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92.âLì sta la vera guarigione, dal momento che
il modo di relazionarci con gli altri che realmente
ci risana invece di farci ammalare, è una fraternitÃ
mistica
, contemplativa, che sa guardare alla gran-
dezza sacra del prossimo, che sa scoprire Dio in
ogni essere umano, che sa sopportare le mole-
stie del vivere insieme aggrappandosi allâamore
di Dio, che sa aprire il cuore allâamore divino per
cercare la felicità degli altri come la cerca il loro
Padre buono. Proprio in questa epoca, e anche lÃ
dove sono un « piccolo gregge » (
Lc
12,32), i di-
scepoli del Signore sono chiamati a vivere come
comunità che sia sale della terra e luce del mondo
(cfr
Mt
5,13-16). Sono chiamati a dare testimo-
nianza di una appartenenza evangelizzatrice in
maniera sempre nuova.
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Non lasciamoci rubare
la comunità !
sua relazione con quella consorella che le risultava particolar-
mente sgradevole, in cui unâesperienza interiore ha avuto un
impatto decisivo: «Una sera dâinverno stavo facendo, come di
solito, il mio dolce compito per la sorella Saint Pierre. Face-
va freddo, stava facendosi notte... Improvvisamente ascoltai
di lontano il suono armonioso di uno strumento musicale. Mi
immaginai perciò un salone molto illuminato, tutto risplenden-
te di drappeggi dorati; e in tale salone signorine elegantemente
vestite che si scambiavano complimenti e cortesie mondane. Poi
fissai la povera inferma alla quale io davo sostegno. Al posto di
una melodia potevo sentire ogni tanto i suoi gemiti pietosi (...).
Non posso dire quello che accadde nel mio animo. La sola cosa
che so è che il Signore illuminò la mia anima con i raggi della
verità , i quali superavano a tal punto il luccichio tenebroso del-
le feste della Terra, che non potevo credere al grado della mia
felicità »: Manoscritto C, 29 v° â 30 r°, in
Oeuvres complètes
, Paris,
1992, pp. 274-275.
70
âCfr
Propositio
8.