolleranza, «come spesso si fa quando si parla di persone portatrici di handicap, verso le quali bisogna essere indulgenti». Inoltre, ed è più grave, Philippe de Lachapelle sottolinea «la violenza della nostra società, dove si può al tempo stesso eliminare le persone portatrici di handicap mentale — e lo si fa — o metterle su un piedistallo. Sta succedendo qualcosa di profondo, segno di uno scontro nella nostra coscienza: eliminare o accogliere? È o no una di noi ?».

Comunque sia, si assiste a qualcosa di nuovo. Solo due anni fa, in Francia, la presenza di persone con sindrome di Down sul teleschermo, oltre che durante il tradizionale week-end del Telethon, era oggetto di controversie nel mondo mediatico. Nell’ottobre del 2014, in effetti, sette giovani trisomici avevano fatto ricorso al consiglio di stato, ritenendo di essere stati vittime di «censura» da parte del consiglio superiore dell’audiovisivo (Csa) contro la loro «libertà di parola». Il Csa aveva ammonito tre canali televisivi per la diffusione di un videoclip intitolato «Dear future mom» in cui giovani colpiti dalla sindrome di Down, francesi e stranieri, raccontavano quanto erano felici di vivere, lavorare e amare come tutti, nonostante il loro handicap. Nel caso di Mélanie Ségard, invece, il Csa non è intervenuto. «Ciò che sta succedendo a livello individuale per ognuno di noi accade anche a livello collettivo in Francia», commenta Philippe de Lachapelle, «siamo di fronte a una conversione tanto personale quanto collettiva».

(© L'Osservatore Romano, 17 marzo 2017)