[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 14 giugno 1998 Servizio sperimentale

«La Cappella universtaria si pone come una struttura pastoralmente idonea per rispondere alla domanda di salvezza che pulsa nel cuore dell'uomo e si manifesta, sia pure in forme a volte contraddittorie, anche nel nostro tempo, in particolare nella vita dei giovani.
I nuovi profili della pastorale universitaria costituiscono la modalità specifica con cui la Chiesa intende inserirsi in maniera sempre più efficace, competente e rispettosa nei luoghi dove maturano le scelte di pensiero da cui dipenderanno molti comportamenti personali e sociali delle generazioni di domani.
L'opera di evangelizzazione delle Cappellanie universitarie vuole aiutare l'uomo di oggi ­ soprattutto le nuove generazioni ­ a smascherare il carattere illusorio di molti surrogati culturali, a superare la suggestione risorgente delle figure mute degli idoli, in un recupero di libertà interiore che apre al servizio del Dio vivo e vero.
Posta in dialogo intenso con le diverse componenti dell'Università ed esperta nella cura spirituale personalizzata, la Cappellania risponde così all'esigenza di animare, sia sul versante accademico che su quello delle comunità cristiane, l'impegno di ricerca di Dio e la testimonianza della fede...»

(Giovanni Paolo II
dal discorso ai partecipanti al Congresso Europeo dei Cappellani delle Università,
1 maggio 1998)

   
Canada: il servizio di carità
della Cappella Universitaria di Toronto
Dal 1994 padre Thomas Rosica, dei religiosi basiliani, è il responsabile del Newman Centre della Cappella Universitaria di Toronto. In un messaggio inviato a "Buone Notizie" padre Thomas presenta le numerose attività promosse per aprire il mondo accademico ai bisogni dei poveri e dei sofferenti. Un servizio che ha fatto della Cappella universitaria un luogo di riflessione, di formazione e di azione che ha il suo centro in Cristo Eucaristia. Qui di seguito pubblichiamo alcuni stralci dell'ampia relazione di padre Thomas.

Tra i diversi compiti che spettano alla Chiesa nelle Università vi è anche quello di educare i giovani ad una sensibilità disciplinata nei confronti dei sofferenti. Ciò fa parte di quanto ci chiede il Vangelo. Senza un impegno specifico, profondamente radicato in Cristo, non otterremo altro che far laureare degli studenti che ignorano il dolore, la sofferenza e il prezzo da pagare per divenire ed essere discepoli del Signore. Dobbiamo invece contribuire a formare degli esseri umani completi, dei giovani, uomini e donne, sempre più impegnati nelle grandi lotte della famiglia umana e che condividono concretamente la Passione di Cristo.
Occorre però sottolineare l'esigenza di un profondo radicamento in Cristo. Senza di esso tutte le nostre opere corrono il rischio di divenire quasi un «riflesso automatico» di fronte ai pressanti problemi del nostro tempo. Come ci ha insegnato Madre Teresa di Calcutta le nostre opere devono essere qualcosa di più di una semplice assistenza sociale. Nel servire i poveri noi dobbiamo portare Gesù e saper riconoscere Gesù in loro. In sintesi, le nostre azioni devono essere un'opera di evangelizzazione.
Con questo spirito nel 1994­1995 abbiamo avviato tante piccole attività. In primo luogo abbiamo cominciato a fare del nostro centro un luogo di accoglienza e di ospitalità. Abbiamo formato un gruppo di 40 volontari a disposizione sette giorni su sette. Gli studenti, i professori, i dipendenti dell'Università, la gente di strada e molti poveri sanno che possono venire al Newman Centre per pregare, per incontrare qualcuno capace di ascoltare, per avere cibo e aiuto.
Un senza casa Le nostre attività si sono poi ampliate. Dapprincipio abbiamo organizzato raccolte di cibo due volte all'anno. Poi ci siamo dedicati a grandi campagne per la raccolta di vestiario e di arredi ed abbiamo prestato assistenza volontaria presso diverse organizzazioni al servizio dei poveri. Abbiamo istituito un programma di assistenza per le persone che vivono in strada e fornito cibo ed abiti a molte donne sieropositive o affette da aids.
Tre anni fa, poi, siamo entrati in contatto con uno dei maggiori nosocomi di Toronto, il Mount Sinai. È nata così l'idea di istituire, insieme con l'Ufficio per i laici dell'Arcidiocesi di Toronto e la Cappella ospedaliera, un corso per "visitatori" pastorali laici degli infermi e dei moribondi. Dal 1995 oltre 160 persone hanno completato il corso di abilitazione a questo delicato servizio e dallo scorso anno il programma è stato esteso anche all'ospedale Princess Pargaret del The Ontario Cancer Institute. Tre volte alla settimana gli studenti e i membri della comunità del Newman Centre si recano a visitare gli ammalati. Questa attività oltre a dare conforto e speranza a tanti sofferenti ha trasformato la vita di moltissimi giovani.
Gli studenti ed i membri della comunità del Newman Centre partecipano inoltre al programma di volontariato promosso dai padri basiliani in Terra Santa, offrendo assistenza ­ insieme con ebrei e palestinesi ­ in ospedali, ricoveri per anziani, centri per bambini e adulti con handicap fisici e mentali.
Collaboriamo inoltre con le Missionarie della Carità a favore dei senza tetto, dei malati mentali, dei rifugiati e dei nuovi immigrati assistiti dalle suore. Elementi chiave di questa collaborazione sono l'atmosfera orante del convento, l'adorazione quotidiana del Santissimo Sacramento e il clima festoso che si avverte ogni volta che i giovani varcano la porta del casa delle Missionarie.
Alla fine del mese di settembre 1997 siamo stati invitati anche a mandare dei volontari in una mensa per i poveri e a partecipare ad una iniziativa per offrire un riparo dal freddo ai più bisognosi . I nostri volontari hanno lavorato per tutto l'inverno. Spesso mi sono unito a loro nelle prime ore del mattino. E ho reso grazie a Dio per ciò che sta operando tra questi giovani.

    Coloro che desiderano segnalare iniziative di altre Cappele Universitarie possono inviare una e-mail alla redazione.

Ogni quindici giorni le Buone notizie selezionate saranno pubblicate in queste pagine.

Back