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MERCOLEDÌ DELLE CENERI

OMELIA DI SUA EMINENZA CARD. PIO LAGHI

Shrine of the Immaculate Conception
Washington D.C. - 5 marzo 2003

 

1. Ogni anno, in questo giorno, il Mercoledì delle Ceneri, la Chiesa inizia un cammino spirituale, un rinnovamento della propria esistenza e una riscoperta della sua vita con Dio. Il viaggio è radicato nelle parole che ascolteremo fra poco, quando le ceneri verranno imposte su di noi: "Convertitevi e credete al Vangelo". È il messaggio di Cristo stesso: allontanatevi dalle tenebre, dal male e dalla morte e procedete verso a luce, la bontà e la vita. La Chiesa affronta questo cammino praticando quegli esercizi spirituali descritti da nostro Signore nel Vangelo di oggi: preghiera, digiuno ed elemosina.

Quest'anno l'inizio della nostra osservanza quaresimale assume un significato speciale. Il nostro Santo Padre ci ha chiesto di vivere questa giornata come giorno di "preghiera e digiuno per la causa della pace, in particolare in Medio Oriente". Infatti, miei fratelli e mie sorelle, il digiuno non è solo negazione di sé fine a se stessa. Non è non mangiare per un giorno. Piuttosto, come ha detto il Santo Padre la scorsa domenica nell'Angelus: "Con il digiuno... il cristiano si prepara a seguire Cristo... e a meglio comprendere le difficoltà e le sofferenze di tanti nostri fratelli oppressi dalla fame, dalla miseria e dalla guerra". In altre parole, attraverso il digiuno diveniamo una sola cosa con quanti sono affamati, senzatetto e vivono senza i requisiti minimi per la vita, condizione questa certamente causata dalla guerra.

2. Infatti, miei fratelli e mie sorelle, questa è la base dell'appello della Chiesa alla pace in un momento di così grande apprensione per il pericolo della guerra. La guerra "porta sempre con sé lutti e gravi conseguenze per tutti". La Chiesa annuncia che la pace è sempre possibile, per la sua profonda sollecitudine verso quanti soffriranno a causa del conflitto armato. Iniziamo dunque questa Quaresima con la ferma convinzione che "la pace è di fatto dono di Dio che dobbiamo invocare con umile e insistente fiducia". In quanto cristiani, siamo chiamati a essere "sentinelle della pace nei luoghi in cui viviamo e operiamo".

3. Da parte sua, il Santo Padre ha operato instancabilmente per la pace. Non ha lesinato sforzi in queste ultime settimane nell'utilizzare ogni strumento di cui dispone per chiedere a quanti sono investiti della più alta autorità politica "di prendere decisioni giuste per risolvere con strumenti adeguati e pacifici il conflitto che ostacola l'umanità nel suo cammino nel nostro tempo". Lui e i suoi più stretti collaboratori hanno ricevuto numerosi responsabili in Vaticano e hanno ricordato loro la nobile missione che è loro affidata quando edificano un mondo di pace. Ha mandato un Inviato Speciale presso il Presidente dell'Iraq e oggi invia me presso il Presidente degli Stati Uniti.

4. Per la Santa Sede, ossia per la Chiesa cattolica, la pace si basa su quattro pilastri: verità, giustizia, amore e libertà. La sollecitudine della Chiesa per la pace è stata costante e per questo motivo essa non interrompe mai la sua opera per la causa della pace. Crede che sia sempre possibile edificare la pace, anche nei momenti bui. Essa crede nella forza della mente umana e nel coraggio del cuore umano di trovare soluzioni pacifiche ai disaccordi, utilizzando il vasto e ricco patrimonio del diritto internazionale e delle istituzioni create a questo scopo. Oh sì, le istituzioni possono essere incomplete, a volte possono agire troppo lentamente, possono non aver ancora imparato ad affrontare le realtà attuali che minacciano l'ordine mondiale. Tuttavia, si basano su principi autentici e validi per tutti i tempi: il dialogo onesto e paziente fra le parti in disaccordo e il dovere assoluto di ogni membro della famiglia delle Nazioni di rispettare completamente i suoi obblighi. Questo è il motivo per cui crediamo che la guerra sia una sconfitta per l'umanità, ossia una sconfitta per la nostra intelligenza, la nostra creatività e la nostra ferma convinzione che la pace sia sempre possibile.

5. Fra poco, le ceneri verranno imposte sul nostro capo. Ci ricorderanno la nostra fragilità e la nostra finitezza. Ci ricorderanno da dove veniamo. Ci ricorderanno dove ritorneremo. Sappiamo che nella nostra umana imperfezione possiamo vivere sempre sotto la minaccia della guerra, ma sappiamo anche che uniti a "Cristo, nostra pace" (Ef 2, 14) possiamo tutelare e preservare quello stesso dono prezioso che è la pace (cfr Gaudium et spes, n. 78, 6).

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